domenica 12 febbraio 2012

Racconto: Come la Luna


Sembra uscire dalle pagine un po’ ingiallite di un vecchio diario, la storia che vi stiamo per raccontare. È una storia di un’altra epoca infatti. Un’epoca in cui il nonno e la nonna ancora non si frequentavano. Fino a che il nonno... beh, mettetevi comodi e state ad ascoltare.


Correva l’autunno 1922, nella scuola elementare di un paese di campagna faticosamente ripresosi dagli orrori della guerra. Per la prima volta, la classe 1912 si apprestava ad affrontare un anno scolastico quasi normale: non che mio nonno ed i suoi coetanei avessero idea di cosa ci fosse di anormale in un mondo nel quale, per quanto loro potevano ricordare, gli esseri umani erano sempre stati in guerra gli uni contro gli altri.

Quell’anno, tuttavia, qualcosa pareva diverso, ed il terrore che fino ad allora aveva campeggiato sui volti delle madri ora sembrava essere in procinto di sciogliersi in rughe che erano talvolta l’ombra rivoluzionaria di qualche composto sorriso.
Da sempre, il nonno aveva manifestato interesse per le scienze: ciò era probabilmente dovuto ad una predisposizione genetica che presto valse a procurargli la scomoda fama di secchione.

Poiché però nemmeno i secchioni hanno occhi solo per i libri, l’esistenza della bellissima Lelia della quarta B non lo lasciò indifferente.
Quello del secchione innamorato della bella e destinato al fallimento era un copione noto già allora; ma lui era in fondo un piccolo genio, e si era messo in testa di riscrivere la storia.

Curiosando tra alcuni articoli di astronomia, il nonno venne a conoscenza del fenomeno per il quale la rotazione della terra e quella della luna sono sincronizzate e per questo il satellite mostra sempre la stessa sorridente faccia al pianeta. “Come in una danza”, fu la fortunata folgorazione del nonno. Questa storia della danza perfetta tra le due masse gli parve interessante, in un certo senso propiziatoria, ed intuì infine che dovesse avere qualcosa a che fare col mistero dell’amore.

Certe intuizioni, ed il coraggio per trasformarle in realtà, si hanno solo da bambini.
C’era una vecchia signora, in paese, a suo tempo ballerina di professione: il nonno le si rivolse per prendere lezioni. Ci vollero tempo, costanza e tanto amore.
Finché l’estate del ’30 giunse, col suo carico di bollori giovanili e belle speranze. In una calda sera di festa, il nonno si presentò alla nonna e la invitò a ballare.


Come la Luna di Cecilia Forcherio


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