domenica 11 marzo 2012

Racconto: Gasp il Mago


Se è vero che la perfezione ha il grande difetto di essere noiosa, vogliamo raccontarvi la storia di un uomo che è stato capace di trasformare una propria imperfezione in una straordinariamente brillante, benché discutibile, opportunità.


Sono brutto. C'è ben poco da aggiungere e non esistono argomenti validi o sufficientemente forti per controbattere quello che - ahimè - più che un parere è un dato di fatto.

Sarà per via del mio strabismo, o per il naso enorme, o per la bocca sdentata, o per i peli che mi escono dalle orecchie in folti ciuffi... non so... fatto sta che, da quando sono nato, chiunque mi guardi è subito pervaso da intensi brividi di spavento.

E se questa cosa, quando ero bimbo o ragazzino, mi faceva un gran male (perché non avevo amici e le ragazze non mi degnavano della loro attenzione)... ebbene... oggi mi torna utile. Sì, perché io, della mia atroce bruttezza, ho fatto un mestiere.

Mi chiamo Gaspare, ma il mio nome d'arte è Gasp il Mago.
Ho una tenda di stoffa blu stellata, che è colma di penombra ed oggetti curiosi. E le mamme vi portano i loro piccoli che, per via di una goccia d'acqua andata di traverso o per una risata troppo forte, si sono ammalati di singhiozzo... e non possono più dormire.
I pargoli entrano nella tenda. Io sbuco fuori... e faccio: «Bu!».
E loro fuggono dalle loro mamme, tutte soddisfatte giacché anche il singhiozzo dei loro pargoli se ne è fuggito chissà dove...

Il mio metodo, però, non è perfetto.
E così, se i bimbi guariscono dal singhiozzo, questo non può dirsi dell'insonnia, per via degli incubi e dei brutti sogni che quelli fanno, dopo aver visto me!

Ma questo, in fondo, non è un problema.
Perché l'insonnia la cura mio fratello Ruggero, che è psicologo e furfante...
E, da quando ha preso consapevolezza di quanto io sia orrendo... ha deciso di mettersi in società con me.



Gasp il Mago di Federico Di Leva


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