lunedì 12 marzo 2012

Racconto: Hic


Questa storia ci riporterà tra i banchi di scuola, in quel segmento di vita che è l’anticamera dell’età adulta; in quei giorni in cui un insegnate, scrutando tra i vostri pensieri, potrebbe aver già intuito quanto il vostro destino sia già stato scritto. Mettetevi comodi: la campanella sta per suonare.


«Hic… hoc… hac…»

Sembra in preda ad un terribile attacco di singhiozzo: non riesce a stare fermo, si tormenta le mani, sfugge con lo sguardo di qua e di là, e intanto emette questi suoni disarticolati e incomprensibili. Sembra proprio un attacco violento e persistente, come quello (immancabilmente registrato nel Guinnes dei Primati) che tormentò per anni un povero agricoltore dello Iowa, reo solo di aver sollevato un maiale.

Barozzi Luca, invece, è reo di colpe molto più gravi, e pure recidivo: omissione di studio, stupidità intenzionale e preterintenzionale, tentato omicidio della lingua latina con l’aggravante della crudeltà.
Sì, perché non ha il singhiozzo: sta solo cercando di declinare un povero pronome dimostrativo che non gli ha fatto nulla e che lui tortura con inaudita efferatezza. Non posso sopportarlo, devo intervenire per salvare la malcapitata particella grammaticale:
«Hic, haec, hoc - scandisce chiaramente la mia voce - huius, huius, huius...».
«Giusto!», mi approva l’ineffabile Barozzi.
Lo ringrazio del sostegno e lo mando a posto con il suo solito due.  Lui incassa con indifferenza, felice, tutto sommato, di poter interrompere i suoi patetici singulti. Io sospiro e mi sento anche più stanca del solito. Dovrei fargli la predica di prammatica, ricordargli che è qui per studiare ed imparare, che deve costruire il suo futuro, ma… sono stanca, appunto, e mi limito a chiudere il registro e a cambiare argomento.

Forse ha ragione Barozzi a non voler studiare, a non volersi impegnare, a non faticare: il successo si ottiene in un altro modo. Forse fa bene a continuare a barare, a millantare conoscenze che non ha, anche a costo di fare figure imbarazzanti come questa: la faccia tosta vince sempre.
E non sbaglia a rifiutare cose morte come la grammatica latina, a credere a chi gli dice che si tratta di una materia inutile, come la letteratura, l’arte, la filosofia… Un po’ di astuzia, una coscienza elastica, qualche dose di sfrontatezza, e molto servilismo faranno miracoli. E Barozzi Luca non dovrà mai più singhiozzare “Hic, haec, hoc…”.

Infatti, in un futuro di gente come lui, i singhiozzi saranno ben altri.


HIC…!  di Maura Rodi

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