lunedì 28 febbraio 2011

Racconto: Di notte alla torre

È una storia immersa in un’atmosfera cupa, quella vi stiamo per raccontare. Una trama scandita dalle ossessioni di un uomo, seduto ad una scrivania, in una fredda stanza, in un’antica torre. “Di notte alla Torre” è la storia che Andrea Colli Vignarelli ha scritto per noi.


In un freddo scantinato rimbombò il fragore del temporale.
Il lampo aveva illuminato il piccolo locale angusto, meglio della fioca luce della lampada ad olio. Muri gelidi, umidi, spogli come una camera funeraria. Un camino, i cui tizzoni, spenti da ore, giorni forse, odoravano appena di grigia cenere.

Ad una scrivania era seduto un uomo. Avvolto in una coperta senape, ispida, stava curvo su fogli sparsi.
Alle volte mollava la penna e dava un pugno irato alla scrivania. Altre volte si passava una mano fra i capelli e si distendeva all'indietro, sulla sedia. E parlava ad alta voce.
- È tutto sbagliato. Orribile. Sono ancora lontano dalla fine.
Poi abbassava gli occhi sulla pila di fogli; alcuni, molti, erano scritti. Ubriachi di cancellature fra cui spuntavano brandelli di frasi, solitari; altri fogli erano bianchi, altri ancora erano ghirigori di schemi che si attorcigliavano gli uni con gli altri.
La maggior parte, però, erano pagine accartocciate, strappate, dilaniate che riempivano lo scantinato.

Era uno scrittore e la scrittura aveva invaso la sua vita.

Anni prima aveva venduto tutte le sue proprietà per acquistare quella torre dimenticata nel fango dei campi; lì si era ritirato, per creare l'opera finale. L'ultima opera d'arte, la più grande.
I vicini non lo vedevano da due mesi, forse tre; per loro, indifferenti, era come se fosse morto. Poteva anche essere diventato il fantasma della torre, che mai ne aveva avuto uno e ora, forse, se l'era guadagnato.

In effetti era un po' scheletrico, l'uomo, non mangiava da tempo; riempiva febbrile solo fogli, fogli e ancora fogli, di cui era diventato schiavo. La sua opera...
- Sarà perfetta. Con questo... capolavoro... lei sarà mia. Di nuovo.
Infatti, l'uomo stringeva una foto sgualcita; una ragazza dai folti capelli chiari, sorrideva, sull'erba.

Per lei scriveva, da decenni, chiuso nello scantinato gelido. Si era dimenticato del mondo, inseguiva quell'opera d'arte finale con cui finalmente...
Si stiracchiò, alzandosi.
- Ci vuole del caffè. Ho l'ispirazione, sono vicino.
Così, attraversando la porta e un paio di muri, non si accorse di aver lasciato, alla scrivania, il proprio scheletro.


Di notte alla torre di Andrea Colli Vignarelli

Nessun commento: