domenica 20 marzo 2011

Racconto: Dove l’erba non tremava

Alzate lo suardo oltre la siepe di casa vostra. Potreste scorgere un simpatico vecchietto intento in virtuose operazioni di giardinaggio. Quell’anziano signore è il signor Franco, il protagonista della storia che vi stiamo per raccontare.


In quel giardinetto, accanto alla villa di legno e mattoni, non c’era suono né movimento alcuno.
Tutto era quieto, calmo, immobile.
Il proprietario – un anziano signore di nome Franco, con baffetti sottili ed occhi minuscoli – era assai dedito alla cura del suo giardino.
E, così, ogni giorno, con in mano un paio di forbicine ed un pettine, spuntava una foglia... pettinava l’erba scarmigliata dal vento... sistemava la messa in piega di una siepe, o cotonava la chioma di un salice un po’ troppo piangente.

Sì, Franco spuntava, pettinava, e cotonava... perché, per tutta la vita, non aveva fatto altro che il parrucchiere. Ed il suo modo di essere era stato influenzato dal suo lavoro a tal punto, che nemmeno con il sopraggiungere dell’età e della pensione era riuscito a trovarsi un’altra passione.
Per tale ragione barbe, capelli, chignon, e basette si erano semplicemente sublimati in aiuole, cespugli, e bonsai.
Tutti perfettamente curati ed immobili, in quel giardino nel quale l’erba non oscillava mai. Insensibile al vento. Noncurante delle brezze e dei refoli d’aria.
In quel giardino le farfalle, immobili, non erano altro che spille irrigidite, appuntate su petali fermi di fiori cristallizzati.
Perché Franco non aveva mai perso quella sua maledetta abitudine.
E, finito il lavoro, cospargeva foglie, pollini, e coccinelle con tonnellate di lacca spray.




Dove l’erba non tremava,
scritto da Federico Di Leva,
è un omaggio al genio di Tim Burton e al capolavoro cinematografico “Edward mani di forbice”

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