lunedì 14 novembre 2011
Racconto: Finto vero
Ci sono storie che sono come fotografie: scrutano la vita, colgono attimi, ne rivelano un’anima che, a guardar bene, è appena sotto la superficie delle cose. Basta saperla vedere. Questa storia è una di queste.
Le anziane camminano per il mercato appoggiate alle biciclette; si vergognerebbero a farsi vedere col bastone. Gli uomini si muovono a passi svelti. Qualcuno si ferma a consultare il biglietto lasciatogli dalla moglie, si guarda intorno un po’ confuso e poi riprende ancora più deciso, salvo poi tornare indietro senza aver trovato ciò che cerca. Le donne, invece, si fermano di continuo; quelle dai capelli tinti a parlar male di quelle con il capo coperto con il velo, che stanno a ridacchiando davanti al banco della biancheria.
I ragazzi che marinano la scuola si muovono in branchi ondivaghi e rumorosi. Ridono sguaiati da un banco all’altro, padroni assoluti della strada, orgogliosi della sigaretta in bocca e dei pochi euro in tasca.
Tre ragazze si provano le cinture in finta pelle.
Sul banco che fa angolo con la piazza tutto è finto, la pelle delle cintura, le griffe delle borse e le firme sugli occhiali. Ma sono veri i loro sogni adolescenti, acerbi e arditi come loro.
Una coetanea con i capelli neri prende i soldi, conta il resto e le guarda andare via. Questa sera avranno alla vita le cinture in finta pelle, per invitare un ragazzo a stringerle per un bacio vero.
La ragazza dai capelli neri le guarda sorridendo sparire verso il banco dei profumi. Lei che un bacio non saprebbe neppure come chiederlo. D’italiano sa dire solo “grazie” e i numeri per indicare i prezzi e i resti. Lei che dell’Italia conosce tutte le sfumature della notte che piano si fa giorno mentre carica sul camion le casse per andare a fare mercato . E nessuno lo direbbe, che le cinture e le borse in finta pelle pesino così.
Ogni persona che va al mercato sa che sul banco che fa angolo con la piazza tutto è finto: la pelle delle cinture, le griffe delle borse e le firme sugli occhiali. Ma il sorriso della ragazza con i capelli scuri, tutti vogliono illudersi che sia vero.
FINTO VERO di Antonella Mecenero
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