Ombre in movimento
Il 28 dicembre 1895 al Gran Cafè del Boulevard des Capucines a Parigi, i fratelli Louis e Auguste Lumière fecero la prima dimostrazione pubblica di una loro invenzione, un apparecchio chiamato “cinematografo” che consentiva di proiettare immagini in movimento davanti ad un pubblico numeroso.
Dopo oltre 500 cause contro varie imitazioni e, soprattutto, contro l’americano Thomas Edison, che nel 1889 aveva inventato una cinepresa ed una macchina da visione per un solo spettatore, il mercato venne comunque liberalizzato. Nel 1900 Charles Pathé acquistò dai fratelli Lumière i diritti di sfruttamento della loro invenzione diffondendo nel mondo il cinematografo.
Già nel 1896 i fratelli Lumière avevano effettuato le prime proiezioni pubbliche in Italia, diffondendo la passione per la nuova arte. Tra i primi ad essere conquistati c’era il torinese Roberto Omegna, che nel 1901 lasciò il tranquillo posto da impiegato di banca per seguire il suo amore per il cinema.
Nel 1904 realizzò il primo documentario prodotto in Italia, specializzandosi in questo genere cinematografico. Nel 1906 con Arturo Ambrosio e Alfredo Gandolfi diede vita a Torino alla Ambrosio Film, una compagnia di produzione cinematografica attiva fino al 1926. E dopo la chiusura fu direttore della sezione scientifica dell’Istituto Luce realizzando oltre un centinaio di brevi documentari.
Nel 1911 Roberto Omegna realizzò un documentario dal titolo “La vita delle farfalle” su soggetto del poeta Guido Gozzano, che era suo cugino.
Il poeta, che per inciso apparteneva ad una famiglia originaria del Lago d’Orta, a sua volta era affascinato dall’arte cinematografica. E dalle belle attrici, aggiunge malignamente qualcuno.
Tra i primi documentari girati per conto della Ambrosio Film, una pellicola del 1907 ha come soggetto il Lago Maggiore. Distribuito anche in Francia con il titolo “Le Lac Majeur en che-min de fer” il film fu probabilmente girato dal treno sulla nuova linea ferroviaria Arona Baveno.
Nel 1908 fu girato “Lago Maggiore pittoresco”, da un altro pioniere della cinematografia italiana, il milanese Luca Comerio, che nel 1911 realizzò il primo reportage video dal fronte, durante la guerra di Libia.
Nel 1909 il regista Giovanni Vitrotti girò, per conto della Ambrosio Film, “Regate sul lago d'Orta” che documentava le regate svoltesi quell’anno sul lago e che contribuirono a farlo conoscere e apprezzare non solo in Italia.
Si tratta di pellicole in larga misura perdute in quanto troppo delicate per resistere al passare del tempo. Evanescenti come quelle ombre cinesi che furono le antenate del moderno cinema.
Il 28 dicembre 1895 al Gran Cafè del Boulevard des Capucines a Parigi, i fratelli Louis e Auguste Lumière fecero la prima dimostrazione pubblica di una loro invenzione, un apparecchio chiamato “cinematografo” che consentiva di proiettare immagini in movimento davanti ad un pubblico numeroso.
Dopo oltre 500 cause contro varie imitazioni e, soprattutto, contro l’americano Thomas Edison, che nel 1889 aveva inventato una cinepresa ed una macchina da visione per un solo spettatore, il mercato venne comunque liberalizzato. Nel 1900 Charles Pathé acquistò dai fratelli Lumière i diritti di sfruttamento della loro invenzione diffondendo nel mondo il cinematografo.
Già nel 1896 i fratelli Lumière avevano effettuato le prime proiezioni pubbliche in Italia, diffondendo la passione per la nuova arte. Tra i primi ad essere conquistati c’era il torinese Roberto Omegna, che nel 1901 lasciò il tranquillo posto da impiegato di banca per seguire il suo amore per il cinema.
Nel 1904 realizzò il primo documentario prodotto in Italia, specializzandosi in questo genere cinematografico. Nel 1906 con Arturo Ambrosio e Alfredo Gandolfi diede vita a Torino alla Ambrosio Film, una compagnia di produzione cinematografica attiva fino al 1926. E dopo la chiusura fu direttore della sezione scientifica dell’Istituto Luce realizzando oltre un centinaio di brevi documentari.
Nel 1911 Roberto Omegna realizzò un documentario dal titolo “La vita delle farfalle” su soggetto del poeta Guido Gozzano, che era suo cugino.
Il poeta, che per inciso apparteneva ad una famiglia originaria del Lago d’Orta, a sua volta era affascinato dall’arte cinematografica. E dalle belle attrici, aggiunge malignamente qualcuno.
Tra i primi documentari girati per conto della Ambrosio Film, una pellicola del 1907 ha come soggetto il Lago Maggiore. Distribuito anche in Francia con il titolo “Le Lac Majeur en che-min de fer” il film fu probabilmente girato dal treno sulla nuova linea ferroviaria Arona Baveno.
Nel 1908 fu girato “Lago Maggiore pittoresco”, da un altro pioniere della cinematografia italiana, il milanese Luca Comerio, che nel 1911 realizzò il primo reportage video dal fronte, durante la guerra di Libia.
Nel 1909 il regista Giovanni Vitrotti girò, per conto della Ambrosio Film, “Regate sul lago d'Orta” che documentava le regate svoltesi quell’anno sul lago e che contribuirono a farlo conoscere e apprezzare non solo in Italia.
Si tratta di pellicole in larga misura perdute in quanto troppo delicate per resistere al passare del tempo. Evanescenti come quelle ombre cinesi che furono le antenate del moderno cinema.
La musica incontra la tragedia
Il 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, è il "Giorno della Memoria", per ricordare la Shoah (lo sterminio del popolo ebraico). Nei lager nazisti furono rinchiusi milioni di ebrei e di appartenenti ad altre etnie, nell’ambito del folle progetto di “purificazione della razza” voluto da Hitler e dal regime nazista.
In quell’inferno in terra c’erano alcuni luoghi il cui nome suonava falsamente come un’oasi di pace in un deserto di morte. In realtà le “Joy Division” erano gironi d’infamia assoluta dove giovanissime donne ebree, spesso poco più che bambine, erano costrette a prostituirsi ai carcerieri nazisti.
Nel 1955 viene pubblicato "La casa delle bambole". L’autore, Yehiel De Nur, era uno scrittore israeliano di origine polacca che lo pubblicò con il nome Ka-Tzetnik 135.633, il numero tatuato sul suo braccio ad Auschwitz.
Questo libro, scandaloso per la crudezza dei contenuti, ispirò un gruppo punk inglese che nel 1978 decise di cambiare il proprio nome da “Warsaw” (omaggio alla canzone “Warszawa” di David Bowie) in “Joy Division”. La formazione definitiva, composta da Bernard Sumner (chitarra), Stephen Morris (batteria), Peter Hook (basso) e dal cantante e poeta Ian Curtis è considerata una delle più famose ed influenti rock band.
Le atmosfere gotiche e opprimenti delle loro canzoni, piene di messaggi di morte, riflettono la reale disperazione di Curtis, gravemente malato di epilessia. Il 18 maggio 1980, alla vigilia di un tour negli USA, Curtis s’impiccò. Non aveva ancora compiuto 24 anni.
Mentre i compagni di Curtis assumevano il nome “New Order”, le canzoni dei Joy Division influenzavano il ventunenne James O' Barr. Avendo perso la moglie in un incidente si era arruolato nei marines. Dopo aver letto la storia di due fidanzati uccisi a Detroit durante una rapina, realizzò un fumetto, intitolato “Il Corvo”, caratterizzato da atmosfere gotiche e pieno di riferimenti musicali, con vari capitoli intitolati proprio alle canzoni dei Joy Division.
“Il Corvo” fu pubblicato nel 1988 con notevole successo. Nel 1994 divenne un film dall’intensa colonna sonora in cui sono presenti tra gli altri i Cure e i Joy Division. Il protagonista, Eric Draven, è un cantante assassinato con la fidanzata. Un corvo lo richiama dalla tomba e gli fa da guida in una città dannata su cui sembra cadere una pioggia perenne. Finché giustizia sia fatta. Perché “non può piovere per sempre”, dice Eric in una scena famosa.
L’attore, Brandon Lee era il figlio del leggendario Bruce Lee, il maestro di arti marziali cinesi famoso per i film di kung fu, morto in circostanze misteriose nel 1973 a 33 anni. Durante le riprese de “Il Corvo” una delle armi utilizzate sul set venne caricata con pallottole vere. Brandon Lee, colpito da una di queste, morì il 31 marzo 1993 a 28 anni.
La foto è una cortesia di ELE.
La bottega del mistero vi da alcuni altri suggerimenti musicali.
Bowie - China Girl
Ma voi, quali altre canzoni piene di ombre cinesi conoscete?
Fatecelo sapere coi vostri commenti!
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