Quando si è innamorati, c’è una cosa che la vita ti insegna: nella questioni di cuore non ci sono regole. O meglio, ci sono, ma non per tutti sono le stesse. Succede ad esempio nella storia che vi stiamo per raccontare.
“Sei il ragazzo migliore del mondo…”. Lo dice quasi attraverso la sciarpa, una difesa che con il freddo, pur non indifferente, ora ha ben poco a che fare.
“E…?!” faccio io, intenerito ma non convinto.
“E… con te sto bene, davvero, sto benissimo, insomma ti voglio bene e, contemporaneamente…”
Il suo viso mi pare a seguire un pensiero già formulato ma in equilibrio sopra un filo teso, in alto… Si tocca i capelli con i guanti di lana rossa che spuntano dalla stoffa blu scuro delle maniche del Montgomery. Decido di aiutarla, penso ad una roba tipo…
Boh, non mi viene, mi sa che è perché ho già capito, non è che serva un genio.
“E contemporaneamente non mi sento di… insomma, è inutile che…”. Lei si ferma ancora, oscillante, sempre acrobatica sul filo. Tirando i fili anche ai guanti, ma solo un poco, senza comprometterne la forma dopo ogni pizzico. Ma sul filo tiene anche me, potrei dire, se l’immagine non fosse ridondante, una pessima stereofonia. Un garbuglio.
L’aiuto un po’, stavolta mi viene un sintetico ma inequivocabile: “Mi vuoi lasciare?”.
La sua bella faccia infreddolita dall’aria serale di un gennaio liceale mi piace ancor di più, e nello stesso tempo mi fa girare le balle mica poco… Marta, tutta come protesa a dirmi senza dirmi, mi guarda un po’ stupita, spiazzata dalla domanda secca.
“Esci con Franco?”, le chiedo in aggiunta io, con una cosa dentro che si aggiunge al giramento, una sensazione di tristezza, di sconfitta. Stanchezza, forse…
“Non è che esco, lo vedo, parliamo…” annaspa lei, carina ma un po’ codarda. Carina, comunque, con quei capelli castani e gli occhi scuri.
“Contemporaneamente?”, le chiedo io. Vorrei uno specchio, subito dopo averglielo chiesto. Mi sa che la mia faccia, oltre che infreddolita, è un misto tragicomico imperdibile.
“Che… cosa?” mi ribatte, palleggiando.
Allora ricorro ad un mio vecchio stratagemma: penso a cosa farebbe Steve McQueen, in una situazione del genere. Ammesso che il vecchio Steve si sia mai preso un due di picche…
“Senti Marta”, parto fluido, ispirandomi all’Inarrivabile, “contemporaneamente in amore non va bene. Io pretendo l’esclusiva”. Come frase, considerando come ci sono rimasto male, non è neanche… male!
Lei tace. Vale una risposta. Lei si mette con Franco, se già non ci sta. Ora è davvero finita. Con Marta…
Grazie Steve, anche se a dire il vero Ali McGrow, in “Getaway!”, tu la perdonavi, dopo il tradimento! Ma lei aveva tradito per amor suo, per toglierlo dalla galera…
E poi quella era un’altra storia. Ognuno ha le sue!
Contemporaneamente di Marco Franceschini
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