domenica 26 febbraio 2012

Racconto: Realtà vir(tu)ale



Il Paradiso non è per tutti uguale. Per molti, ad esempio, è un luogo che non esiste. Per altri ancora è un mondo di cui essere l’onnipotente padrone. Adam, ad esempio, è uno tra questi. È il protagonista della storia che vi stiamo per raccontare.


Adam salì in casa di corsa.
Aveva da poco finito di lavorare e, una volta nel suo appartamento, avrebbe potuto sperimentare la sua ultima invenzione. Lavorava da anni ad un prototipo di Riproduttore Neurale di Realtà Virtuali e, finalmente, era giunto il tempo del collaudo.
Giunto nella camera da letto, arredata con vecchi mobili color marrone, Adam indossò l’elmo metallico e lucente che – trasmettendo speciali impulsi al suo cervello – gli avrebbe dato l’illusione di vivere in una realtà alternativa alla vera realtà, eppure altrettanto realistica.
Appena ebbe indossato quello strano cimiero tecnologico, Adam poté scorgere, direttamente riprodotti nella sua mente, la stanza da letto, la scrivania con sopra i fogli di appunti ed i progetti del Riproduttore, e tutti gli altri oggetti di sempre… tutti perfettamente replicati dall’elmo elettronico.
Fiero del lavoro compiuto, l’uomo regolò le impostazioni di riproduzione dal livello “utente” al livello “divinità”, così da poter esplorare quel suo mondo mentale in veste di onnipotente creatore, sorvolandone i monti fasulli, i laghi ridipinti da scintille neurali, e le città disegnate da connessioni elettroniche.
Adam, esploratore e padrone del suo mondo, aprì la finestra della camera, deciso a spiccare il volo. E saltò.
Fu un volo incredibile. Adam sperimentò una sensazione fantastica, d’un’intensità mai provata prima.
Quindi l’uomo aprì le braccia, pronto a saettare nel cielo, divino padrone dell’azzurra tela della sua volontà.

Seguì un forte tonfo, ed il crepitio di ossa spaccate.

Lo raccolsero poche ore più tardi, con uno scolapasta in testa, ed i rimasugli della sua fantasia nel tremolio, lucido e spento, dei suoi occhi, ormai morti.


Realtà vir(tu)ale Federico Di Leva

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