Ronzanti pungiglioni volanti
Fin dall’antichità le api furono considerate simbolo dell’operosità, della fatica virtuosa e dell’ordine. La loro natura sociale ne faceva il modello a cui ispirarsi per le comunità umane, in particolar modo quelle dalla struttura gerarchica fortemente piramidale.
Così nell’antico Egitto il simbolo geroglifico dell’ape indicava il Faraone. Che comandava su sudditi che evidentemente desiderava veder lavorare, operosi, instancabili e obbedienti come api.
Per contro le vespe erano usate per indicare uomini feroci, dediti al male e nascosti in luoghi sotterranei e inaccessibili. I loro nidi erano simbolo degli inferi, da cui era meglio tenersi alla larga. Infatti ancora oggi si dice “cadere in un vespaio” per indicare luoghi pieni di malignità e pericoli.
Invece i prodotti delle api andavano sugli altari. Nelle candele, la cera era simbolo della carne di Cristo, lo stoppino della sua anima e la fiamma della sua divinità. Le vespe al contrario erano simbolo dell’eresia, insidiosa, pericolosa e da soffocare col fumo e il fuoco.
Le api compaiono negli emblemi araldici come simbolo di operosità, lavoro e dolcezza. Famose sono le tre api della famiglia romana Barberini; o le api sul mantello di Napoleone, che rappresentavano l’industriosità dei Parigini e riprendevano un antico simbolo dei primi re francesi.
Mentre i sovrani tenevano per sé le api, sul lago d’Orta, per la precisione a San Maurizio d’Opaglio gli abitanti delle diverse frazioni venivano indicati con “titoli” scherzosi. Così gli abitanti di Briallo erano i “Matarogn” (calabroni), mentre quelli di Lagna “Vesp” (vespe). E c’è da scommettere che quando s’incontravano volassero scintille.
La vespa insomma per molto tempo ebbe una fama negativa, di animale collerico e attaccabrighe, dedito al male. Ci volle una guerra per cambiare questo sentire diffuso. Nel 1944 una casa motociclistica con sede a Pontedera (PI) fu costretta a trasferire la produzione nel Biellese, zona ritenuta più sicura rispetto ai bombardamenti degli Alleati.
Qui venne concepito un prototipo di scooter denominato Moto Piaggio 5 o MP5 Paperino. Il prototipo non venne messo in produzione, ma nel 1946 fu rielaborato e divenne il modello della Vespa Piaggio, che rivoluzionò i trasporti negli anni Cinquanta con la sua praticità ed economicità.
Dalla Vespa nacque un altro veicolo di grande successo. Nel 1948 venne progettato un motofurgone su tre ruote che originariamente era una vespa con un rimorchio attaccato. E l’Ape Piaggio ebbe un successo straordinario.
Per dimostrare la validità del mezzo, nel 1998, due milanesi, che si fanno chiamare gli Apenauti effettuarono la traversata del continente euroasiatico, da Lisbona a Pechino a bordo di due Ape TM a miscela.
Le vespe della musica
Dal Cinquecento l’Inghilterra diede vita a vari tentativi di colonizzazione del nord America. In molti casi l’esperimento riuscì. In altri fallì. È il caso della colonia dell’isola di Roanoke, la seconda fondata nel nord America (nel 1585), i cui 117 abitanti scomparvero misteriosamente nel 1590.
Ancora oggi non c’è certezza sulla loro sorte. Le teorie spaziano dalle guerre con gli indiani, alla siccità che avrebbe costretto i coloni a cercare rifugio altrove, fino a quelle romanzesche che ipotizzano maledizioni demoniache o attacchi di morti viventi contro la “colonia perduta”.
I discendenti dei coloni inglesi che nel Seicento diedero vita alla colonie americane vengono individuati con l’acronimo WASP (in inglese significa “vespa”), che indica un individuo “White Anglo-Saxon Protestant” vale a dire un “Bianco Anglo-Sassone Protestante”.
I WASP costituiscono una sorta di aristocrazia americana, coi suoi rituali, passatempi, circoli esclusivi e formazione nelle migliori università. Cultura, buona educazione, legami familiari e religione sono gli elementi che hanno consentito ai WASP di detenere le chiavi del potere economico e politico.
Quando però a salire sul palco è una band che porta il nome di W.A.S.P.(coi punti tra le lettere) ci dobbiamo aspettare qualcosa di molto lontano dalla classica educazione WASP.
Quel che pensa Blackie Lawless, il leader incontrastato del gruppo, di un’esibizione live è molto chiaro: «Mi sono sempre annoiato a morte guardando band che salivano sul palco in t-shirts e jeans e stavano ferme per tutta la notte… Preferirei essere morto che stare sul palco in quel modo. Ciò che posso dire è che se pensate di aver già visto cose folli, dateci tempo e non crederete ai vostri occhi. »
Capelli lunghi, vestiti eccentrici, performance piene di allusioni sessuali e sangue finto per una musica energica che coniuga le sonorità del rock americano con la potenza della musica heavy metal inglese.
Il primo singolo dei W.A.S.P è “Animal (Fuck Like a Beast)”, una canzone così perversa e trasgressiva da scatenare la durissima reazione della P.M.R.C. (Parents Music Resource Center), che scatenò una guerra legale ed ideologica con la band che si trascinò a lungo.
L’origine del nome della band è misteriosa. Tra i fan è persino corsa la leggenda che W.A.S.P. significhi "We Are Sexual Perverts" ("siamo maniaci sessuali").
Secondo il primo bassista Rik Fox il nome deriverebbe invece molto più semplicemente da una vespa, schiacciata sotto una foglia di un albero di avocado. Ma Blackie Lawless ha risposto negando, contro ogni evidenza, che Rik Fox abbia mai fatto parte dei W.A.S.P.
W.A.S.P. - Wild child
La foto è una cortesia di ELE.
La bottega del mistero vi da alcuni altri suggerimenti musicali.
Lunapop, 50 Special.
Ma voi, quali altre canzoni pungenti conoscete?
Fatecelo sapere coi vostri commenti!
www.illagodeimisteri.it
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