domenica 3 giugno 2012

Racconto: Sapori


Quando senti che il tuo mondo non gira come vorresti, la vita perde sapore; salvo poi ritrovarlo non appena uno spiraglio di luce torna ad illuminare i tuoi giorni. Succede al protagonista della storia che vi stiamo per raccontare.

Quando mi separai, dopo varie vicende comuni a tanti che non sto a raccontarvi, mi trovai un monolocale e dovetti per la prima volta cucinare.
Il problema non era solo il cibo.
Potevo mangiare con poca spesa in trattoria. Però non sempre si ha voglia di uscire quando la vita cambia così radicalmente. E non c’è nemmeno la curiosità per una pietanza piuttosto che un’altra. Anzi, non te ne frega niente del cibo quando sei solo.

Così tutto andava bene nel mio panino quotidiano. Una volta il prosciutto, una volta la marmellata. Insieme non erano un granché… un po' di buon palato rimaneva.

Con i quattro-salti-in-padella direttamente messi a scaldare surgelati e poi dimenticati ho fatto una crosta informe e maleodorante. E ho fatto morire l’unica padella che possedevo, oltre ad avere in casa un odore tremendo per un paio di mesi.
Per fortuna godo di ottima salute e non mi capita mai di stare male. Ma certo non avevo una bella cera. Nonostante i grassi animali e vegetali e la mancanza di vitamine, ero sempre forte e scattante. Ma grigio e di umore depresso. Non c’è piacere nel cibo quando si è soli.

Solo Paperino era felice, il mio gattone tigrato che invece mangiava più che bene: scatolette della miglior marca che a leggere le etichette non c’è un prodotto di pari virtù per noi umani.

Così la mia vita procedeva con la solita routine. Il gatto ingrassava ed io ingrigivo. E se non fosse stato per un paio di amici che mi erano rimasti vicini e mi invitavano ogni tanto a cena, sarei diventato di plastica. E prima o poi il mio fegato avrebbe detto la sua.
Finché un giorno il caso, o chissà quale disegno divino - o forse la mia vita era così insipida che dal mio loculo ho inconsciamente invocato un cambiamento - una fata buona mi ha notato.
Così, non narrandovi dove, come e quando, mi trovai a mangiare un piatto di risotto cucinato da mani amorevoli e poi una fetta di torta salata, e poi un pezzo di lasagna al ragù e poi…
Ora non vi dirò come e quando e come ora sta andando.
Dirò solo che, finalmente, del cibo e della vita, io ora sento i SAPORI.


Sapori
di Oreste Stefanazzi e Elena Caligara

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