Veleni e alchimisti
Parlando di veleni ci sono molte credenze popolari sull’argomento.
Secondo un’antica credenza popolare, ad esempio, i funghi in natura sarebbero tutti commestibili, ma diventerebbero velenosi se crescono accanto a pezzi di ferro arrugginiti o se vengono morsicati dalle vipere. Ovviamente si tratta di superstizioni, perché la ruggine non è un veleno e le vipere non morsicano i funghi.
Sempre a proposito di vipere, quando si va a fare una passeggiata nei nostri boschi o sulle nostre montagne si ha spesso molta paura di loro.
In realtà questi animali non sono tra i più velenosi. Intanto è un evento abbastanza raro che una vipera morda l’uomo, perché di solito preferisce la fuga. E peraltro ci sono animali più velenosi. Il veleno di un calabrone, ad esempio, ha una velenosità doppia rispetto a quella di una vipera, anche se fortunatamente la quantità inoculata è relativamente poca, ma pur sempre abbastanza pericolosa per l’uomo. Invece il veleno del temibile cobra dagli occhiali, che per fortuna in Italia non vive, ha una potenza ben 18 volte superiore a quello della vipera.
Se però volessimo stilare la Top 10 degli animali più velenosi del mondo al primo posto non ci sarebbe un serpente.
Troveremmo infatti una medusa, la Chironex fleckeri. Nei suoi tentacoli lunghi fino a tre metri c’è abbastanza veleno da uccidere 60 uomini adulti. E pare che dal 1954 ad oggi siano ben 5567 le vittime di questi letali, e praticamente invisibili, killer del mare che incrociano nel periodo estivo nelle acque tra l’Australia e la Nuova Guinea.
Non occorre andare dall’altra parte del mondo, naturalmente, per incontrare delle sostanze velenose. Ma cos’è esattamente il veleno?
Una delle prime definizioni di cosa sia un veleno si deve ad uno studioso svizzero nato nel 1493 vicino a Zurigo, ma laureatosi a Ferrara in un tempo in cui i cervelli in fuga si rifugiavano in Italia. Il suo nome era Philippus Aureolus Theophrastus Bombastus von Hohenheim, ma egli stesso, probabilmente spaventato dalla montagna dei suoi nomi, si faceva chiamare per brevità Paracelsus. Anche per sottolineare la vicinanza ideale ad Aulo Cornelio Celso, un naturalista e medico romano, vissuto nel I sec. d.C. Ebbene, secondo Paracelso “Tutto è veleno, e nulla esiste senza veleno. Solo la dose fa in modo che il veleno non faccia effetto.”
La figura di Paracelso è interessante per molti motivi. Si dice che fosse non solo un medico, ma anche alchimista, astrologo e mago.
Paracelso, la cui figura è in parte avvolta dalla leggenda. Viaggiò a lungo in Europa e in Asia e secondo alcuni biografi fu prigioniero del Khan dei Tartari e medico a Istambul dove avrebbe ricevuto un misterioso dono da parte di un certo Solomone Trismosinus. Un personaggio che alcuni testimoni sostenevano di aver incontrato ancora vivo nel Seicento, oltre 150 anni dopo.
Paracelso avrebbe ricevuto in dono da Solomone Trismosinus niente di meno che la pietra filosofale che conferiva al possessore grandi poteri: l’immortalità, una conoscenza illimitata e la capacità di trasformare i metalli vili in oro.
Una celebre frase di Paracelso recita: "Ogni medico dovrebbe essere ricco di conoscenze, e non soltanto di quelle che sono contenute nei libri; i suoi pazienti dovrebbero essere i suoi libri."
Paracelso era superbo, orgoglioso, pieno di sé e arrogante, caratteristiche ereditate probabilmente dal nonno, un Gran Maestro dell'Ordine Teutonico. Aveva tale considerazione della propria scienza da bruciare pubblicamente, come oggetti inutili i libri di Galeno e Avicenna.
Tuttavia Paracelso aveva un approccio per molti versi molto più moderno di quello di tanti medici suoi contemporanei che si limitavano a studiare a memoria le teorie contenute nei libri senza degnare di uno sguardo i loro pazienti.
Egli riteneva che occorresse sperimentare i rimedi. Quei farmaci che assunti a dosi sbagliate potevano diventare altrettanti veleni. Qualcosa di simile al nostro metodo scientifico, insomma.
Il veleno del rock
Nel 1968 un gruppo di giovani rockers americani, capitanato da Vincent Furnier, si trovava nella necessità di modificare il nome della band, che all’epoca era “Nazz”.
Mentre discutevano su quale adottare, Furnier rivelò ai compagni che durante una seduta spiritica aveva scoperto di essere la reincarnazione di una strega, Alice Cooper, bruciata sul rogo nel Seicento nella città di Salem.
Salem è un nome che compare spesso nella letteratura per via di una serie di fatti inspiegabili che nel 1692 coinvolse molti esponenti di questa piccola e litigiosa comunità di puritani del Massachusetts.
Tutto cominciò quando due bambine cominciarono a dire di sentire suoni che nessuno udiva, a gridare senza motivo, ad arrampicarsi sui mobili e a contorcere il loro corpo in modo innaturale. Quando gli adulti della comunità cominciarono ad indagare, esse parlarono di inquietanti visioni e di strani incontri notturni a cui partecipava un misterioso uomo che veniva da Boston.
Di fronte a questi inspiegabili eventi la piccola comunità di puritani si convinse che questi fenomeni fossero causati dalla presenza del diavolo e che gli accadimenti fossero da interpretare come vera stregoneria.
Trattandosi di una comunità di Protestanti non esisteva l’Inquisizione. Venne però creato un tribunale speciale che cominciò ad arrestare, interrogare e processare. Il largo utilizzo della tortura come strumento d’interrogatorio indusse varie confessioni che tirarono in ballo molte altre persone. In pochi mesi le incriminazioni dilagarono nei paesi circostanti, portando alla condanna a morte di 19 persone, mentre 150 venivano arrestate e altre 200 venivano accusate di stregoneria.
La situazione apparve così grave da indurre alcuni pastori protestanti a fare pressioni sul Governatore perché intervenisse, anche perché il fenomeno, nonostante le condanne, pareva inarrestabile.
Il tribunale speciale fu soppresso dal Governatore e sostituito da un’altra corte che non accettò più le visioni delle giovani come prove per l’accusa. Delle 50 persone ancora in carcere quasi tutte furono scagionate. Solo tre furono condannate, ma il Governatore sospese la pena. Solo allora la misteriosa epidemia di stregoneria terminò.
Secondo alcuni studiosi ci sarebbe una spiegazione scientifica del fenomeno, che fu amplificato dai sistemi d’interrogatorio, dalle delazioni interessate e dalla superstizione dei giudici.
La causa di questa allucinazione collettiva sarebbe da ricercare da un lato nell’isteria provocata dalla paura per i continui attacchi degli indiani. Dall’altro sarebbe la conseguenza dell’ergotismo, una forma di intossicazione provocata da un parassita delle graminacee, in particolare della segale, cui conferisce alla pianta infetta il nome di “segale cornuta”. Gli alcaloidi velenosi del fungo, presenti anche nel noto LSD, provocano un’intossicazione acuta a livello del sistema nervoso centrale che può portare alla morte, ma ha tra gli effetti anche delle potenti allucinazioni.
Vincent Furnier non si limitò a dare alla band il nome di Alice Cooper in onore della strega di Salem, ma lo mantenne come proprio nome d’arte quando nel 1975 intraprese la carriera di solista.
La band prima e Alice Coper da solo in seguito diedero vita allo “shock rock”, introducendo elementi macabri e tenebrosi, e determinando il successo di quell’immaginario horror diventato un marchio di fabbrica per molti musicisti heavy metal. Marylin Manson, ad esempio, da ragazzo vendeva di nascosto audiocassette di Alice Cooper nel collegio cattolico che frequentava e per questo fu sospeso.
La carriera di Alice Cooper continua tuttora, benché l’apice del suo successo commerciale sia considerato un singolo del 1989 incluso nel suo 18° album, “Trash”.
Anche questa canzone, che parla della velenosa attrazione per una donna fatale, suscitò come sempre polemiche. In questo caso fu il video originale ad essere censurato e le sequenze incriminate furono girate di nuovo, questa volta coprendo con un corpetto le nudità della modella Rana Kennedy.
Alice Cooper, Poison.
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