sabato 18 aprile 2009

Fino all'ultimo sorso

Torna Perry Zona con il racconto improntato al tema conduttore. In questi momenti della trasmissione ci rendiamo conto di quanta arte ha ispirato il caffè: dai semplici momenti di aggregazione alle espressioni più disparate.
Il pezzo che ci presenta la nostra blogger è:

Dal bancone di un bar

Una mattina due tazzine di caffè si ritrovarono vicine nel cestello della lavastoviglie di un
vecchio bar, mentre i loro rispettivi piattini erano già riposti nello scolapiatti ad asciugare.
- Sai che c’è… - disse una all’altra. - Che questa vita mi sta ristretta da un po’ di tempo a
questa parte. -
- Che ti succede ? - le chiese l’amica.
- Mah, non saprei come spiegartelo…mi ritrovo sempre sola su quel bancone, mentre
cucchiaino si rilassa dopo le gimcane che gli fanno fare con lo zucchero e mentre piattino sta
inerte come al solito a guardare il soffitto. Sono stufa…-
- Ma come?! - ribattè l’amica. - Non ti senti fortunata? Viviamo ogni giorno delle emozioni
incredibili! Milioni di persone appoggiano le proprie labbra su di noi e grazie al nostro
contenuto iniziano bene ogni giornata! -
- Sì, certo…ma sempre la stessa solfa! C’è quello che sorseggia e allora stiamo un po’ di più
per aria, c’è quello che nemmeno mette lo zucchero e trangugia come un’idrovora! C’è quello
che ci tiene sospese per un bel pezzo e quello che si rovescia addosso il caffè…ma alla fine ci
rimettono sul bancone, sul nostro piattino e via di nuovo in lavastoviglie… -
- Cara amica, questo è il disegno per noi! Siamo state create per contenere il caffè, caldo,
ristretto, macchiato o corretto…ma sempre nero e forte che piace tanto! E’ il nostro compito!
Pensa che qualcuna di noi finisce per non essere mai usata, resta immobile a prender polvere
nelle teche della nonna. Alcune di noi non vedono mai la luce perchè non escono nemmeno dal
loro imballo. Noi siamo le tazzine di caffè…siamo importanti, noi serviamo! -
Ma l’amica non era affatto convinta e tristemente voltò il manico all’amica, aspettando il suo
ennesimo turno di comparire sul banco.
La mattina successiva le due tazzine vennero posate sul bancone insieme. Due uomini distinti,
in giacca e cravatta, le attendevano. Il primo era agitato e scuoteva le braccia, era visibilmente
nervoso. Il secondo era più tranquillo, lo stava semplicemente ad ascoltare. Improvvisamente il
primo dei due uomini afferrò la sua tazzina che immediatamente scivolò dalla sua mano e cadde in frantumi, mentre l’altro uomo indietreggiava per schivare gli schizzi di caffè, sollevando e tenendo stretta la sua tazzina fra le dita.
Da quel giorno la tazzina sopravvissuta non si lamentò più e visse ogni sorso della sua esistenza
come fosse l’ultimo.

1 commento:

Alfa ha detto...

In effetti la vita andrebbe gustata fino all'ultimo sorso...