venerdì 24 aprile 2009


IERI

“Ho lo sguardo in alto. Sopra al cancello c’è scritto Libertà…. Libertà con la elle maiuscola, lo capite?!
Sono corso dentro, nemmeno ho chiesto o cercato di capire cosa voglia dire Libertà.
Io ce l’ho nel sangue, l’ho sempre sentita la Libertà, per questo non mi serve assolutamente indagare.
Che bello, ora corro nei boschi, scavalco le staccionate al di la del fiume e mi arrampico sugli alberi
senza più guardare in basso… e non mi chiedo se tutto questo possa essere pericoloso.
Addestro i cavalli e li cavalco a pelo, senza sella.
Che bella la mia libertà, quanto l’amo, quanto la sento scorrere dentro la mia anima;
guai a chi me la porterà via, guai a chi distruggerà questo mondo…. ma che paure? Nulla di questo è possibile.
Canto e ballo tutto il giorno, poi mi riposo e leggo.
Fumo una cosa buonissima e che non fa male…. mica come quella roba che fumate voi e che vi uccide!
Gioco a saltare la corda e qui vincono tutti, anche quelli che non giocano.
E che mangiate! Qui, dietro al cancello con scritto Libertà con la elle maiuscola, si mangia da Dio.
Poi mi insegnano e io imparo e subito dopo sono io ad insegnare e loro, bhè, loro imparano.
Faccio tanti lavori, mi costruisco da solo le cose, le scarpe, i vestiti, con il cuoio faccio delle cose bellissime.
Ah si, la Libertà, quella con la elle maiuscola….che bella!
guai a chi me la porterà via, guai a chi distruggerà questo mondo…. ma che paure? Nulla di questo è possibile.
Io sono attento, sono vigile, nessuno mi toccherà la mia Libertà, quella che mi scorre nell’anima”.


OGGI

Oggi questo bambino non ha più parole;
una notte, improvvisamente, il cancello si è chiuso bruscamente e la elle della Libertà, dal gran botto è caduta a terra, scollata, scivolata rovinosamente.
Ora si legge solo “ibertà”…. C’è un vuoto, uno spazio nero, un buco che rende tristi e che non lascia intuire il significato delle cose.
“ibertà”…. Cos’è? Cosa significa? Ora non ci capiamo più quando parliamo tra di noi.
Il cancello è ancora chiuso e il bambino vive a stento.
Non gioca più, aspettando che quel cancello si riapra; resta fisso, ogni giorno con l’idea che qualcuno possa ritornare a varcarlo.
Ma deve saper aspettare ancora….e intanto soffoca le risa e la gioia, si nasconde dalle luci e non si fa sentire.
L’erba è cresciuta e i cavalli son tutti morti, abbandonati vicino alle staccionate ormai di legno marcio.
Forse qualcuno un giorno tornerà, raccogliendo la elle maiuscola da terra e riattaccandola al cancello.
Forse un giorno proprio quel cancello si riaprirà lentamente, con un sibilo di risveglio che smuoverà l’anima.
Ma oggi non è ancora quel giorno
e il bambino continua ad aspettare….

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