Ho un buco nella testa
una fessura strana dalla quale passano aria ed acqua.
Un buco non molto preciso per la verità
ma non vedendolo non mi interessa,
lo sento e basta perciò può anche non essere tondo.
Il problema vero è fermare i pensieri.
Non so proprio come fare,
forse dovrei stringerlo o delimitarlo,
ma ho paura che mi tremi la mano.
Ho paura di incasinarmi
e ritrovare brandelli di cose in giro,
che mi colano sulla fronte.
Forse il trucco sarebbe ficcare dentro tutto,
così come viene, senza problemi.
Che tanto i buchi quando son pieni mica si vedono
e nessuno se ne accorge e tu poi ti dimentichi.
L’unica cosa che potrebbe capitare è di inciampare,
di caderci malamente dentro,
rovinarsi una gamba o un polso.
Ma tutto sommato questo non è un problema mio,
semmai è dei miei pensieri
che poverini son già zoppi.
La cosa che più mi disarma è quell’aria costante;
un rutilante scorrere di questioni e di momenti
che si legano al vento e passano.
Non posso certo esser sempre li,
a pescare tra le cose, a far volare aquiloni,
ad ammazzare il tempo con la mente.
Ah, avessi la capacità di fermare gli eventi,
allora si che metterei ordine a tutta questa roba;
farei luce, disbrigherei la matassa, selezionerei,
correggerei l’argine del buco e devierei a destra,
per la discesa che raggiunge il cuore.
Ma ormai ho capito che nel buco non si entra,
dal buco non si seleziona, non si sceglie;
tutto passa e poi ripassa ancora,
come i vagoni di un treno che stride
sul ferro di rotaie che galleggiano su una coscienza d’acqua,
e a noi non resta che costruire dighe.
2 commenti:
E bravo, Umberto... complimenti!
bellissimo!
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