domenica 9 gennaio 2011

Racconto: In portanza d'ala

Allacciate le cinture e preparatevi al decollo. La storia che vi stiamo per raccontare ci farà volare in alto. Preparatevi ad una frizzante avventura che Sara Zancanaro ha scritto per noi.


Lo specchio rimbalza una me stessa spumeggiante e sorridente.
Con il vestitino d’azoto ripulito dalle polveri sottili sarò la particella d’aria più carina della serata. Modestia a parte, posso solo arrendermi a questa iridescente verità. Un tocco di elio sulle palpebre, uno di argo sulle labbra, e anche il trucco resisterà al vapore acqueo dell’autunno. Cappottino d’ossigeno orlato di xeno e cripto per proteggermi dal turbinio informe delle nuvole in quota. E voilà, pronta per la festa.
Fluttuo in direzione aeroporto Roma Fiumicino, tra la tosse ai corpuscoli aggregati e lo starnuto a quelli ultrafini. E, finalmente mi fondo in un abbraccio con le mie due amiche d’infanzia, Sally e  Patty.
“Ehi, tutte pronte per gli scivoli funambuli?”, esulta la prima.
“Siii, nella testa caprioleggio acrobazie già da giorni ormai. Andiamo”, sollecita la seconda.
Noi, l’erompente trio On The Air che non teme rivali sulla pista lusingata dalla brezza dei decolli e atterraggi. Così, balziamo dai nembostrati, su, agli altocumuli, per salire ancor più in alto, ai cirri. Ed eccolo là l’uccello d’acciaio che vola con le ali immobili in formato Jumbo, o Boeing 767, o Airbus 320, ooh! Aereo, tu passione che ci fai volteggiare su quelle ali fredde ma corroboranti come il fuoco acceso nel camino d’inverno.
Libriamo nel fremito di toccarti ancora una volta. Avanti languide. Immolate contro il profilo della tua ala. E sorpresa improvvisa, come un’inaspettata primavera, la corrente d’aria si divide in due. Sally si allunga sinuosa, a scorrimento veloce sul dorso dell’ala e, particella ora rarefatta, imprime una minore pressione rispetto a Patty e me che coccoliamo il ventre dell’ala con un avanzamento più lento. Ooh! Portanza aerodinamica, tu forza magica che nasci dalla differenza tra le due pressioni. Ooh! Tu, massaggio effervescente che permetti al metallo argenteo di levarsi libero in cielo. E noi, euforiche nella vertigine esilarante di vortici eccitanti, ritroviamo Sally alla fine di queste evoluzioni elettrizzanti a 39.000 piedi d’altezza.
Ridiamo e, con sguardo d’intesa ebbra come sudate per un caldo d’estate, ci prepariamo ancora, ingorde di rivivere in portanza alata nell’etere celeste.


In portanza d'ala scritto da Sara Zancanaro

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