lunedì 10 gennaio 2011

Racconto: L’uomo del vento

La magia di una meravigliosa isola nel pacifico è lo straordinario scenario che fa da sfondo ai sogni di un uomo: aprire le ali e lasciarsi portare dal vento. Questa è la storia che vi stiamo per raccontare.


Questa piccola isola è uno scorcio di paradiso.
Dicono che da sempre ci convivano uomini e dei. Si avverte qualcosa di fatato che soffia e percorre invisibile i sentieri nascosti immersi nella foresta selvaggia. C’è un tripudio di colori cangianti: dagli aceri fiammeggianti d’autunno alle migliaia di ciliegi fioriti in primavera.
Qui vive gente semplice, dal passato di pescatori in un rapporto quasi viscerale con questo mare magico dai mille riflessi: i suoi flutti conservano il ricordo di un tempo remoto quando, agli antipodi della storia, il dio Fujin dal suo sacco di pelle di leopardo sprigionò i venti, spazzando via le brume del mattino e facendo splendere il sole.

Mi chiamo Junpei e sono l’uomo del vento.
Da tempo vengo qui. La cima della collina è il punto più alto dell’isola e questa torre bianca dall’ampia terrazza è stata spesso meta della mia solitudine di ragazzo. Da qui si gode di una vista mozzafiato. Ricordo che mi piaceva osservare la processione delle barche durante il festival di kangen. Qui ho avvertito per la prima volta sul mio viso la carezza del vento che ha pazientemente consolato un’esistenza anonima e raminga.
Ho sempre desiderato un paio d’ali per fuggire dai corrotti meccanismi umani. Sul mio aliante ho cercato l’indefinibile quiete del cosmo dove sta scritta la nostra vera natura e ho imparato ad ammirare il magnifico concerto silenzioso del mondo visto dall’alto.

Mi chiamo Junpei e sono l’uomo del vento e come lui in un solo istante posso volare ovunque. Ora mi trovo nel Missouri, in un centro ortopedico, su una sedia a rotelle a causa di un incidente in volo. Ho appena dipinto questo quadro. La piccola isola di Miyajima da cui provengo è davvero un paradiso su questa tela; si vede anche il mare di Seto con i suoi flutti magici. Ed ecco questo sono io: proprio sulla torre in cima al monte Misen!
Le mie ali d’aliante ieri si sono spezzate per sempre e non ci sono più; ma esse mi hanno regalato qualcosa che nessuno mi potrà mai togliere: la libertà.


L’uomo del vento scritto da Fabio Giusti



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