sabato 30 aprile 2011

Racconto: Il signore del Caos

Sfogliando le pagine di antichi libri di magia potreste scoprire tante cose sul conto dei draghi: chi sono, come vivono e soprattutto come liberarsi di loro. Ce n’è uno in particolare di cui dovreste avere paura. È il protagonista della storia che vi stiamo per raccontare.


Nessuno sa come sia stato possibile. Tutti erano convinti che i draghi fossero stati distrutti e che della loro razza si fosse perso il seme. Ma evidentemente si sbagliavano. Da qualche parte, mentre gli uomini banchettavano e ridevano, un uovo covato nell’odio, nell’avidità e nella brama di vendetta si andava lentamente sviluppando. E un giorno, all’insaputa di tutti, il drago sorse. Ma anche allora nessuno se ne accorse. Forse perché ancora non era così potente da colpire, o forse solamente perché viveva in un paese lontano. La sua esistenza divenne manifesta solo quando, dopo giorni, mesi o anni – che importa ormai? – il drago colpì. Chiedete alla gente: nessuno ricorda quando strisciò fuori dall’uovo e levò il suo grido per la prima volta, ma ciascuno potrà dirvi dove si trovava nel giorno e nell’ora in cui l’attacco ebbe inizio.

Ho tentato, credetemi, di descrivere la forma del drago perché vi fosse di aiuto, ma l’oscena asimmetria di quel corpo, su cui lo sguardo slitta senza riuscire a trovare un punto di equilibrio, ha reso vani gli sforzi della mia penna.
D’altronde, come ho scoperto nelle mie notti tormentate passate a sfogliare antichi testi polverosi, Ismarroth non è un semplice drago. Creature queste di poco superiori alle bestie, che passano i sessantacinque sessantaseiesimi della loro esistenza in letargo e quando si svegliano si dedicano all’abigeato o al rapimento di vergini.
Ismarroth il Dragone, la cui voce è soave come il belato di un agnello e consolante come quella di una madre, è il signore del Caos e il suo cuore è nero come l’Abisso. Vi confesso che quando lessi il nome di Ismarroth nel Libro degli Eterni disperai di poter salvare il mio mondo dalla sua furia e la mia fede tremò come la fiamma di una candela scossa da un vento gelido.

Infine, quando tutto ormai sembrava perduto, scoprii in un armadio chiuso da sette sigilli un libro, in cui era descritto il modo per liberarci da lui.
Richiusi il portale alle sue spalle non appena lo vidi precipitare come una folgore sul vostro mondo.
Perdonatemi per quello che vi ho fatto, se potete.

Il signore del Caos
di Andrea Del Duca

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