sabato 4 giugno 2011

I salti della bottega del mistero

Salti leggendari

Ci sono salti destinati ad entrare nella leggenda, quale che sia la sorte di chi, per temerarietà o disperazione, li ha compiuti. Racconta, ad esempio, lo scrittore Bruce Chatwin di aver visto in Patagonia la tomba di un cavallo, di nome El-Malacara, dedicatagli dal suo padrone, John Evans.
Il 14 marzo 1883, tornando dalla Cordigliera, John Evans e tre compagni furono inseguiti e attaccati da un gruppo di indios. Vedendo i suoi amici cadere uno dopo l’altro sotto le lance degli attaccanti, John Evans spronò disperatamente il suo cavallo. Ed El-Malacara saltò un crepaccio largo quasi otto metri portando in salvo entrambi e guadagnandosi l’eterna riconoscenza del suo padrone.

Un tragico salto è legato anche alla vicenda che vede protagonista una madre coraggiosa vissuta nel Cinquecento, almeno secondo una leggenda del Lago d’Orta che trae spunto da una storia vera.
Nel 1529 il lago d’Orta fu invaso da una banda di mercenari guidati da un capitano napoletano di nome Cesare Maggio. Mentre tutti i paesi venivano saccheggiati, la popolazione con le poche cose preziose salvate trovava rifugio nell’inespugnabile castello che a quel tempo sorgeva sull’Isola di San Giulio.  Gli uomini invece, si nascondevano nei boschi e sulle montagne, armati e pronti a scatenare il contrattacco non appena fosse stato dato il segnale, suonando la campana della Torre di Buccione.

Ed è qui che entra in scena Maria Canavesa, rimasta vedova a seguito di un brutale saccheggio avvenuto l’anno precedente da parte di altri mercenari. Avendo perso tutto, tranne il figlio, Maria si offre come volontaria per suonare la campana.
Con un trucco, Maria riesce a distrarre i soldati e ad entrare nella torre. Qui suona la campana, chiamando a raccolta gli uomini in attesa. Che sciamano come api rabbiose dai loro rifugi e attaccano gli uomini del Maggio, sconfiggendoli e mettendoli in fuga.

Per Maria tuttavia l’epilogo è tragico, perché i soldati che presidiano la torre si accorgono dell’inganno e cominciano a salire le scale.
Questa è la parte più drammatica della storia. Vistasi senza scampo, temendo quello che quegli uomini avrebbero potuto fare a lei e al figlio, Maria decide di fare un ultimo drammatico salto, lanciandosi dalla torre col figlio tra le braccia.

C’è un’altra leggenda, a lieto fine stavolta, legata ad una famiglia con un bambino e ad un prodigioso salto. Questa volta si tratta niente meno che della Sacra Famiglia, che secondo la storia si trovò un giorno inseguita dagli ariani sulla piana di Cireggio, sopra Omegna.
Ad un certo punto, trovandosi i nemici alle spalle e un gran burrone davanti, Giuseppe prese in braccio Maria e il Bambino e con un gran salto superò la valle dello Strona, portando miracolosamente tutti e tre illesi dall’altra parte. Il salto fu così prodigioso che ancora oggi si conserverebbe un’impronta del piede del santo, impressa sulla roccia del Sasso Gambello. Un luogo caro, almeno ancora fino a pochi anni fa, alle famiglie che desideravano avere figli.


Pericolose passerelle dei pirati
Nelle storie e nei film sui pirati non manca mai un momento carico di grande tensione. È la scena del trampolino, con il prigioniero (o la prigioniera) spinto su una tavola sospesa sull’oceano, con decine di sciabole sguainate alle spalle e squali affamati nelle acque sottostanti, in attesa di gustare il loro pranzo quotidiano.
Si tratta in realtà di un’invenzione moderna degli illustratori moderni. Le cronache dell’epoca e gli studi che descrissero il fenomeno della pirateria non fanno mai riferimento a questa pratica, benché si diffondano sulle molte atrocità compiute dai predoni del mare.

Nonostante questo, l’immagine degli sventurati costretti a questo fatale salto è entrata nell’immaginario collettivo e non può mancare in qualunque storia di pirati. E ciò vale anche quando i pirati sono alquanto surreali e, soprattutto, musicali.
Nel 1980 viene pubblicato l’album “Sono solo canzonette” di Edoardo Bennato, uno dei più grandi, (ma molti ritengono il più grande) rocker italiano. È il settimo della carriera di Bennato ed uno dei più fortunati. Il tema principale del disco è la lotta tra la ragione e la fantasia, rappresentata dal desiderio di volare e di restare bambini.

Come già aveva fatto per “Burattino senza fili” del 1977, ispirato alla fiaba di Pinocchio, Bennato è un concept album ispirato alla storia di un personaggio della letteratura per ragazzi, Peter Pan.
Peter Pan è un personaggio creato dallo scrittore scozzese James Matthew Barrie (1860-1937) nel 1902. Peter Pan è un bambino mai nato che si rifiuta di crescere e vive sull'Isola che non c'è, comandando la tribù dei Bimbi Smarriti. Grazie alla sua capacità di volare Peter Pan incontra talora i bambini del mondo reale.

“Seconda stella a destra questo è il cammino e poi dritto fino al mattino. Non ti puoi sbagliare perché quella è l'isola che non c'è”, così Bennato canta la strada per arrivare all’isola che non c’è.
L’isola, il cui nome inglese è Neverland, appare nelle menti dei bambini che dormono e in quelle degli adulti rimasti un po’ bambini. Non è un’isola noiosa, ma è bella, comoda e zeppa di avventure, essendo popolata da Sirene, Indiani, Fate, Gnomi e Pirati, comandati dal terribile Capitan Uncino, nemico giurato di Peter Pan, che gli ha tagliato la mano in duello dandola in pasto ad un coccodrillo, che da allora aspetta di gustare il resto.

Peter Pan compare in moltissime storie, non solo in quelle scritte da Barrie, che tra l’altro lasciò i diritti d’autore all'ospedale pediatrico Great Ormond Street Hospital.
Barrie era l'ottavo di nove figli. Fisicamente molto gracile, da piccolo cercava di conquistarsi le attenzioni dei fratelli raccontando loro delle storie. Quando un suo fratello quattordicenne morì tragicamente, subì un trauma profondo che lo avvicinò molto alla madre, con cui passava il tempo leggendo storie di avventura.

La storia di Peter Pan influenzò profondamente anche un altro cantante, Michael Jackson, di cui abbiamo parlato nella prima puntata della bottega del mistero.
Il cantante acquistò nel 1988 una grande tenuta di 1400 ettari nella contea di Santa Barbara, in California, trasformandola in un parco a tema dal nome Neverland Valley Ranch, ispirato al mondo di Peter Pan. Attorno ad essa circolarono tuttavia inquietanti storie, che ebbero anche conseguenze giudiziarie, finché fu venduta nel 2008, un anno prima della morte del cantante.

Edoardo Bennato, L’isola che non c’è



La foto è una cortesia di ELE, che conosce gatti capaci di salti straordinari.

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