lunedì 16 gennaio 2012

Racconto: Acciughe e balene


C’è una nota di tenera poesia tra le parole della storia che stiamo per ascoltare. Ed è una storia molto più vera di quanto potremmo sospettare. Siamo a Londra, è il 20 gennaio del 2006, e non è un giorno qualunque: è il giorno in cui una balena risalì il Tamigi fino ad arrivare nel cuore della città.


Un capannello di persone affolla il pontile di Westminster Pier, sembrano spettri nella nebbia bianca che sale dal fiume. La ruota del London Eye gira molto più lenta del solito, quasi che il freddo pungente ne congeli gli ingranaggi.
È il 20 gennaio, oggi Leo compie 6 anni.
Con il suo papà è sceso fino al Tamigi subito dopo pranzo e adesso Leo guarda l’acqua, laggiù, come altre centinaia di persone.
Oggi il papà ha preso un giorno di ferie per stare con lui: davvero un bel regalo di compleanno. Ma la sorpresa più grande gliel’ha fatta il grande fiume che lui saluta ogni mattina andando a scuola: una balena!
Nessuno ha saputo spiegare come ci sia finita, nemmeno la tv, ma Leo ha capito che è arrivata proprio per lui, che da grande farà il biologo marino e sa tante cose sui pesci e sui cetacei; perché la balena non è mica un pesce come credono tutti. L’ha detto anche la maestra.
Il papà gli ha dato un binocolo per vederla meglio, e adesso Leo guarda la sua amica che ha lo stesso colore dell’acqua scura e sembra confusa. “Speriamo che riescano a spingerla fino alla foce con la prossima  marea” dice il papà. Aggiunge che gli regala il binocolo, perché 6 anni sono importanti e con quello si può vedere il Tamigi dalla finestra del nostro soggiorno.

Stanno lì, con la bocca che fa i fumetti nell’aria gelata, fino al tramonto. Poi vanno a casa, camminando piano e voltandosi ogni tanto verso quella pinna circondata dai gommoni dei soccorritori.
La mamma ha preparato la torta di mele con 6 candeline azzurre. Sorridendo prende la mano di Leo e gli mostra una piccola foto in bianco e nero. Che foto strana…
“È la pancia della mamma, vedi. È come un acquario; qui tutto intorno c’è l’acqua e qui, qui in mezzo, c’è un piccolo pesciolino… lo vedi? Un fratellino, o una sorellina.”
Un pesciolino, ha detto? Leo dà un’occhiata da esperto alla foto e poi alla pancia della mamma. Sicuramente è un’acciuga. Sì, così piccola e con questa forma non può essere altro.

Soddisfatto, addenta una fetta di  torta.
Una balena nel Tamigi e un’acciuga nella pancia della mamma.
Fortissimo, ‘sto compleanno!


Scritto da Rossana Girotto

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