lunedì 9 gennaio 2012

Racconto: La giovinetta, la vedova, il soldato

Frugare tra gli oggetti appartenuti al passato è come affacciarsi sulla vita di chi ci ha preceduti, e imbattersi in vicende che hanno un sapore lontano. Non è sempre così, ma a volte succede. Succede, ad esempio, nella storia che vi stiamo per raccontare.

“Fioretti” è la scritta impressa a caratteri dorati sul dorso di un libretto rilegato in cuoio. È vecchio, consunto, e sembra fissarmi dal fondo del baule come uno scrigno di tesori del passato.
Lo apro con un misto di rispetto e curiosità, e subito, fra le pagine scurite e un po’ macchiate, spunta un foglietto rosso accuratamente ripiegato; in un angolo, con una grafia elegantemente inclinata, è scritto: Adele Bernaghi 25 luglio 1909. La zia, o meglio: la prozia Adele.
All’interno vi è stampata una figuretta femminile, e poi un breve testo che raccomanda ad una “signorina bella” di non trascurare le sue doti di bontà, e la rassicura sul futuro: «Incontrerete presto l’Amore Vero, che vi ricompenserà di ogni attesa». Infine tre numeri: 7, 21, 34.

Una voce mi interrompe: «Che stai guardando?».
Porgo a mia madre appena entrata il foglietto rosso, e lei sorride come se avesse ritrovato un vecchio amico.
«È un Pianeta della Fortuna! – esclama. – Vedi, si regalava una monetina ad uno di quei suonatori d’organetto che giravano nei mercati o nelle fiere, e in cambio lui ti dava uno di questi foglietti colorati… Ce n’erano per ogni categoria: bambino, giovinetta, maritata, vedovo… leggevi i numeri da giocare al Lotto e ti illudevi che la tua vita sarebbe cambiata, la fortuna ti avrebbe favorito, avresti trovato l’amore, tutto sarebbe andato per il meglio. Con pochi centesimi anche la povera gente si poteva comprare la speranza di una vita diversa.».

Nella sua voce sento nostalgia. In fondo, però, non è che le cose siano molto cambiate. Anche oggi esistono i Pianeti della Fortuna, ma hanno nomi meno poetici, e non contengono più nessun invito alla virtù o alla bontà. Solo una diretta e gretta esortazione alla ricchezza. «Gratta e vinci!», ti dicono sbrigativi, e non sanno nemmeno più se sei una ragazza, un militare, o un padre di famiglia.

«Ma zia Adele lo ha poi trovato il Vero Amore, come il Pianeta le aveva predetto nel 1909?» .
Mia madre si fa seria: «Sì, lo ha trovato, qualche anno dopo. Nel libretto deve esserci anche una foto: è lo zio Dario. Morto sul Piave nel 1917.».

Scritto da Maura Rodi

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