domenica 29 aprile 2012

Racconto: Relicta non bene parmula


“Relicta non bene parmula” (abbandonato non molto coraggiosamente lo scudo): è un proverbiale modo di dire latino che nasce da un’ode di Orazio, da un preciso episodio. Quello che vi stiamo per raccontare.

Bevevano i due amici, sdraiati all’ombra di un antico alloro. Bevevano da ampi calici il pregiato Massico, conservato per anni ad invecchiare in anfore accuratamente sigillate, e ora versato in abbondanza da un solerte schiavo. Bevevano per ricordare e per dimenticare, preda della feroce e lieta malinconia che sempre prende chi si ritrova dopo anni di separazione.
“Ma ti ricordi quella volta…?”
Beve, Pompeo Varo, il volto abbronzato e solcato di rughe come un vecchio lupo di mare reduce da tante tempeste.
E beve anche il suo ospite, un ometto piccolo, scuro di carnagione e di capelli, con due occhi intelligenti e vivaci, ora un po’ annebbiati dal vino.
“Ho spesso disperato di poter tornare, Orazio, amico mio” dice Pompeo, e la voce gli si incrina.
“E non sei felice?”
“ Come potrei esserlo? Ho fallito!”
“Tu? – lo sguardo color carbone di Orazio rivela un grande stupore - Ma se hai combattuto fino in ultimo per ciò in cui credevi, senza cedimenti o viltà…  guarda me invece: volevo fare l’eroe, e al primo scontro sono fuggito a gambe levate, abbandonando ignobilmente il mio scudo, pur di salvarmi la pelle, coraggioso come un coniglio e saldo come un grano di polvere nel vento! E sono tornato qui, umiliato e deluso, mentre tu mostravi il tuo valore per terra e per mare!”
“Io ho combattuto, certo, ma ho perso, e la mia causa ha perso con me. E, se anche avessi vinto, la mia vittoria sarebbe durata un istante, un battito d’ali. Tu invece… forse il tuo scudo è rimasto sul campo di battaglia a Filippi, ed ora è fra i trofei di qualche tronfio nemico, ma i tuoi versi hanno conquistato il mondo. E hai dato molto di più all’umanità scrivendo le tue opere, di quanto avresti potuto fare imbracciando armi e scudo…Perché forse l’unica vera arma è la poesia. E l’unico scudo efficace la saggezza.”
Sorride lievemente, Orazio, e sospira: “Chi può dirlo, amico mio? Beviamo, Pompeo, e allontaniamo la malinconia. E non sentirti in debito verso i posteri: nessuno può sapere che accadrà domani. Null’altro gli dei consentono ai mortali, se non di essere vivi lo spazio di una vita.”
Solo ai poeti, forse, è concesso un po’ di più… o, almeno, a loro piace crederlo.


Relicta non bene parmula
di Maura Rodi

Nessun commento: