sabato 7 giugno 2008

I Düi & Mezza raccontano la Leggenda di Giulio e Giuliano in chiave moderna.

La scorsa settimana, grazie ad Alfa e al sito il lago dei misteri abbiamo potuto conoscere la leggenda dei due fratelli: San Giulio e San Giuliano, approdati nelle zone del Lago d'Orta. Ora grazie ai nostri ospiti i "Düi & Mezza" scopriamo una nuova versione di questo avvenimento, in una chiave...decisamente più moderna.

Attorno a 4° secolo d.c. giunsero in Italia dall’ isola greca di Egina due fratelli, Giulio e Giuliano. I due atterrarono a Fiumicino con l’intenzione di chiedere un permesso di soggiorno all’imperatore Teodosio, poi sarebbero ripartiti per il nord. Purtroppo ebbero una brutta sorpresa, l’imperatore disse loro: …annatevene ddove ve pare, ma l’Alitaglia nun scenne più a la Marpensa! Se volete ce stà er treno. I due fratelli andarono alla stazione Termini, ma un’altra brutta notizia li attendeva: lo sciopero dei macchinisti. Il tempo di pensare cosa fare e si accorsero di essere rimasti solo con i vestiti che avevano addosso e la cassetta degli attrezzi da lavoro. Valigia e portafogli erano svaniti nel nulla. Visto un vigile urbano sul marciapiede gli si avvicinarono per porre denuncia: signor vigile ci hanno derubati ci hanno lasciato solo la cassetta con gli attrezzi da lavoro! Il vigile li guardò con aria di compatimento: a Grechi statevene tranquilli, quelli a Roma nun ve li tocca nessuno!! Decisero così di raggiungere il nord in autostop. Ma bisognava pur mangiare, per racimolare qualche euro, strada facendo costruirono 98 chiese. Stanchi del lungo girovagare, giunsero in una località che a loro sembrava bella. Gli abitanti di origine celto-insubrica si chiamavano Malgascit e il paese Guzön.
Si stabilirono così in quel luogo, si resero presto conto, che il posto era molto bello, la gente abbastanza cordiale, tanto che i romani chiamavano quel luogo Gaudianum, però non c’era niente. Niente discoteche, niente parchi di divertimento, la gente si divertiva ascoltando 4 deficienti che cantavano canzoni in dialetto e ogni tanto si vestivano da donna. Non c’era neppure una chiesa, il loro dio era il Malgön. Decisero di costruirne una da dedicare a San Lorenzo, introducendo così il cristianesimo nella nostra zona. I due fratelli si davano un gran da fare, avevano acquistato due buoi, un carro. Un brutto giorno purtroppo uno dei due buoi venne sbranato da un lupo. Da quel giorno i rapporti fra i due fratelli si incrinarono. Infatti mentre Giuliano lavorava, il fratello Giulio si divertiva a giocare col lupo, pretendeva di fagli tirare un carro. Un giorno a Giuliano girarono le balle, prese la cazzuola del fratello e la lanciò tanto violentemente che questa finì sull’isola che stava in mezzo al lago. Giulio corse a Buccione in cerca di una barca, ma non ne trovò. Allora andò a Pella in cerca di un’imbarcazione. Ma nessuno lo volle aiutare.
Vista la carnagione scura di Giulio, un uomo dalla voce roca e la camicia verde gli si avvicinò: torna a cà toa, extrapadano!
Non trovando neppure un barca, prese il suo mantello lo distese sull’acqua e vi salì sopra. A quella vista i pensionati seduti sulle panchine si alzarono in piedi per vedere meglio. Qualcuno gli urlò : Dove l’hai comperato? – Me lo hanno regalato – rispose Giulio. Poi si chinò e lesse quella scritta piccola piccola, nell’angolo, si rizzò in piedi e urlò in direzione della riva:Made in Cina.
Giunto sull’isola vide che era bella e pensò di costruirvi una chiesa tutta sua, alla faccia del fratello!
Mentre Giulio era preso dai suoi pensieri, apparve un mostro spaventoso: la bisà scülèra. Giulio non si spaventò, rovistando nella sua borsa gli caddero vari santini, poi finalmente trovò una foto, la mostrò all’orribile bestia e questa sparì per sempre nel buco dell’Urchèra. C’era però un problema, i fratelli erano due ma l’attrezzatura era una sola. Giulio portò una bottiglia di Nebbiolo al fratello e … in vino veritas, i due fecero pace. Ma il problema non era risolto, le chiese da costruire erano due e l’attrezzatura sempre una sola. Vennero a conoscenza della presenza di un druido Cuneese in paese, si recarono così dal vecchio saggio. Questi diede loro un intruglio tiepido a base di olio, aglio e acciughe. Giuliano assaggiò la pozione ed esclamò: ahi! L’è cauda sta bagna! Si accorse però di acquisire una forza incredibile, Giulio prese alcune verdure e si mise a pucciarle nell’intruglio. Così i due fratelli di scambiavano gli attrezzi lanciandoseli dall’isola fino a Gozzano e viceversa. Tornata la pace tra i due fratelli questi tornano a parlarsi. Un giorno Giulio disse a Giuliano: domenica vieni sull’isola a trovarmi, sono arrivate le tedesche, c’hanno delle verze. Giulio accettò: va bene vengo, ma toglimi una curiosità, come hai fatto a scacciare la bìsa scülèra? Con questa rispose Giulio. Era la foto di Fassino in costume da bagno.

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