sabato 8 novembre 2008

Il Lago dei Misteri e la Grotta del Sogno.

Continua la bella collaborazione con Il Lago dei Misteri che anche stasera ci suggerisce un nuovo racconto: si tratta della leggenda della grotta delle fate ad Angera. Secondo questa leggenda la grotta si aprirebbe ogni cento anni, offrendo ad un uomo la possibilità di scegliere un dono.
Alfa, la mente che che anima il blog www.Illagodeimisteri.it ha scelto di riscriverla adattandola ai richiami di questa serata dedicata al sogno.


La grotta del sogno
Aprì gli occhi all’improvviso. Pensò con sollievo che era stato solo un sogno, ma quando si mise a sedere comprese il suo errore. Ai piedi del letto c’era la borsa. L’aprì con timore: come sapeva era piena di monete d’oro. Si prese la testa tra le mani e pianse, vedendo che non aveva sognato... Girovagando per i boschi si era trovato, senza sapere bene come, ai piedi della rocca. Aveva trovato un posto delizioso all’ombra, così si era sdraiato per schiacciare un pisolino.
Si era appena addormentato quando era stato svegliato da una voce suadente. «Vieni, entra nella caverna.» Alzatosi, aveva visto davanti a sé, dove prima c’era solida roccia, una grande apertura. Incuriosito, si era diretto verso la luce che vedeva dinnanzi a sé. Era giunto infine in una sala sotterranea, al centro della quale si trovavano un campanaccio di ferro, una borsa piena di monete d’oro e un letto su cui giaceva una donna addormentata. «Puoi prendere una sola cosa» disse la voce. «Il campanaccio farà moltiplicare il tuo gregge, la borsa contiene un tesoro inestimabile e sul letto giace la donna più bella del mondo. Questa scelta è data solo ogni cento anni ad un mortale. Scegli con giudizio, se puoi.» Aveva riflettuto, guardando ora l’uno ora l’altro dei regali che gli venivano offerti. Aveva scartato subito il campanaccio, perché non era un contadino. Aveva guardato a lungo la donna, che dormiva coperta da un lenzuolo, con gli occhi chiusi su un sogno che a lui non era dato vedere. Era stato incerto a lungo, ma alla fine aveva scelto, prendendo la borsa. Con quella ne avrebbe avute mille di donne! In quel preciso istante il campanaccio aveva suonato e la donna aveva aperto gli occhi. Li aveva visti passare in un istante dalla sorpresa alla speranza e dal desiderio alla delusione. L’ultima impressione rimastagli di quegli occhi bellissimi era il silenzioso rimprovero per aver rinunciato al grande amore della sua vita.

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