Gli indigeni americani, che facevano largo uso di monili in oro fecero pensare agli spagnoli di essere giunti vicino ad un luogo mitico ricco di oro dove i bisogni materiali fossero appagati. La storia, la leggenda, la narrativa si fondono nel nuovo suggestivo racconto presentato dal collettivo di giovani scrittori che condivide con noi la passione della comunicazione.
Come bestie braccate
Di Mario Favini
A nulla è valsa la nostra strenua resistenza, a nulla i nostri archi e le nostre lance. È tutto finito, ora, fuggiamo come bestie braccate,
fuggiamo nel cuore della foresta, antica madre possente, fuggiamo la morte, per qualche istante.
A nulla sono valse le nostre preghiere, a nulla i sacrifici tributati agli dei. È tutto finito, ora, fuggiamo dai dardi di fuoco, fuggiamo i bastoni, freddi e tonanti, che i nostri nemici ci puntano contro.
Siamo rimasti in pochi, hanno violentato le donne e ucciso i bambini, sgozzato i vecchi e ridotto gli uomini in forze al rango di schiavi, di bestie da soma, di pezzi di carne già morta. Siamo rimasti in pochi: coloro che alcuni credevano dei hanno abbattuto templi e palazzi, accecati dall’ira e assetati d’onore. Fuggiamo nella foresta, ma senza speranza. Inseguiti e braccati, finiremo le nostre misere vite uccisi
da un dardo di fuoco, scannati dagli uomini bianchi che inseguono un sogno dorato, una città inesistente di cui, pappagalli dai pallidi visi, ripetono il nome insistenti: «Eldorado! Eldorado!»
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