La parola diario deriva dal latino “diarum”, da “dies” ovvero “giorno”. Fin dai tempi antichi indicava un libro in cui si annotavano gli avvenimenti secondo la succesione dei giorni.
Molti pittori famosi tenevano un proprio diario, soprattutto i più giramondo. Tra questi deve essere ricordato l’avventuriero esploratore Paul Klee che definì il suo viaggio nel 1914 a Tunisi come “Un’ora siderale dell’umanità”. Fra le pagine, una frase mi ha colpito molto: “Questo è il momento più felice della mia vita: il colore e io siamo una cosa sola. Sono un pittore!”.
Da citare, poi, Gauguin e Matisse che, della loro Tahiti, scrissero concetti immortali come “i grigi verde giada delle lagune” che poi riportarono sulle loro tele straordinarie. Del nord Africa, invece, parlò anche Kokoschka che dipinse e scrisse dell’Egitto negli anni ‘20 e Dubuffet che, nel ‘50, ci regalò i suoi deserti algerini.
La musica e i diari sono sempre andati a braccetto:
chi non ha trascritto una strofa o un ritornello sulle pagine del diario scolastico? Dirò di più: chi non ha mai composto una canzone durante l’ora di storia o di religione prendendo appunti sul diario? Qualcuno ha fatto di più. La turbolenta Alicia Keys, ad esempio, che addirittura ha composto una canzone intitolata “Diary”.
Prima di passare al noir, vorrei azzardare la soluzione di un giallo che, comunque, ha qualcosa a che fare con il diario di cui stiamo parlando stasera. Siete pronti? Il premio Strega (l’anno scorso vinto da Paolo Giordano con “La solitudine dei numeri primi”) pare abbia già il vincitore 2009, anche se la commissione dei 400 giurati non si è ancora riunita e nulla, quindi, dovrebbe essere già deciso. Un particolare per dare l’idea della situazione: la serata conclusiva è fra qualche mese e molti candidati non sanno ancora se faranno parte alla manifestazione... Io, però, un nome provo a farlo lo stesso. Lo azzardo, diciamo così. Daniele Del Giudice, editore Einaudi. Il suo ultimo romanzo è “Orizzonte mobile”, è uscito pochi giorni fa ed il racconto di un viaggio con naufragi, navi imprigionate tra i ghiacci e marinai sull’orlo della follia. Io l’ho buttata lì, tra qualche mese vedremo se ho avuto ragione.
E adesso, a voi i libri del mistero.
*** Il diario di Elisa (di Gianni Perticaroli)
Alla periferia di Milano viene ritrovato il corpo senza vita di un’adolescente, Elisa Cavesi, diciassette anni. Inequivocabili i segni della violenza del suo assassino. Il commissario della squadra mobile Ottaviani si troverà nel marcio di un’indagine complicata e sarà lui a setacciare la vita di Elisa, scontrandosi con un ambiente ostile e con i genitori della ragazza: testimoni reticenti di un segreto angosciante. Fra indizi e menzogne, il poliziotto riuscirà ad abbattere il muro di omertà e a far emergere la verità. Con tutto il suo orrore.
*** Il mistero del diario (di Milward Kennedy)
Il capitano Kennedy, nella sua abitazione di Londra, riceve la visita di un certo dottor Corts, un tedesco che lo prega di consegnargli subiro il diario. “Ma quale diario?”, si stupisce l’altro. “Quello che le ha lasciato in eredità suo cugino, il maggiore dei servizi segreti inglesi”. Un solo problema, però: a quanto risulta al capitano, il cugino non è mai morto. Il tedescone, comunque, non è il solo a interessarsi al diario misterioso: molti sono al corrente della sua esistenza, ma nessuno sa dove si trovi. Comincia così questo romanzo scritto nel 1928 e per la prima volta pubblicato in Italia. Azione, romanticismo e le caratteristiche dei puzzle gialli anni Trenta, come eventi misteriosi, delitti inspiegabili e un investigatore dilettante che, alla fine, arriva alla inaspettata soluzione.
*** Diario di Edith (di Patricia Highsmith)
Edith è solo apparentemente forte, qualcosa di oscuro si annida in lei. Cerca di non dare troppo peso a questi momenti di buio e affronta il divorzio dal marito. Per sfuggire al grigiore della propria esistenza, però, incomincia a costruirsi un’altra vita con le pagine del suo diario, dove il figlio scapestrato è un brillante ingegnere. Forse solo una valvola di sfogo, fin quando - nella vita reale - Edith comincia a sentirsi strana e, dietro la tranquillità, si apre la maledetta anticamera della follia.
*** Diario di un killer sentimentale (di Luis Sepulveda)
Un professionista è sempre un professionista, ma la giornata era torrida, come solo a Madrid può esserlo, e la sua amichetta francese l’aveva piantato per un altro. Dietro ai suoi modi da duro, tutto il suo sentimento. In una giornata del genere non avrebbe dovuto accettare incarichi, ma una ricompensa a sei zeri lo convinsero presto. Il tipo che doveva eliminare, poi, non gli piaceva affatto. Troppo filantropo. Presto i retroscena dell’incarico lo mettono con le spalle al muro: Chi voleva la morte di quel messicano? Perchè? E come mai la D.E.A. sorvegliava la sua camera? Rraffici di droga, forse? Quello del killer, questa storia lo conferma, è un mestiere da svolgere senza farsi troppe domande anche perchè, si sa, per i sicari non esistono licenziamenti, ma solo certificati di morte.
www.paolofranchini.tk
Molti pittori famosi tenevano un proprio diario, soprattutto i più giramondo. Tra questi deve essere ricordato l’avventuriero esploratore Paul Klee che definì il suo viaggio nel 1914 a Tunisi come “Un’ora siderale dell’umanità”. Fra le pagine, una frase mi ha colpito molto: “Questo è il momento più felice della mia vita: il colore e io siamo una cosa sola. Sono un pittore!”.
Da citare, poi, Gauguin e Matisse che, della loro Tahiti, scrissero concetti immortali come “i grigi verde giada delle lagune” che poi riportarono sulle loro tele straordinarie. Del nord Africa, invece, parlò anche Kokoschka che dipinse e scrisse dell’Egitto negli anni ‘20 e Dubuffet che, nel ‘50, ci regalò i suoi deserti algerini.
La musica e i diari sono sempre andati a braccetto:
chi non ha trascritto una strofa o un ritornello sulle pagine del diario scolastico? Dirò di più: chi non ha mai composto una canzone durante l’ora di storia o di religione prendendo appunti sul diario? Qualcuno ha fatto di più. La turbolenta Alicia Keys, ad esempio, che addirittura ha composto una canzone intitolata “Diary”.
Prima di passare al noir, vorrei azzardare la soluzione di un giallo che, comunque, ha qualcosa a che fare con il diario di cui stiamo parlando stasera. Siete pronti? Il premio Strega (l’anno scorso vinto da Paolo Giordano con “La solitudine dei numeri primi”) pare abbia già il vincitore 2009, anche se la commissione dei 400 giurati non si è ancora riunita e nulla, quindi, dovrebbe essere già deciso. Un particolare per dare l’idea della situazione: la serata conclusiva è fra qualche mese e molti candidati non sanno ancora se faranno parte alla manifestazione... Io, però, un nome provo a farlo lo stesso. Lo azzardo, diciamo così. Daniele Del Giudice, editore Einaudi. Il suo ultimo romanzo è “Orizzonte mobile”, è uscito pochi giorni fa ed il racconto di un viaggio con naufragi, navi imprigionate tra i ghiacci e marinai sull’orlo della follia. Io l’ho buttata lì, tra qualche mese vedremo se ho avuto ragione.
E adesso, a voi i libri del mistero.
*** Il diario di Elisa (di Gianni Perticaroli)
Alla periferia di Milano viene ritrovato il corpo senza vita di un’adolescente, Elisa Cavesi, diciassette anni. Inequivocabili i segni della violenza del suo assassino. Il commissario della squadra mobile Ottaviani si troverà nel marcio di un’indagine complicata e sarà lui a setacciare la vita di Elisa, scontrandosi con un ambiente ostile e con i genitori della ragazza: testimoni reticenti di un segreto angosciante. Fra indizi e menzogne, il poliziotto riuscirà ad abbattere il muro di omertà e a far emergere la verità. Con tutto il suo orrore.
*** Il mistero del diario (di Milward Kennedy)
Il capitano Kennedy, nella sua abitazione di Londra, riceve la visita di un certo dottor Corts, un tedesco che lo prega di consegnargli subiro il diario. “Ma quale diario?”, si stupisce l’altro. “Quello che le ha lasciato in eredità suo cugino, il maggiore dei servizi segreti inglesi”. Un solo problema, però: a quanto risulta al capitano, il cugino non è mai morto. Il tedescone, comunque, non è il solo a interessarsi al diario misterioso: molti sono al corrente della sua esistenza, ma nessuno sa dove si trovi. Comincia così questo romanzo scritto nel 1928 e per la prima volta pubblicato in Italia. Azione, romanticismo e le caratteristiche dei puzzle gialli anni Trenta, come eventi misteriosi, delitti inspiegabili e un investigatore dilettante che, alla fine, arriva alla inaspettata soluzione.
*** Diario di Edith (di Patricia Highsmith)
Edith è solo apparentemente forte, qualcosa di oscuro si annida in lei. Cerca di non dare troppo peso a questi momenti di buio e affronta il divorzio dal marito. Per sfuggire al grigiore della propria esistenza, però, incomincia a costruirsi un’altra vita con le pagine del suo diario, dove il figlio scapestrato è un brillante ingegnere. Forse solo una valvola di sfogo, fin quando - nella vita reale - Edith comincia a sentirsi strana e, dietro la tranquillità, si apre la maledetta anticamera della follia.
*** Diario di un killer sentimentale (di Luis Sepulveda)
Un professionista è sempre un professionista, ma la giornata era torrida, come solo a Madrid può esserlo, e la sua amichetta francese l’aveva piantato per un altro. Dietro ai suoi modi da duro, tutto il suo sentimento. In una giornata del genere non avrebbe dovuto accettare incarichi, ma una ricompensa a sei zeri lo convinsero presto. Il tipo che doveva eliminare, poi, non gli piaceva affatto. Troppo filantropo. Presto i retroscena dell’incarico lo mettono con le spalle al muro: Chi voleva la morte di quel messicano? Perchè? E come mai la D.E.A. sorvegliava la sua camera? Rraffici di droga, forse? Quello del killer, questa storia lo conferma, è un mestiere da svolgere senza farsi troppe domande anche perchè, si sa, per i sicari non esistono licenziamenti, ma solo certificati di morte.
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