Per questa "notte delle streghe" vi lascio un mio racconto ispirato alla Piratessa Grenouille, una "strega" per gli inglesi, una regina per gli irlandesi.
Il mio racconto è di fantasia, mi sono ispirata soltanto al personaggio, mentre l'ambientazione e il periodo storico non sono esatti.
Grenuille è esisita davvero: la sua statua di bronzo si trova nel parco di Westport House in Irlanda, un palazzo costruito sulle fondamenta di quello che fu uno dei suoi tanti castelli.
Grace O'Malley, regina del Connaught, fu una famosa piratessa durante il 16° secolo e per quarant'anni fu il capo dei ribelli irlandesi dell'Ovest.
Io me la sono immaginata così...
GRENOUILLE
Il ponte della Faith Hope II è deserto e rosso sotto il cielo del tramonto.
Il legno lucido è uno specchio che riflette tutto quel rosso e lo rimanda al mittente, lassù.
Il cielo senza nuvole e il ponte lucido della nave sono due specchi che rinfacciano se stessi, indispettiti, dimentichi del tempo, dimentichi di me che scrivo, dimentichi di tutta la ciurma raccolta a prua intorno al comandante.
Il comandante Lord Henry Foxworth, colui che un giorno mi vide al porto con i miei quattro stracci e il mio taccuino e mi disse: “ vieni, giovanotto, scriverai per me”.
Ho avuto il mal di mare, i primi tempi, i marinai ridevano. Ridevano e mi guardavano storto, anche. Non capivano, loro lì a spaccarsi le ossa tra alberi, vele e cannoni e io qui, nel mio angolo accanto al timone, o sul mucchio di cime, o sulle botti di rum.
A scrivere. Ogni tanto mi strappavano di mano il taccuino, mi stracciavano i fogli e li facevano volare nel vento dell’oceano e poi giù, in acqua.
Anche adesso ogni tanto me lo strappano di mano, per vedere i disegni.
La scrittura, a loro incomprensibile, li imbestialiva, così ho iniziato a disegnare.
Disegno navi, mostri marini, sirene, tonni e tartarughe.
A volte isole, forzieri pieni di tesori e anche donne bellissime dai capelli lunghi e dalle vesti corte. Allora sì… che mi rubano i fogli!
Ma adesso il ponte è deserto in questo tramonto rosso. Sono tutti a prua, intorno al comandante.
E il comandante sta di fronte a lei.
Lei che ci ha messo tutti nel sacco, per un po’.
Tutti, anche me.
Le ho fatto un ritratto e le ho scritto una poesia, ma ho subito piegato il foglio e l’ho nascosto sotto la camicia.
Forse dovrei avvicinarmi anch’io, per scrivere la gloriosa impresa del comandante Lord Henry Foxworth e renderla eterna agli occhi di Sua Maestà Regina d’Inghilterra e Imperatrice delle Indie.
Soprattutto per scrivere la tragica fine di lei, di Grenouille, regina dei ribelli d’Irlanda. La Rana, la Strega.
E questa storia no, non mi va proprio di scriverla.
Resto in piedi accanto al timone. Lo so che dovrei avvicinarmi.
Da quassù vedo la sua figura in controluce, sulla passerella dei condannati. Sotto ha l’oceano, tutto l’oceano. Soltanto acqua, tutto sommato.
Avrà paura, la Strega d’Irlanda? Non sembra averne, mentre il comandante, con i piedi ben piantati sul legno sicuro della Faith Hope II le punta la baionetta.
Non ha paura, lei.
Il sole sì, però. Il sole ha paura.
Se ne sta lì, appena sopra l’orizzonte, e non se ne va. Non si decide a lasciare il giorno, a tuffarsi dietro l’oceano, ha paura di scoprire di non essere lui ad infuocare il cielo, ma quella chioma rossa agitata dal vento.
Forse dovrei avvicinarmi anch’io. Dovrei correre verso di lui, strappargli il fucile, o verso di lei, gettarmi in mare per afferrarla quando cadrà, e portarla in salvo. Forse… ma non so nuotare.
Io so solo scrivere. E disegnare.
Il comandante Lord Henry Foxworth ha promesso di onorare Sua Maestà, di servire
l’ Inghilterra e di difendere la sua Faith Hope II a costo della propria vita.
E punta la baionetta al cuore di questa strega che non ha voluto farsi bendare, accidenti a lei.
Ha molte colpe, la strega irlandese, ma una sopra tutte: avere quegli occhi verdi che gli hanno messo nel cervello, a lui, inglese da generazioni, eroe della Marina Britannica, servo fedele di Sua Maestà e della patria, il fugace, pericolosissimo pensiero che forse questa… patria… non è poi così…importante.
E’ stato un attimo – brevissimo - solo un dubbio – piccolissimo – ma tant’è.
A lui, proprio a lui, non doveva farlo.
E adesso è qui, con la baionetta sguainata dritta verso quegli occhi verdi e traditori. La chiamano Grenouille, la rana. Questo nome non rende onore alla sua bellezza.
I pirati irlandesi sono i peggiori, scrivilo che sono i peggiori, così mi disse il comandante Foxworth, non ammazzano quasi mai ma rubano, rubano ogni cosa e fanno saltare le navi, fanno saltare le locande dove riposano le ciurme inglesi, fanno saltare tutto. Mescolano la polvere pirica con lo zolfo e con qualsiasi altra roba incendiaria, i dèmoni irlandesi, e rubano, le cose preziose e quelle che non valgono nulla, solo per il gusto di prendersele. Gazze ladre. Sono ovunque, i diavoli irlandesi con la loro polvere pirica.
Dove nascondono il loro tesoro, comandante? Avevo chiesto io, pronto a scrivere.
Dentro di sé, ragazzo. Dentro di sé.
Li prenderete, comandante? Avevo chiesto io, con la penna a mezz’aria.
Saranno loro a prendere noi, aveva risposto lui, la loro regina mi ha già preso il cuore. Ma questo non lo scrivere.
Invece il comandante Lord Henry Foxworth, eroe d’Inghilterra, era riuscito a catturare Grenuille, la Rana, la Strega. Gazze ladre, aveva detto il comandante, e come una gazza ladra attirata da uno specchio spagnolo tempestato di zaffiri e rubini, era finita in trappola.
Un bel regalo, per Sua Maestà. Che non sarebbe mai arrivato a Londra, però, perché non doveva, no, insinuargli quel dubbio - piccolissimo eh - ma non a lui, non a lui…
Mentre spinge la baionetta d’un passo ancora, Lord Foxworth chiude gli occhi turchesi. Lo vedo bene da qui, mi sono avvicinato adesso, per fare il mio dovere, scrivere, disegnare, testimoniare la disfatta di Grenouille, Strega d’Irlanda. Sua Maestà a Londra avrà fogli di carta, in regalo.
Una mano grossa e lentigginosa mi blocca il polso.
Un’altra strappa il foglio sul quale ho smesso forzatamente di disegnare, lo appallottola e lo lancia dritto sulla nuca del comandante.
Sotto sopracciglia rosse due occhi gialli mi ammiccano.
I dèmoni irlandesi!
Ride Grenouille, saltando sul ponte lucido della Faith Hope II, mentre il comandante apre gli occhi turchesi e sente la propria baionetta pungergli sotto il mento.
Si tuffa nell’oceano, il sole pauroso.
Nella notte nera brillano cento micce. Polvere pirica in tutta la nave.
Fanno saltare tutto, i diavoli irlandesi.
Qualcuno mi afferra e mi spinge al centro del ponte principale.
E’ il mozzo, tiene in mano un violino.
Ha un ciuffo nero come la pece e occhi blu come il mare. Un sealchild, un figlio delle foche.
Grenouille si fa largo in mezzo alla ciurma. Una ciurma di pirati irlandesi per il comandante Lord Henry Foxworth, eroe della Marina Britannica, servo di Sua Maestà e della patria.
Incredulo, si fa trascinare per un braccio dalla strega dai capelli di fuoco, che lo fa sedere sopra un barile ornato di micce sfrigolanti.
Saranno loro a prendere noi.
E’ andata proprio così, Vostra Maestà. Sta tutto qui dentro, nel mio taccuino.
Racconti e disegni, Altezza.
Tutta la storia, che spiega perché non avrete mai il loro tesoro, il tesoro di Grenouille la Strega, il tesoro degli irlandesi.
E’ il sapere, Altezza. La conoscenza dell’animo umano.
Ha domandato, Grenouille, la verità al Re Pescatore.
Ha fatto ciò che nessuno dei cavalieri di re Artù ha mai osato fare, arroccati com’erano nella loro superbia inglese. Ora quella strega e i suoi pirati bevono sidro e birra scura direttamente dal Graal, Altezza.
Hanno sventrato il salmone della conoscenza, ne hanno mangiato il fegato e Lady Grenouille orna il suo collo bianco con la pietra sacra che risplende alla luce della luna.
La conoscenza, Vostra Altezza.
Parlano con i folletti, quei diavoli irlandesi. Volano con le fate, nascono dalle foche, non temono le forze della Natura.
Quando credi di averli catturati, ti incantano con i loro flauti di rame, tirano fuori i loro violini e i loro tamburelli.
Le donne conoscono i canti delle sirene.
Prendono voce dall’oceano più profondo, Maestà, e vita dal vento.
La conoscenza è il loro tesoro, Altezza. Sono ricchi di libertà.
Sì, si sono presi la Faith Hope II, Vostra Maestà. E Lord Henry Foxworth.
Lasciate andare il bardo, così ha detto la Strega, Maestà.
Il bardo… nessuno mi aveva mai chiamato così.
Dalla scialuppa nella quale mi hanno calato insieme a una botte di rum e al mio taccuino vedevo i fuochi d’artificio.
( Sto ridendo come un pazzo davanti a Sua Maestà la regina di Inghilterra Imperatrice delle Indie ).
- Fuochi d’artificio, capisce, Vostra Maestà?
ROSSANA GIROTTO
Il mio racconto è di fantasia, mi sono ispirata soltanto al personaggio, mentre l'ambientazione e il periodo storico non sono esatti.
Grenuille è esisita davvero: la sua statua di bronzo si trova nel parco di Westport House in Irlanda, un palazzo costruito sulle fondamenta di quello che fu uno dei suoi tanti castelli.
Grace O'Malley, regina del Connaught, fu una famosa piratessa durante il 16° secolo e per quarant'anni fu il capo dei ribelli irlandesi dell'Ovest.
Io me la sono immaginata così...
GRENOUILLE
Il ponte della Faith Hope II è deserto e rosso sotto il cielo del tramonto.
Il legno lucido è uno specchio che riflette tutto quel rosso e lo rimanda al mittente, lassù.
Il cielo senza nuvole e il ponte lucido della nave sono due specchi che rinfacciano se stessi, indispettiti, dimentichi del tempo, dimentichi di me che scrivo, dimentichi di tutta la ciurma raccolta a prua intorno al comandante.
Il comandante Lord Henry Foxworth, colui che un giorno mi vide al porto con i miei quattro stracci e il mio taccuino e mi disse: “ vieni, giovanotto, scriverai per me”.
Ho avuto il mal di mare, i primi tempi, i marinai ridevano. Ridevano e mi guardavano storto, anche. Non capivano, loro lì a spaccarsi le ossa tra alberi, vele e cannoni e io qui, nel mio angolo accanto al timone, o sul mucchio di cime, o sulle botti di rum.
A scrivere. Ogni tanto mi strappavano di mano il taccuino, mi stracciavano i fogli e li facevano volare nel vento dell’oceano e poi giù, in acqua.
Anche adesso ogni tanto me lo strappano di mano, per vedere i disegni.
La scrittura, a loro incomprensibile, li imbestialiva, così ho iniziato a disegnare.
Disegno navi, mostri marini, sirene, tonni e tartarughe.
A volte isole, forzieri pieni di tesori e anche donne bellissime dai capelli lunghi e dalle vesti corte. Allora sì… che mi rubano i fogli!
Ma adesso il ponte è deserto in questo tramonto rosso. Sono tutti a prua, intorno al comandante.
E il comandante sta di fronte a lei.
Lei che ci ha messo tutti nel sacco, per un po’.
Tutti, anche me.
Le ho fatto un ritratto e le ho scritto una poesia, ma ho subito piegato il foglio e l’ho nascosto sotto la camicia.
Forse dovrei avvicinarmi anch’io, per scrivere la gloriosa impresa del comandante Lord Henry Foxworth e renderla eterna agli occhi di Sua Maestà Regina d’Inghilterra e Imperatrice delle Indie.
Soprattutto per scrivere la tragica fine di lei, di Grenouille, regina dei ribelli d’Irlanda. La Rana, la Strega.
E questa storia no, non mi va proprio di scriverla.
Resto in piedi accanto al timone. Lo so che dovrei avvicinarmi.
Da quassù vedo la sua figura in controluce, sulla passerella dei condannati. Sotto ha l’oceano, tutto l’oceano. Soltanto acqua, tutto sommato.
Avrà paura, la Strega d’Irlanda? Non sembra averne, mentre il comandante, con i piedi ben piantati sul legno sicuro della Faith Hope II le punta la baionetta.
Non ha paura, lei.
Il sole sì, però. Il sole ha paura.
Se ne sta lì, appena sopra l’orizzonte, e non se ne va. Non si decide a lasciare il giorno, a tuffarsi dietro l’oceano, ha paura di scoprire di non essere lui ad infuocare il cielo, ma quella chioma rossa agitata dal vento.
Forse dovrei avvicinarmi anch’io. Dovrei correre verso di lui, strappargli il fucile, o verso di lei, gettarmi in mare per afferrarla quando cadrà, e portarla in salvo. Forse… ma non so nuotare.
Io so solo scrivere. E disegnare.
Il comandante Lord Henry Foxworth ha promesso di onorare Sua Maestà, di servire
l’ Inghilterra e di difendere la sua Faith Hope II a costo della propria vita.
E punta la baionetta al cuore di questa strega che non ha voluto farsi bendare, accidenti a lei.
Ha molte colpe, la strega irlandese, ma una sopra tutte: avere quegli occhi verdi che gli hanno messo nel cervello, a lui, inglese da generazioni, eroe della Marina Britannica, servo fedele di Sua Maestà e della patria, il fugace, pericolosissimo pensiero che forse questa… patria… non è poi così…importante.
E’ stato un attimo – brevissimo - solo un dubbio – piccolissimo – ma tant’è.
A lui, proprio a lui, non doveva farlo.
E adesso è qui, con la baionetta sguainata dritta verso quegli occhi verdi e traditori. La chiamano Grenouille, la rana. Questo nome non rende onore alla sua bellezza.
I pirati irlandesi sono i peggiori, scrivilo che sono i peggiori, così mi disse il comandante Foxworth, non ammazzano quasi mai ma rubano, rubano ogni cosa e fanno saltare le navi, fanno saltare le locande dove riposano le ciurme inglesi, fanno saltare tutto. Mescolano la polvere pirica con lo zolfo e con qualsiasi altra roba incendiaria, i dèmoni irlandesi, e rubano, le cose preziose e quelle che non valgono nulla, solo per il gusto di prendersele. Gazze ladre. Sono ovunque, i diavoli irlandesi con la loro polvere pirica.
Dove nascondono il loro tesoro, comandante? Avevo chiesto io, pronto a scrivere.
Dentro di sé, ragazzo. Dentro di sé.
Li prenderete, comandante? Avevo chiesto io, con la penna a mezz’aria.
Saranno loro a prendere noi, aveva risposto lui, la loro regina mi ha già preso il cuore. Ma questo non lo scrivere.
Invece il comandante Lord Henry Foxworth, eroe d’Inghilterra, era riuscito a catturare Grenuille, la Rana, la Strega. Gazze ladre, aveva detto il comandante, e come una gazza ladra attirata da uno specchio spagnolo tempestato di zaffiri e rubini, era finita in trappola.
Un bel regalo, per Sua Maestà. Che non sarebbe mai arrivato a Londra, però, perché non doveva, no, insinuargli quel dubbio - piccolissimo eh - ma non a lui, non a lui…
Mentre spinge la baionetta d’un passo ancora, Lord Foxworth chiude gli occhi turchesi. Lo vedo bene da qui, mi sono avvicinato adesso, per fare il mio dovere, scrivere, disegnare, testimoniare la disfatta di Grenouille, Strega d’Irlanda. Sua Maestà a Londra avrà fogli di carta, in regalo.
Una mano grossa e lentigginosa mi blocca il polso.
Un’altra strappa il foglio sul quale ho smesso forzatamente di disegnare, lo appallottola e lo lancia dritto sulla nuca del comandante.
Sotto sopracciglia rosse due occhi gialli mi ammiccano.
I dèmoni irlandesi!
Ride Grenouille, saltando sul ponte lucido della Faith Hope II, mentre il comandante apre gli occhi turchesi e sente la propria baionetta pungergli sotto il mento.
Si tuffa nell’oceano, il sole pauroso.
Nella notte nera brillano cento micce. Polvere pirica in tutta la nave.
Fanno saltare tutto, i diavoli irlandesi.
Qualcuno mi afferra e mi spinge al centro del ponte principale.
E’ il mozzo, tiene in mano un violino.
Ha un ciuffo nero come la pece e occhi blu come il mare. Un sealchild, un figlio delle foche.
Grenouille si fa largo in mezzo alla ciurma. Una ciurma di pirati irlandesi per il comandante Lord Henry Foxworth, eroe della Marina Britannica, servo di Sua Maestà e della patria.
Incredulo, si fa trascinare per un braccio dalla strega dai capelli di fuoco, che lo fa sedere sopra un barile ornato di micce sfrigolanti.
Saranno loro a prendere noi.
E’ andata proprio così, Vostra Maestà. Sta tutto qui dentro, nel mio taccuino.
Racconti e disegni, Altezza.
Tutta la storia, che spiega perché non avrete mai il loro tesoro, il tesoro di Grenouille la Strega, il tesoro degli irlandesi.
E’ il sapere, Altezza. La conoscenza dell’animo umano.
Ha domandato, Grenouille, la verità al Re Pescatore.
Ha fatto ciò che nessuno dei cavalieri di re Artù ha mai osato fare, arroccati com’erano nella loro superbia inglese. Ora quella strega e i suoi pirati bevono sidro e birra scura direttamente dal Graal, Altezza.
Hanno sventrato il salmone della conoscenza, ne hanno mangiato il fegato e Lady Grenouille orna il suo collo bianco con la pietra sacra che risplende alla luce della luna.
La conoscenza, Vostra Altezza.
Parlano con i folletti, quei diavoli irlandesi. Volano con le fate, nascono dalle foche, non temono le forze della Natura.
Quando credi di averli catturati, ti incantano con i loro flauti di rame, tirano fuori i loro violini e i loro tamburelli.
Le donne conoscono i canti delle sirene.
Prendono voce dall’oceano più profondo, Maestà, e vita dal vento.
La conoscenza è il loro tesoro, Altezza. Sono ricchi di libertà.
Sì, si sono presi la Faith Hope II, Vostra Maestà. E Lord Henry Foxworth.
Lasciate andare il bardo, così ha detto la Strega, Maestà.
Il bardo… nessuno mi aveva mai chiamato così.
Dalla scialuppa nella quale mi hanno calato insieme a una botte di rum e al mio taccuino vedevo i fuochi d’artificio.
( Sto ridendo come un pazzo davanti a Sua Maestà la regina di Inghilterra Imperatrice delle Indie ).
- Fuochi d’artificio, capisce, Vostra Maestà?
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