sabato 7 aprile 2012

I rebus della bottega del mistero



La sibilla cusiana

Si narra che ai tempi del re Tarquinio il Superbo, che fu l’ultimo re di Roma prima della repubblica (tra il 534 al 509 a.C.), si presentò alla sua corte una donna di nome Amaltea che portava con sé nove libri in cui era scritto il destino della città e gli domandò 300 monete d’oro in cambio.
Il re, trovando esagerato il prezzo richiesto, rifiutò di comprare i volumi. Ma la sibilla tornò qualche giorno dopo dicendo di aver bruciato tre libri e di volerne vendere sei per trecento monete d’oro. Il re rifiutò ancora, ma quando la Sibilla tornò per la terza volta chiedendo trecento monete per tre soli libri, avendo dato alle fiamme gli altri, il re impressionato decise infine di comprarli. Al prezzo di nove.

La donna era la Sibilla Cumana, una profetessa che viveva nei pressi del lago d’Averno, considerato una delle porte degli inferi e lì i suoi oracoli erano scritti su foglie di palma. Il vento, che entrava nell’antro della Sibilla da cento aperture, le scompigliava rendendo di difficile interpretazione, sibillino appunto, il responso.
In Italia la Sibilla Cumana era famosissima ed è citata anche nell’Eneide di Virgilio, ma esistevano altre Sibille conosciute con il nome della località dove risiedevano, come la Sibilla Eritrea, nel Mar Egeo e la Sibilla Delfica, in Grecia.

Il nome di “sibilla” era un titolo che veniva attribuito a profetesse vergini che entravano in uno stato di trance. Rispondevano alle domande che venivano loro poste emettendo oracoli in forma poetica, oscura e ambivalente.
Complice anche la lingua latina, che consentiva di collocare le parole di una frase in un ordine non fisso. Così il celebre oracolo della Sibilla “ibis redibis non morieris in bello” poteva essere letto, a seconda di dove si metteva la virgola, sia "Andrai, ritornerai e non morirai in guerra" che "Andrai, non ritornerai e morirai in guerra". Anche per questo gli oracoli della Sibilla erano considerati infallibili.

Accanto a queste famose sibille dell’antichità esiste però anche una sibilla dalle nostre parti. Per la precisione sul lago d’Orta. Nell’Ottocento venne dato alle stampe un libro intitolato “L'oracolo della Sibilla Cusiana” che nel titolo richiama un “Oracolo della Sibilla Cumana” di Pico della Mirandola.
È un libro che tra il serio e il faceto gioca con le possibili combinazioni dei responsi permettendo al lettore di avere un oracolo sul comodino. C’è da dire che alla fine dell’Ottocento la passione per l’occulto si diffuse a macchia d’olio tra le classi dirigenti e gli intellettuali, in un moltiplicarsi di sedute spiritiche, società teosofiche e sette di vario genere. E anche sul lago d’Orta, nelle sere tranquille, insospettabili personaggi si trovavano per evocare gli spiriti e conoscere il proprio destino.


Enigmi oltre lo specchio

Nel 1865 il matematico inglese Charles Lutwidge Dodgson, meglio noto con lo pseudonimo di Lewis Carrol, diede alle stampe un romanzo per ragazzi che ebbe un’enorme fortuna. Era “Alice nel paese delle meraviglie” che nel 1871 ebbe un seguito con “Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò”.
Se nel primo romanzo Alice raggiunge uno strano paese inseguendo un coniglio bianco, nel secondo, ambientato sei mesi dopo, Alice si chiede cosa vi sia oltre lo specchio. Inaspettatamente riesce a passare dall’altra parte, incontrando una serie di folli personaggi.

È un romanzo pieno di enigmi, giochi di parole e indovinelli, estremamente difficile da tradurre in altre lingue per i continui riferimenti alla cultura inglese di quegli anni. I romanzi di Caroll dalla loro pubblicazione hanno comunque ispirato moltissimi artisti.
Al Mart di Rovereto, dal 25 febbraio al 3 giugno 2012, è di scena “Alice in Wonderland” la prima mostra che analizza in modo completo l’influenza che i celeberrimi racconti di Lewis Carroll hanno avuto sul mondo delle arti visive. E non solo, perché anche le canzoni di musicisti come Toto, Siouxsie and the Banshees e Jefferson Airplane sono ispirate ad “oltre lo specchio”.

Nel 1984 esce l’album “The riddle” del musicista inglese Nik Kershaw, che negli anni Ottanta ebbe particolare successo e continua peraltro tuttora la sua carriera artistica. Attorno all’enigma contenuto nella title track si scatenò una vera competizione, abilmente alimentata dalla casa discografica MCA, per trovare una risposta.
Per quanto riguarda il significato recondito della canzone occorre dire che in realtà non esisteva alcuna risposta nascosta. O forse l’enigma che ispirò Nik  Kershaw fu piuttosto il turbamento artistico ed esistenziale di un musicista new wave nell’Inghilterra degli anni Ottanta. Anni di crisi economica e di scontro durissimo tra il governo conservatore inglese e i sindacati.

Il video che l’accompagna contiene invece molti riferimenti al romanzo “Attraverso lo specchio”. Alcuni personaggi infatti richiamano quelli del libro e l’ambientazione stessa ricorda alcuni ambienti descritti. In esso però compare anche uno strano uomo vestito di verde che cita un personaggio che appartiene ad un’altra fonte di ispirazione.
Nella fantastica Gotham City il singolare criminale inventore Edward Nigma assume il nome de l’Enigmista per colpire il proprio  mortale nemico. I suoi piani si basano su giochi enigmistici, rebus e indovinelli e mirano a smascherare l’identità segreta del supereroe Batman, dimostrando così al mondo la propria superiore intelligenza.



La foto è una cortesia di ELE.


La bottega del mistero vi da alcuni altri suggerimenti musicali.

Enigma – Return to innocence
Jefferson Airplane - White Rabbit
Peter Hammill - This side of the Looking Glass


Ma voi, quali altre canzoni che parlano di enigmi conoscete?

Fatecelo sapere coi vostri commenti!


www.illagodeimisteri.it

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