Stavolta, purtroppo, non posso disquisire di quello che scopro settimanalmente sul mio dizionario etimologico, perciò spendo qualche parola per riassumere la storia del telefono.
La paternità di questo apparecchio, da sempre, è stata in discussione. Qualcuno attribuisce l'invenzione al nostro Antonio Meucci, altri allo scozzese Alexander Graham Bell. Nel 2002, il congresso degli Stato Uniti ha ufficializzato che per il telefono si deve ringraziare Meucci, che l'avrebbe scoperto nel 1871. A far ribollire la zuppa, se così si può dire, arriva però subito qualche ben informato: la tesi? Il telefono sarebbe stato concepito e testato vent'anni prima rispetto a quanto fatto da Meucci e l'artefice sarebbe un certo Innocenzo Manzetti nato, cresciuto e trapassato ad Aosta.
La questione, quindi, è questa: il dubbio sul nome del papà del telefono non lo fugherà mai nessuno.
Come facciamo dall'inizio di questa terza stagione di "Siamo in onda", uno sguardo veloce ai libri più venduti in Italia la scorsa settimana. Camilleri, Benni e Tabucchi lasciano il podio, forse definitivamente. Natale, però, è quasi alle porte e, quindi, non si può mai dire... Mentre al terzo posto giunge Niccolò Ammaniti con il suo "Che la festa cominci" (Einaudi), al secondo si piazza un personaggio importante: nientepopodimenoché il Cardinale Tettamanzi con il suo libro "Lettera di Natale alle famiglie" (Centro Ambrosiano). Dal sacro al profano, nel giro di un attimo, comunque. E stavolta non è una frase fatta: sul gradino più alto ritroviamo infatti quel diavolaccio di Dan Brown con "Il simbolo perduto" (Mondadori).
Una curiosità: la scorsa settimana, Dan Brown era al primo posto anche in Germania, in America e in Inghilterra.
Qualche consiglio di lettura noir
Morte al telefono (di Elizabeth Daly)Davanti a casa Fenway, un'illustre famiglia di New York, il postino raccoglie una busta malconcia. L'indirizzo è quello di mister Gamadge, un esperto di libri antichi nonché investigatore dilettante. All'interno un biglietto anonimo pieno di parole senza senso. Per meglio dire, la situazione sembra questa. Sembra, appunto. Le domande, infatti, non si fanno attendere: di cosa si tratta? perché non è stata spedita? Il nostro uomo, più che altro per curiosità, decide di andare a casa Fenway. Li scopre riservati oltre ogni limite, quasi avessero qualcosa da nascondere. Dopo la prima missiva anonima, subito un'altra: questa volta è la pagina di un orario ferroviario su cui è indicata una località vicina alla residenza di campagna dei Fenway. La situazione, già difficile, precipita quando una morte incomprensibile arriva a sconvolgere la tranquillità apparente della famiglia. Il tempo stringe e mister Gamadge deve agire in fretta. Molto in fretta. Prima che un telefono squilli, per capirci. Un noir con una buona dose d'azione, consigliato soprattutto a chi ama le vicende tranquille, ma non troppo.
La paternità di questo apparecchio, da sempre, è stata in discussione. Qualcuno attribuisce l'invenzione al nostro Antonio Meucci, altri allo scozzese Alexander Graham Bell. Nel 2002, il congresso degli Stato Uniti ha ufficializzato che per il telefono si deve ringraziare Meucci, che l'avrebbe scoperto nel 1871. A far ribollire la zuppa, se così si può dire, arriva però subito qualche ben informato: la tesi? Il telefono sarebbe stato concepito e testato vent'anni prima rispetto a quanto fatto da Meucci e l'artefice sarebbe un certo Innocenzo Manzetti nato, cresciuto e trapassato ad Aosta.
La questione, quindi, è questa: il dubbio sul nome del papà del telefono non lo fugherà mai nessuno.
Come facciamo dall'inizio di questa terza stagione di "Siamo in onda", uno sguardo veloce ai libri più venduti in Italia la scorsa settimana. Camilleri, Benni e Tabucchi lasciano il podio, forse definitivamente. Natale, però, è quasi alle porte e, quindi, non si può mai dire... Mentre al terzo posto giunge Niccolò Ammaniti con il suo "Che la festa cominci" (Einaudi), al secondo si piazza un personaggio importante: nientepopodimenoché il Cardinale Tettamanzi con il suo libro "Lettera di Natale alle famiglie" (Centro Ambrosiano). Dal sacro al profano, nel giro di un attimo, comunque. E stavolta non è una frase fatta: sul gradino più alto ritroviamo infatti quel diavolaccio di Dan Brown con "Il simbolo perduto" (Mondadori).
Una curiosità: la scorsa settimana, Dan Brown era al primo posto anche in Germania, in America e in Inghilterra.
Qualche consiglio di lettura noir
Morte al telefono (di Elizabeth Daly)Davanti a casa Fenway, un'illustre famiglia di New York, il postino raccoglie una busta malconcia. L'indirizzo è quello di mister Gamadge, un esperto di libri antichi nonché investigatore dilettante. All'interno un biglietto anonimo pieno di parole senza senso. Per meglio dire, la situazione sembra questa. Sembra, appunto. Le domande, infatti, non si fanno attendere: di cosa si tratta? perché non è stata spedita? Il nostro uomo, più che altro per curiosità, decide di andare a casa Fenway. Li scopre riservati oltre ogni limite, quasi avessero qualcosa da nascondere. Dopo la prima missiva anonima, subito un'altra: questa volta è la pagina di un orario ferroviario su cui è indicata una località vicina alla residenza di campagna dei Fenway. La situazione, già difficile, precipita quando una morte incomprensibile arriva a sconvolgere la tranquillità apparente della famiglia. Il tempo stringe e mister Gamadge deve agire in fretta. Molto in fretta. Prima che un telefono squilli, per capirci. Un noir con una buona dose d'azione, consigliato soprattutto a chi ama le vicende tranquille, ma non troppo.
Euro 12,90 - Pagg.263 - Polillo
Il gatto col numero di telefono (di Antonio Caron)Il maresciallo Vitale si reca a Mantova, dai parenti di sua moglie. Doveva essere una toccata e fuga, ma il carabiniere si imbatte in due omicidi. Come capita sul serio da quelle parti, l'inverno è freddo e la nebbia fittissima. Una delle vittime è una donna, lo scenario del delitto una sperduta villa signorile. Gli unici che sembrano sapere qualcosa, sono i componenti di una setta religiosa: la faccenda, quindi, è davvero intricata. Pagina dopo pagina, affiorano storie legate alla prostituzione e a tanti investimenti finanziari che servono solo per frodare il fisco. I protagonisti sono parecchi, per qualcuno anche troppi, ma la storia si muove bene. A dare il via a tutto, un gatto. Anche questo un personaggio, se vogliamo, protagonista della storia di Caron quanto le stradine del centro di Mantova in cui tutta la vicenda si svolge. Una lettura piacevole e la cosa, credetemi, non è da poco.
Il gatto col numero di telefono (di Antonio Caron)Il maresciallo Vitale si reca a Mantova, dai parenti di sua moglie. Doveva essere una toccata e fuga, ma il carabiniere si imbatte in due omicidi. Come capita sul serio da quelle parti, l'inverno è freddo e la nebbia fittissima. Una delle vittime è una donna, lo scenario del delitto una sperduta villa signorile. Gli unici che sembrano sapere qualcosa, sono i componenti di una setta religiosa: la faccenda, quindi, è davvero intricata. Pagina dopo pagina, affiorano storie legate alla prostituzione e a tanti investimenti finanziari che servono solo per frodare il fisco. I protagonisti sono parecchi, per qualcuno anche troppi, ma la storia si muove bene. A dare il via a tutto, un gatto. Anche questo un personaggio, se vogliamo, protagonista della storia di Caron quanto le stradine del centro di Mantova in cui tutta la vicenda si svolge. Una lettura piacevole e la cosa, credetemi, non è da poco.
Euro 8,00 - Pagg.180 - Frilli
L' elenco telefonico di Atlantide (di Tullio Avoledo)In uno spettrale condominio di provincia vive Giulio Rovedo, responsabile dell'ufficio legale di una piccola banca che sta per essere assorbita da un colosso finanziario. Dietro la fusione, come è facile intuire, non ci sono solo gli interessi di una qualsiasi multinazionale, ma un gruppo di esoteristi furibondi. Il loro scopo? Trovare l'Arca perduta perché gli dèi dell'antico Egitto possano tornare al potere. Da un tranquillo lavoro da impiegato, il signor Giulio si ritrova catapultato in un'avventura planetaria, una vicenda fatta di matematica, cabala, universi paralleli, divinità malefiche. E' un libro "strano", vi avverto, un thriller piuttosto ironico sempre in bilico fra horror, fantascienza e fantasy.
L' elenco telefonico di Atlantide (di Tullio Avoledo)In uno spettrale condominio di provincia vive Giulio Rovedo, responsabile dell'ufficio legale di una piccola banca che sta per essere assorbita da un colosso finanziario. Dietro la fusione, come è facile intuire, non ci sono solo gli interessi di una qualsiasi multinazionale, ma un gruppo di esoteristi furibondi. Il loro scopo? Trovare l'Arca perduta perché gli dèi dell'antico Egitto possano tornare al potere. Da un tranquillo lavoro da impiegato, il signor Giulio si ritrova catapultato in un'avventura planetaria, una vicenda fatta di matematica, cabala, universi paralleli, divinità malefiche. E' un libro "strano", vi avverto, un thriller piuttosto ironico sempre in bilico fra horror, fantascienza e fantasy.
Euro 13,00- Pagg.504 - Einaudi
Il miei auguri di buon compleanno, questa volta, sono per Carlo Emilio Gadda che proprio oggi compie 116 anni. Lo scrittore milanese, per chi non lo sapesse, è il papà del romanzo giallo "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana". La curiosità di questo romanzo del 1957 è una ed è di quelle davvero toste: la storia si chiude senza la scoperta del colpevole. Per Gadda, infatti, la realtà è troppo complessa per essere spiegata con razionalità.
Già che ci sono, faccio gli auguri a un altro scrittore nonché amico della nostra banda di "Siamo in onda". Il nome? Ma è quello di Mario Favini, non lo sapevate?
Il miei auguri di buon compleanno, questa volta, sono per Carlo Emilio Gadda che proprio oggi compie 116 anni. Lo scrittore milanese, per chi non lo sapesse, è il papà del romanzo giallo "Quer pasticciaccio brutto de via Merulana". La curiosità di questo romanzo del 1957 è una ed è di quelle davvero toste: la storia si chiude senza la scoperta del colpevole. Per Gadda, infatti, la realtà è troppo complessa per essere spiegata con razionalità.
Già che ci sono, faccio gli auguri a un altro scrittore nonché amico della nostra banda di "Siamo in onda". Il nome? Ma è quello di Mario Favini, non lo sapevate?
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