Prof: Bene, oggi chi potrei interrogare? Vediamo un po’… Julita, dato che sei arrivato in ritardo.
Julita: Eh ma prof, non è colpa mia. Sa com’è… l’anno nuovo! Han cambiato orari! Io pensavo che….
Prof: Ma è stupendo! Tu da quest’anno pensi anche? Da non credere…
Julita: Sono offeso. Lei dubita della mia intelligenza. Del mio acume. Del mio cervello. Lei sottovaluta il mio QI!
Prof: Sì, dubito. Perché io –come Cartesio- credo solo a ciò che ho verificato in prima persona. Ragion per cui, se ci tieni così tanto ad essere considerato da me come un essere pensate, mi trovo costretta ad interrogarti. Verifichiamo dunque l’esistenza di questo fantomatico cervello!
Julita: …
Prof: Julita?
Julita: Ma è ovvio! Se io le faccio dubitare dell’esistenza del mio cervello, da questa stessa cosa è evidente che esso esista. Perché una cosa che non esiste non la si può nemmeno pensare.
Prof: Tesi interessante. Si potrebbe scrivere un saggio. Senti come suona bene: De existentia cervelli, di Fulvius Julitae.
Julita: Quindi, mi dà ragione! Finalmente! Il mio cervello esiste!
Prof: Sicuramente. Ma fammi capire bene. In base alla tua teoria –dato che posso pensare solo ciò che esiste- anche Babbo Natale, i Puffi, Superman, insegnanti buoni gentili disponibili non sarebbero semplicemente personaggi di fantasia.
Julita: Esatto! E chi glieli porta i doni sennò? E quel sette che mi metterà dopo questa interrogazione, come lo potremmo spiegare?
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