sabato 10 aprile 2010

Guardatevi dalla saligia


Non si tratta di una malattia, ma di un acronimo. Uno di quegli acronimi, però, che possono trasformare la nostra vita, quella post mortem soprattutto, in un autentico inferno.
S.A.L.I.G.I.A. deriva infatti dalle iniziali di queste sette parole latine (di cui tra parentesi fornisco la, peraltro facile, traduzione italiana):

S – Superbia (superbia)
A – Avarizia (avidità)
L – Luxuria (lussuria)
I – Invidia (invidia)
G - Gula (gola)
I – Ira (ira)
A – Acedia (accidia).

Secondo la teologia cristiana questi sono i sette vizi “capitali” quelli cioè che conducono alla perdizione l’uomo.
Sette è, naturalmente un numero dalle profonde implicazioni simboliche non solo in ambito ebraico e cristiano: sette le meraviglie del mondo, sette i sapienti, sette i colori dell’arcobaleno, sette le piaghe dell’Egitto, sette i mari per i Greci, sette i colli e sette i re di Roma, sette il numero della completezza per il buddismo, ecc..

Sette sono i vizi e naturalmente sette sono anche le virtù. Quattro virtù “cardinali” (valide cioè per tutti gli uomini, a prescindere dalla loro fede): Prudenza, Giustizia, Fortezza, Temperanza (moderazione). A queste si aggiungono le tre virtù “teologali” (quelle che ogni buon cristiano dovrebbe avere…): Fede, Speranza e Amore.

Di tutti i vizi e di tutte le virtù, quella che a me è sempre parsa più misteriosa è l’accidia. Non so a voi, ma a me la parola dice poco. Se qualcuno mi confessasse di essere un iracondo, un goloso o un lussurioso io certamente avrei ben chiaro in che tipo di vizio il mio interlocutore tende a cadere e mi regolerei di conseguenza.
Ma se mi dicesse di essere un accidioso? Ecco, francamente sarei un po’ in difficoltà. Così, dovendo scrivere questo post ho cercato di informarmi.

Da quello che ho capito l’accidia non sarebbe la stessa cosa dell’ozio. In primo luogo perché l’ozio, considerato in senso negativo, è il padre dei vizi e quindi li dovrebbe generare tutti; in secondo perché l’ozio può essere visto, positivamente, come il momento del riposo dalla vita attiva, quando ci si dedica ad attività che non producono reddito, come leggere un buon libro o meditare di fronte ad un paesaggio, ma che arricchiscono l’anima.

L’accidia sarebbe invece un senso di noia, di scoraggiamento e di inutilità che spinge l’individuo a nulla fare tutto ritenendo inutile. L’accidioso oltretutto non si limita a crogiolarsi nella propria inattività, ma non sopportando di vedere gli altri darsi da fare, impegna le proprie energie per criticare e disfare il lavoro altrui. Il loro successo, infatti, suonerebbe come un intollerabile rimprovero nei suoi confronti.

2 commenti:

Milo ha detto...

Ciao Alfa!

Tanto si sono ingegnati a trovare i sette vizi capitali che hanno deciso bene di condannare la gola (??? che male c'è???) la lussuria (??? che male c'è???) la misteriosa accidia (se non è pigrizia che cos'è? e se anche lo fosse?? E l'Otium latino dove lo mettiamo??!!)

Vabbé... dicevo... tanto si son dati da fare che non hanno nemmeno individuato il solo, il più terribile, il più micidiale e pericoloso di tutti i vizi:
l'ipocrisia !!!

Solo un Tal di Nazareth individuò tale bestiaccia nel tempio ("ipocriti! razza di vipere!")Ma i suoi seguaci nei secula seculorum pensarono bene di depennarla!!

E altrimenti come diavolo avrebbero fatto a diventare così invasivi???

Un saluto!!!
^___^

Alfa ha detto...

E ti meravigli che non abbiano inserito proprio questo vizio?

Sempre per citare il tale di Nazareth, l'ipocrita vede la pagliuzza nell'occhio altrui e non la trave nel proprio!