martedì 2 novembre 2010

Racconto: La maestra di Luigino

C’è un’anziana maestra. Ci sono i suoi ricordi: la scuola, le lezioni, i bambini. E tra i tanti bambini, uno in particolare: Luigino.
Chi era Luigino? Un bambino speciale, forse. O forse no. Un bambino come tanti altri. O forse no. Un bambino normale con qualcosa che lo rendeva speciale. La verità è che non lo sapremo mai. Anche perché, come ci spiegherebbe un grande letterato del secolo scorso, le verità sono tante quanti sono gli uomini.
E allora leggiamo la verità della maestra. La Maestra di Luigino.



Me lo ricordo bene Luigino. Era un bambino molto… particolare. Ma era simpatico, a modo suo. Non particolarmente brillante, però. Leggere lo annoiava. Non capiva che cosa ci potessimo trovare noi altri nei libri, quale insegnamento, dato che, secondo lui, ogni scrittore raccontava la realtà a modo suo.

In molti mi hanno chiesto se io avessi notato qualcosa che mi facesse presagire il suo genio letterario. Genio letterario dove! Quello che posso dire è che faceva tanti errori di grammatica. Dimenticava spesso le maiuscole, i congiuntivi erano un’opinione, l’ortografia un disastro. Però era furbo, e quando dimenticava un h davanti al verbo avere trovava sempre una scusa. Una volta mi disse che solo a me quella pareva una h, ma che in realtà era tutt’altro.
Che le h, come il resto, non esistono, sono solo convenzioni.

O quando lo richiamavo perché chiacchierava con qualcuno in classe, mi rispondeva dicendo che non stava parlando con una persona vera ma con l’idea che lui aveva di quella persona, e che quindi era piuttosto un soliloquio. E che era poco carino sgridare i pazzi che parlano da soli.

Era pure paranoico.
Un giorno, nell’ora di educazione fisica, gli arrivò una pallonata in faccia e si ruppe il naso. Una volta tolto il gesso stava facendo notare ai compagni che era dritto come prima, quando una bambina per la quale aveva una cotta si avvicinò a lui per scrutarlo meglio e gli disse: “Eh no, Luigino, credo che il tuo naso penda un po’ a destra”.
Lui corse subito in bagno per controllare ma poi - forse per far colpo sull’amichetta - le disse che aveva ragione. Al momento, tutto sembrava essere tornato alla normalità.
Qualcosa però dev’essere scattato nella sua testa.
Infatti, anni dopo in libreria trovai un romanzo dal titolo curioso: Uno, Nessuno e Centomila.
Il nome dell’autore non mi era nuovo.
Ci pensai un attimo e poi esclamai: "Luigi Pirandello! Luigino!"
Non ci potevo credere. Un libro scritto da lui, dal mio alunno che non ne voleva sapere di leggere e di scrivere.

Lo aprii e lessi questo:
- Mi pende? A me? Il naso?
E mia moglie, placidamente:
- Ma sì caro. Guardatelo bene: ti pende verso destra.


Ancora questa paranoia del naso, immutata, dopo anni.



La maestra di Luigino scritto da Eleonora Roaro

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