sabato 26 febbraio 2011

La carta nella bottega del mistero




Una battaglia che cambiò la storia.

Nell’anno 751 un generale arabo sconfisse un esercito cinese nei pressi del fiume Talas, nell’attuale Kazakhstan. Tra i numerosi prigionieri catturati in quella occasione c’erano alcuni a conoscenza di un segreto che a lungo era stato custodito dall’Impero del dragone. Portati a Samarcanda essi furono convinti, o costretti, a mettere questa loro abilità al servizio dei vincitori. Fu così che a Samarcanda cominciò la prima produzione di carta nel mondo islamico, sottratta ai cinesi che ne custodivano il segreto da circa sette secoli.
Come molte altre invenzioni anche la carta viene dalla Cina. I Cinesi però non furono gli unici a scoprire questo segreto.
Sembra che già nel primo millennio a.C. una forma di carta fosse fabbricata ed utilizzata in Messico da quella che è considerata la più misteriosa delle civiltà precolombiane, quella Olmeca. Gli Olmechi svilupparono molti degli elementi ripresi più tardi dalle culture dei Maya e degli Atzechi, raggiungendo altissimi livelli culturali, prima di scomparire improvvisamente nel nulla. Tra le loro scoperte ci fu anche la fabbricazione della carta. Bollendo la parte interna della corteccia di certe piante si otteneva una pasta di cellulosa che era utilizzata per produrre una carta che era chiamata “amatl” e che i conquistatori spagnoli chiamarono “amate”.
In Europa però la carta giunse attraverso il mondo islamico.
La carta che cominciò a giungere in Europa dalla Siria e dal nord Africa nel XII secolo era in realtà di qualità mediocre e l’Imperatore Federico II proibì che fosse utilizzata per gli atti pubblici, ordinando che fossero redatti sulla più costosa e durevole pergamena, prodotta con pelli di pecora, di capra o di vitello. Nel 1268 a Fabriano si avviò però la prima produzione europea della carta, che migliorandone molto la qualità ne permise una rapida  diffusione in tutta Europa.
Tornando ai Cinesi, si ritiene che siano stati loro ad inventare, oltre alle banconote, anche le carte da gioco. Come per la carta furono però gli Arabi ad introdurle in Europa.
Le carte da gioco giunsero in Italia dall’Egitto dopo la metà del Trecento. Il mazzo era composto da 52 carte divise in quattro semi: bastoni da polo, denari, spade e coppe. Ogni seme conteneva dieci carte, da 1 a 10, e tre “carte di corte” chiamate “re”, “deputato” e “sotto-deputato”. Per la proibizione religiosa di ritrarre figure umane non vi erano però disegni, ma figure astratte.
Gli Europei ci misero del loro inventando le figure (re, regina, cavallo e fante). E svilupparono  anche i Tarocchi.
Il più antico mazzo di tarocchi conosciuto fu realizzato tra il 1442 e il 1447 per Filippo Maria Visconti, Duca di Milano (ma i suoi domini comprendevano anche il Novarese).  I Tarocchi furono illustrati da Michelino da Besozzo, uno dei maggiori esponenti del Gotico Internazionale in Italia. Oltre alle carte normali comprendono 22 Arcani maggiori o “Trionfi”. Curiosamente appaiono inoltre alcune anche altre figure scomparse poi nei mazzi successivi, come la “donzella” e la “dama a cavallo”.

Fumetti in TV

Martedì 15 marzo 1977 alle 20,40 sul secondo canale televisivo della RAI andava in onda la prima puntata di "SuperGulp! Fumetti in TV". L’idea era semplice ma straordinariamente innovativa: portare in televisione, a colori, il fumetto e i cartoni animati da questi tratti.
Un esperimento in questo senso era già stato fatto, nel 1972, con la trasmissione “Gulp!” realizzata in bianco e nero dagli stessi autori (Guido De Maria e Giancarlo Governi).
Quando si diffondevano le note della sigla di testa di Supergulp, l’attenzione dei bambini d’Italia (e degli adulti con loro) dalle Alpi al mar Jonio si catalizzava verso il piccolo schermo. Il successo della trasmissione, in un’epoca in cui peraltro l’offerta televisiva era sostanzialmente limitata alla RAI, è comunque impressionante, con un indice di gradimento pari all’83 %.
La storia del fumetto, peraltro, era cominciata molto tempo prima, ed è strettamente legata a quella della carta stampata. Fu la diffusione dei giornali, a partire dall’Ottocento a determinare il successo delle “strisce” quotidiane o settimanali.
Il più celebre di questi “pionieri” del fumetto fu Yellow Kid, il bimbo vestito di giallo di Richard F. Outcault. Comparso occasionalmente sulla rivista “Truth” tra il 1894 ed il 1895, conobbe il vero successo quando fu pubblicato sul a colori supplemento domenicale del New York World di Joseph Pulitzer. Quanto Outcault passò alla concorrenza, sul supplemento domenicale del New York Journal, misteriosamente Yellow Kid si sdoppiò, continuando ad apparire su entrambe le riviste. Poiché all’epoca il diritto d’autore non era ancora ben definito Pulitzer aveva infatti assoldato un altro disegnatore per lo stesso personaggio.
Anche i cartoni animati vantano una storia antica. Benché immagini in movimento fossero prodotte anche prima dell’invenzione del cinema, il primo esempio di animazione è il filmato “Fantasmagorie” di Émile Cohl (pseudonimo di Émile Courtet) realizzato nel 1908.
Tornando a Supergulp, l’autore della sigla è il milanese Franco Godi, conosciuto con l'appellativo di “Mr Jingle” in quanto è stato autore delle musiche di moltissimi spot pubblicitari e sigle televisive. In campo cinematografico ha collaborato con registi del calibro di Gillo Pontecorvo, Renato Olmi, Vittorio De Sica e Gabriele Salvatores.
Naturalmente il successo di Supergulp fu decretato dalle storie portate sul piccolo schermo. Tra i protagonisti troviamo personaggi divertenti come Nick Carter, Lupo Alberto Alan Ford e il gruppo TNT o le Sturmtruppen; o avventurosi indagatori di misteri, come Tintin, l’Uomo Mascherato e Corto Maltese. Non mancano nemmeno i supereroi come i Fantastici Quattro, Thor e l'Uomo Ragno.
A proposito di quest’ultimo, la sigla del cartone animato “Spider-Man” è del 1967. Il testo, che si apre con il celebre "Spider-Man, Spider-Man, does whatever a spider can," fu scritto da Paul Francis Webster, un compositore che vinse tre volte l'Academy Award e fu nominato sedici volte per lo stesso premio. Nel 2004 Michael Bublè ha registrato, per la colonna sonora del film Spiderman 2, una riuscita cover in chiave jazz di questa canzone.

Michael Bublè, "Spider-man Theme Song".

Foto Marta Rizzato

1 commento:

Marta ha detto...

Visto il risvolto "fumettistico" posso ammetttere che la carta della foto sono tutti numeri di Topolino della mia collezione (;