lunedì 7 marzo 2011

Racconto: Raniero Tomasi, professione killer

Nelle storie che di solito vi raccontiamo i personaggi seguono nella trama traiettorie ben precise. Traiettorie disegnate e ragionate dalla mente dell’autore. Capita però a volte che qualcosa sfugga al controllo di chi scrive. E allora succede quello che state per leggere.


Raniero non è contento di se stesso. O meglio di quello che l’Autore vuole da lui.
La mente dell’Autore produce personaggi che affollano il suo studio. Si siede alla scrivania e i personaggi roteano attorno a lui, cercano di farsi notare.
L’Autore, stilografica in mano, li guarda, chiede a uno di spostarsi, a un altro di pronunciare una frase, la prima  che gli salta in mente.
Sceglie.

E Raniero si ritrova sulla carta, infilato tra le righe. Con un nome che non gli piace.
Raniero Tomasi. E una professione: Killer. Che gli piace ancor meno.

“ Ti dò un’ascia, uno spiedo e  il veleno.” dice l’Autore.
Il primo incarico gli viene  da una donna. Una certa Elena senza-cognome. Vuole  eliminare il marito, subito, la sera stessa. Una storia banale, di tradimenti  e Raniero non ama le storie banali. Sbuffa e arriccia il naso, ma quella sera stessa il signor Emidio Germani, marito di quella Elena senza-cognome smette di tradirla. Convinto dallo spiedo del camino. In pieno petto.

E ora tocca a Gianni. Raniero si ribella. È affezionato a Gianni. L’ha conosciuto nello studio dell’Autore. Dietro le sue spalle, si sono scambiati opinioni sul suo modo di scrivere, hanno scrollato la testa su  improprietà lessicali e piattezza di stile.
“Gianni è il secondo.” dice  l’Autore. “Non protestare. Tre persone e basta.”
“E  poi io faccio fuori te” pensa.

Raniero e Gianni, alleati, cercano un’ascia. Ce n’era una incastrata in un ceppo, ieri. Dimenticata da un boscaiolo. Forse è ancora là. Eccola. Bloccata  nel legno, brilla sotto il sole. Sopra, una vipera scura li guarda intontita, si lascia catturare, infilare in un bicchiere.
L’Autore è seduto davanti alle pagine scritte a metà.
I due amici si muovono tra le righe, spostano cifre e parole, decidono il finale, rovesciano il bicchiere.  La vipera si guarda intorno rabbiosa. Si insinua tra le righe, emerge dalla pagina,
inietta il suo veleno nella mano che stringe la stilografica.

Raniero è davvero un killer. Ha ucciso l’Autore e Gianni e se stesso e tutti i personaggi che affollavano la stanza.


Raniero Tomasi, professione killer di Marta Bardi

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