domenica 15 maggio 2011

Racconto: Bit

L’amore fa fare cose strane, cose che neanche si potrebbero immaginare. Se poi c’è la lontanza a  ad inasprire il tormento di due cuori che si amano, ecco che la mente escogita soluzioni che a raccontarle non ci si crede. Volete una prova? Allora ascoltate questa storia.


“Non dire amore. Siamo solo parole fatte di bit. Nient'altro. Addio.”
Così gli aveva scritto lei. Lui restò immobile sulla sedia. Due anni di amore a distanza si stavano spegnendo con freddezza, come freddo era stato il loro amore. Vivevano ai capi opposti del mondo e nulla avrebbe potuto mai congiungerli. Con una mano toccò lo schermo, mentre con l’altra prese un coltello e si recise di netto la mano, poco sopra il polso. Non emise neanche un urlo, solo un mugolio. Avvolse il moncherino in uno straccio, stringendo per fermare l’emorragia, poi raccolse la mano amputata e la impacchettò in una scatola.
L’addetto dell’ufficio postale, incurante del suo pallore, spedì il pacchetto dove lui gli disse. Arrivò dopo quattro giorni e lei scrisse, felice di quel dono inatteso. Poteva sentirsi accarezzata da lui come fosse lì. Durò poco: quella mano non le bastava. Tornò triste, voleva essere guardata e glielo scrisse. Lui non ci pensò due volte, si cavò l’occhio sinistro con un cucchiaio. Lo mise sotto alcol in un barattolo e tornò all’ufficio postale.
Furono baci e sorrisi disegnati, il codice d’amore di quei sei giorni. Tanto durò l’emozione di lei per quell’occhio che la guardava dal barattolo. Era stato un dono gradito, ma ora voleva che quei baci di pixel diventassero reali. Glielo scrisse, aggiungendoci una faccina triste. Lui sapeva cosa fare, doveva capire come, avendo una sola mano. Strinse le labbra in un morsetto e con la cesoia se le tagliò. Corse come un pazzo all’ufficio postale. Non disse nulla. L’addetto, ormai, sapeva tutto. Le labbra arrivarono in due giorni, lei le mise in freezer, le baciava ogni mattina e ogni sera. Passarono altri due mesi, tra una lingua strappata con la pinza e il pene asportato col seghetto. Lui si trascinava all’ufficio postale, felice. Lo fu anche quando lei scrisse che l’amore nasce dal cuore e che voleva il suo, per sempre. Lui scrisse col dito rimasto che la amava infinitamente, prese un punteruolo, lo appoggiò alla parete se lo piantò nel cuore. Emise un solo urlo. Era l’amore che sgorgava, per andare da lei. Per sempre.


Bit
di Stefano Albè


Questo racconto è stato pubblicato anche nell'antologia benefica «365 storie cattive» curata da Paolo Franchini per A.I.S.EA Onlus.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Un uomo onesto, un uomo probo
tralalalla tralallallero
Si innamorò perdutamente di una che non lo amava niente...

A me è venuto in mente De Andrè.