domenica 25 marzo 2012

Racconto: Il "Vespa"


Ci ritroveremo a passeggiare per le strade dell’antica Roma, leggendo questa storia, assieme ad un personaggio tanto grande quanto sottovalutato. Il suo nome è “il Vespa”.

È una boccata di salute tornare qui, non appena emergo dal quel profondo grigiore.
Laggiù non è rimasta nemmeno la più piccola memoria delle mie celebri gesta.
Eccomi nella mia amata urbe. È cambiata, ma rimane pur sempre “eterna”.
Ogni angolo di questa città traspira storia.
Basta passeggiare tra i vicoli che mi ritorna anche un po’ del mio proverbiale buon umore,  come allora, quando ero all’apice del successo.
Mi presento: sono Tito Flavio, ma per tutti conosciuto come Vespasiano.
Per gli amici “il Vespa”!

“Purtroppo temo che mi stia trasformando in un Dio”...
lo dicevo sempre a chi mi stava intorno.
Mettetevi nei miei panni. Una vita generosa fatta di conquiste e successi:
questore, pretore, console, governatore ... interi eserciti avevano acclamato il mio nome.
Ed infine diventai Imperatore. Ma ci pensate: io Imperatore de Roma!
Qualcuno tra le mie imprese annoverò anche i miracoli.
Rimpiango quella vita: la mia fama sarebbe potuta arrivare intatta fino alle vostre generazioni, come è successo alle campagne militari, agli amori di Cesare o alle riforme di Ottaviano. Persino Nerone, pur essendo campato poco, mi ha superato in celebrità,
con la sua vita tumultuosa e un incendio che nemmeno ha provocato.

Io sì che ho pensato seriamente alle sorti dell’Impero.
Desideroso di migliorare le finanze pubbliche e recuperare denaro sprecato,
sono passato per un avaro che ha pure applicato quell’odiosa tassa sulle urine nei bagni pubblici.
“Il denaro non ha odore” pensavo... e intanto non ascoltavo nemmeno mio figlio
che mi sconsigliava quel dannato tributo.
La sorte è stata beffarda. Ed ora eccomi qui, il grande Vespasiano non più facilmente ricordato per aver costruito il Tempio della Pace o il grande Colosseo, ma per un luogo ben più mediocre: uno spregevole, meschino e maleodorante “cesso”.

Beh, credo che sia ora di tornare da dove sono venuto.
Il Vespa se ne va.
“Un imperatore deve saper morire in piedi” questo dicevo allora.
Ma prima di tornare nell’Ade... lasciatemi assaporare un ultimo momento di vita vera, qui, in quello che ora i francesi chiamano forse con più garbo “pissoir”.


Il Vespa di Fabio Giusti

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