domenica 22 aprile 2012

Racconto: Tacchi in jazz


Un ticchettio a scandire il tempo che scorre, il cuore che batte e passi veloci che inseguono un attimo, quell’attimo che è scritto nel destino di una donna, la protagonista della storia che vi stiamo per raccontare.

Tic tac, tic tac; l’orologio azzanna il tempo. Ostacolo dopo ostacolo, son qui con la disperazione dell’eterna scelta. Son donna immersa nel sogno: una sfilata sfavillante di scarpe e scarpe. Son donna affondata nell’incubo: coppie di tacchi amabili o minacciosi.
Il tacco college adatto per la spesa e la vivacità. Si mostra orgoglioso nel suo incedere grosso e basso, comunque mai maschile né brutale.
Lo stupore mi investe rapido e mi sposta verso il tacco a triangolo che cammina su un centimetro quadrato scarso. Indossarlo è accettare la ricerca del bilanciamento fisico e soprattutto mentale quando i pensieri più spietati si alterano nel volto di mille acrobati. E non ho tempo di indagare oltre; lo sguardo precipita sul tacco a spillo. Elegante nel diametro che si assottiglia dal tallone verso terra. Scivola nell’intimo infinito di me. E poco più in là, c’è il tacco a stiletto che si insinua nella profondità più femminile di me. È sottile e sovrastante per volteggiare ad altezze impraticabili. Sale oltre la ragione per farmi esplodere di sex appeal. E arrossisco; il collo ruota imbarazzato verso il tacco a rocchetto per slittare nella ricercatezza dei volumi.
Sussurra voglia di accorgimenti per modellarsi nelle giuste proporzioni della mia personalità. Il tempo stringe e le caviglie piangono un cuoio adatto. E allora, un tacco cubano per ballare nella comodità di un invito galante che esplora sinuosi fianchi velati da arcobaleni cangianti. E il mio passo si avvicina sempre più al suo. È il delirio.
Tacco italiano, poi tacco texano; tacco a coda seguito da tacco a cono. Tacchi e tacchi affollati per glorificare il mio piede. Un’allegra baraonda di toc tac, toc tac che trottano lungo il viale alberato. E ancora l’orologio: tic tac, tic tac. Il tempo è venuto. Il ritmo è velluto.
Eccomi all’appuntamento. Lui mi corre incontro. È concerto. Tacchi su tacchi a ribadir rintocchi jazz. Lui esulta con me. Tacchi su tacchi, è jam session di abbracci. Lui è l’uomo per me. Tacchi su tacchi, è swing sincopato di baci. Lui è con me, in amore – per sempre.


Tacchi in  jazz
di Sara Zancanaro

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