lunedì 21 maggio 2012

Racconto: Alieno


Accogliete quella voce che arriva da ere remote, seguite le parole di quell’uomo che vi sta per parlare. È un alieno ed è venuto per dirci qualcosa.

Una scintilla scarlatta davanti all’Orsa Minore, un po’ di adrenalina verde vesuviano, un provvidenziale pianeta tutto blu. Ammaraggio ruvido nell’Egeo, danni collaterali: il terremoto ricordato da Platone.
Arrivo da un pianeta di tenebra: ora che sono un greco - o meglio, vivo dentro un corpo greco - amo la luce. Per far fronte al Fato, ai Ciclopi, alle intemperanze di Gea io e i miei compagni abbiamo plasmato dèi luminosi e benevoli, come quel piacione di Apollo. Le indolenti pelasgiche dai larghi fianchi ci hanno garantito una progenie imperitura.

Ma basta cianciare come Esiodo stucchevole, ecco cosa propone oggi la sala diorami. L’acqua titillata dal sole mi abbacina.
Seguo l’azzurra forma di Odisseo dileguarsi nell’afa. Atena lo rimbrotta, come è usa fare negli ultimi tempi. Algida figlia di Zeus, il sonno dell’imene ti ha dato un carattere da istrice. Da dietro un salice, nascosto, guato il bagno delle ninfe. La mia verga incanutita non risponde più agli stimoli della vista.
Ho preso un legno e me lo sono conficcato negli occhi. Adesso posso cantare degli dèi e degli eroi e intessere di dolce nostalgia le sere degli umani.
Qui è un lento crepuscolo d’oro, squarci di rosso corteggiano il cielo immalinconito dalla notte incipiente. L’aria è molle e profuma di sale e di macchia. Il figlio di Laerte guarda un punto all’orizzonte (questa sera non ha voglia di Calipso e millanta circonfusa depressione).
Moira - parola notturna - è come un battito d’ali sopra i miei tetti, ma non me ne curo.
Tra poco salirà nelle sue stanze Aurora dalle dita di rosa e ancora piangerò davanti al giorno ellenico.

De Chirico e Keats hanno ben tramandato questo idillio.

Ancora meglio io: mi sono cavato gli occhi per ricordarvi cosa siete. Inutilmente.
Io sono Omero, voi non siete più nulla.


Alieno
di Carlo Landriscina



Questo racconto è stato pubblicato anche tra le pagine della rivista letteraria Arabica Fenice.


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