sabato 25 ottobre 2008

Il Lago dei Misteri e la guardia sul Colle

La guardia sul colle

La guardia stava immobile, avvolta nel suo mantello, a scrutare l’orizzonte oltre il lago, verso le montagne. Aveva giurato fedeltà all’imperatore e l’imperatore gli aveva ordinato di vigilare. Oltre il lago, oltre le montagne stavano orde di barbari, che attendevano solo il momento giusto per invadere l’impero.
Un impero decadente e corrotto, che aveva perso il senso del proprio esistere ed era costretto ad assoldare barbari per difendersi da altri barbari.
Un tempo anche la guardia era stato uno di loro, un barbaro, prima di giurare fedeltà all’imperatore. Ci sono uomini che hanno poche parole e a quelle restano fedeli per tutta la vita. La guardia era uno di questi. Così se ne stava immobile a scrutare l’orizzonte, oltre il lago, verso le montagne. Un tempo non era solo. C’erano altri con lui. Poi, uno ad uno se n’erano andati tutti. Qualcuno era andato in congedo; altri erano morti. I più avevano disertato quando lo stipendio aveva smesso di arrivare. Lui no. Lui era rimasto a vigilare, pronto ad accendere il fuoco per allertare le guarnigioni a sud, perché il segnale corresse, di torre in torre fino
alla capitale. Era rimasto lì, a vegliare, accanto alla tomba della donna che gli aveva regalato troppo brevi momenti di felicità, e a cui aveva eretto un piccolo monumento. Lo sostenevano i parenti di lei, che ancora gli portavano qualcosa da mangiare e vestiti per combattere il freddo ogni inverno più intenso. Si dice che sia ancora lì, sul colle della Guardia, a scrutare l’orizzonte, oltre il lago, verso le montagne, in attesa dell’arrivo dei barbari.

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