sabato 4 ottobre 2008

La leggenda Pak Do Ik


Grazie a Mario Favini dei Menestrelli di Jorvik, ripercorriamo un episodio legato al mondiale di calcio del 1966 quando un certo Pak Do Ik - si diceva fosse un dentista - con un goal ad Albertosi estromise l'Italia dalla competizione.

Su di noi, questo è certo, nessuno avrebbe scommesso un soldo. Eravamo la barzelletta del mondiale, una squadra da far ridere, un accozzaglia di nanerottoli, altezza media 1 metro e 67, pensate. E a quel Mondiale non dovevamo neanche andarci, a rigor di logica: la nostra, almeno secondo una buona metà del mondo, non era nemmeno una nazione, non avevamo un inno e persino sulla bandiera l’organizzazione aveva avuto da ridire.
Dopo la prima partita tutti ci davano per spacciati, i giornali e le televisioni. Tre a zero contro una Russia di giganti, una sconfitta secca, pesante.
Poi era arrivato quel punticino contro il Cile, ed era stato allora che le cose avevano iniziato a cambiare: il pubblico di Middlesbrough era letteralmente esploso, avevano iniziato a tifare per noi, che non conoscevamo nemmeno una parola della loro lingua, per noi che non potevamo nemmeno contare sull’appoggio di amici e parenti, dato che in Inghilterra, ad assistere al Mondiale, non era potuto venire nessuno dei nostri connazionali.
E infine era stata la volta dell’Italia, della terribile Italia, l’Italia di Rivera e di Albertosi, di Mazzola e di Facchetti. Forse era stato tutto merito degli italiani e dei loro errori. Forse era stata solo fortuna. Forse i nostri fan dell’ultimo minuto, gli inglesi, ci avevano spinto ben oltre i nostri limiti. Fatto sta che al 41° minuto Pak s’era inventato un tiro talmente improbabile da spiazzare tutti, primo tra tutti proprio Albertosi, il portierone azzurro.
Avevamo vinto, e poco importa se ai quarti di finale il Portogallo ci aveva conciato per le feste. Tornati in patria eravamo stati accolti come eroi, Pak Do Ik prima di tutti.
Ma anche questo conta poco. Conta poco di fronte all’entusiasmo di quegli sportivi inglesi che avevamo stregato, che ci tifavano e ci chiedevano autografi quando, in quel ’66, Inghilterra e Corea, almeno ufficialmente, erano ancora in guerra.

1 commento:

giuli ha detto...

Bella serata, tante buone parole:)
Grandi MenestreLLiiii...complimenti!
;)g