sabato 4 ottobre 2008

Marco l'Equilibrista e la Novella di "Primo"

Come sapete il nostro intellettuale esperto di letteratura si diletta di tanto in tanto a proporre i parti della propria vena narrativa. Al tema di questa sera orientato alle sfide anche decisamente personali risponde così:

Primo.
Primogenito in una famiglia con un unico figlio...forse i miei genitori erano partiti con le migliori intenzioni ma io ho pensato bene di far cambiar loro idea.
Ma non è solo il mio nome.
È anche un risultato! Cacchio ragazzi: sono arrivato primo!!!
È successo tutto questa mattina.
E così ho indossato una bella tuta adidas nera, scarpe adidas nere, cappellino adidas nero e sono sceso in strada. Nera anch’essa perché era molto presto.
In quell’atmosfera, livida e gelida, mi misi a correre, un piede davanti all’altro, ritmicamente, lento ma costante.
Arrivò la salita. Sembrava infinita. Ma poi finii anche lei, proprio ai piedi della torre.
È una torre che è li dall’ottavo secolo. Ce l’hanno messa i romani per avvistare i nemici.
Grande fu la mia sorpresa quando vidi muoversi minuscole figure la in cima.
La sorpresa fu ancora più grande quando capii che quelle figurine ce l’avevano con me. La sorpresa lasciò il posto ad una saggia ritirata quando le prime frecce iniziarono a fischiare.
La saggia ritirata si trasformò in una sostenuta corsa quando il portone della torre si spalancò e uomini armati e minacciosi iniziarono a corrermi dietro.
Nel dubbio non mi sono fermato per mostrar loro la carta d’identità con la relativa residenza pluriennale a Gozzano (Novara).
I piedi volavano, si muovevano rapidi come le ali del falco.
Erano ormai dei minuscoli puntini all’orizzonte quando i polmoni mi ricordarono che sono un fumatore. Mi fermai ad una fonte, non l’avevo mai vista. Di fianco alla fonte c’era un vecchio con una luuunga barba bianca. “Sono Giovanni il Battista” si presentò. E senza aggiungere nient’altro mi tirò una secchiata d’acqua in faccia. Che scherzi sono tirare gavettoni a sconosciuti alle prime luci del giorno? Il vecchio iniziò a parlare.
Ammetto che era affascinante ascoltarlo
...ma dopo cinque minuti capii che il battista non aveva da offrirmi che acqua.
I piedi ripresero a volare, mentre la violenta orda romana mi seguiva rabbiosa.
Ad essa si aggiunsero anche il Battista (offeso dal mio comportamento) e un enorme coniglio rosa spuntato da chissà dove. Le salite e le discese si succedevano freneticamente
Gli inseguitori Mi tallonavano talmente da vicino che potevo sentire le loro imprecazioni in latino.
Anche il coniglio imprecava ma non so dire in che lingua.
Arrivai a casa e li chiusi fuori tutti.
Ce l’avevo fatta! Avevo vinto.
La prima vittoria in una corsa della mia vita. Grande!
Ora, con la calma che si è ripresa il mio corpo mi chiedo però una cosa.
Appurato il fatto che tutto quello che ho visto era per forza di cose una visione...
Derivava dalla nefasta reazione di un corpo non oppure quella bustina con cui ho spolverato l’arrosto la sera prima non era composta da origano e rosmarino?

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