Torna uno dei momenti più suggestivi del programma: arriva il contatto con il blog "il lago dei misteri". Alfa, l'anima di questo prezioso scrigno di emozioni, questa sera ci propone un contributo che si allaccia alla leggenda dell’armata dei Morti, molto popolare in tutta Europa nel medioevo. Hellequin, il demone condottiero dei morti, è probabilmente la trasformazione del dio dei morti Odino. Certamente è alla base della maschera, completamente trasformata nel ruolo e nel comportamento, del nostro Arlecchino.
La leggenda per l'occasioone è stata ambientata sul lago d’Orta, proprio durante una di quelle tempeste di fulmini che colpiscono talora la zona ai confini della Valsesia.
Il titolo del racconto che ci viene proposto è: L’ARMATA DELLE TENEBRE.
Quel rumore gli ricordava la guerra. Per questo, forse, si fece viva invece quell’antica ferita. Una bella fortuna, gli avevano detto i dottori, all’epoca. La fortuna di essere l’unico sopravvissuto all’esplosione di quella maledetta granata che aveva disintegrato i suoi ragazzi.
Fu allora che iniziò a vederli. All’inizio gli erano parsi alberi agitati dal vento ma ora distingueva gli stendardi sotto i quali avanzavano. Entrarono lentamente nel giardino, fino a circondare la casa. Con un brivido di paura vide dragoni e ussari, legionari romani e samurai giapponesi, giannizzeri turchi e opliti spartani, picchieri svizzeri e lanzi tedeschi, cavalieri teutonici e arcieri inglesi... I valorosi di tutte le epoche, fianco a fianco, coi volti d’un pallore cadaverico lo fissavano con orbite vuote.
Li guidava, su un cavallo nero come la notte, un gigante dagli abiti variopinti, con un cappellaccio in testa e una vistosa benda su un occhio. Sulle sue spalle stavano appollaiati due corvi e ai suo fianchi cavalcavano due valchirie.
Bussarono alla porta.
«Hellequin, il gran condottiero dell’Armata dei Morti è qui per te!»
Il vecchio non aveva più paura ora. Corse in soffitta, aprì il baule, indossò l’uniforme e cinse la sciabola da ufficiale. Infine apri la porta, per unirsi a loro.
Nessun commento:
Posta un commento