sabato 6 dicembre 2008

Solo per i lettori del Blog: una chicca da Rossana Girotto

La nostra affezionata attrice ed autrice Rossana Girotto ci regala una sua creazione per il tema della serata e per il piacere di una buona lettura.

AINGEAL ( Angelo in lingua Irlandese )

Sono strana, dicono. E sono bella. Sono bella. Una bellezza particolare.
I miei capelli scendono splendenti, onde morbide su queste spalle da cerbiatto che rubano carezze, la mia pelle è luminosa e candida. Sono bella, dicono.
E pazza, dicono. Loro pensano è bella, è strana, è pazza. Perché, dicono, la mia mente segue strade tutte sue, corridoi solitari, risolve calcoli ed enigmi che loro nemmeno capiscono.
Perché, dicono, i miei occhi vedono l’invisibile, vedono nella notte come i gatti, meglio dei gatti, guardano dentro, dietro, sotto.
I miei occhi come buchi neri, che vedono tutto, ingoiano tutto, a volte sembra che guardino direttamente l’Inferno. L’ho guardato, sì, l’Inferno, lo vedevo. Il loro Inferno. Ma ne ero fuori… Fuori dal buio, fuori dalla notte, fuori dal sangue e dal fuoco. Non mi faceva paura, il loro Inferno, ne stavo fuori, lo guardavo dall’alto e piangevo, piangevo sulle loro morti, sulle loro vite, allora qualcuno gridava “Dio, perché?” e io versavo le mie lacrime sulle loro piaghe, come la fenice, e spegnevo la notte con la luce dei miei capelli. Loro, che da sempre anelano al Paradiso, si costruiscono intorno l’Inferno, mattone su mattone, ferita su ferita, coltello su coltello, peccato su peccato. Desiderano la pace, loro, e s’inventano guerre. E io, io stavo a guardare. Da fuori. E piangevo, io, per spegnere i loro fuochi con le mie lacrime.
E sorridevo, e tendevo la mano. Sono strana, dicono.
E sono bellissima, dicono. Sono pazza. Faccio discorsi strani, vedo cose…
Hai forse dimenticato di prendere le tue medicine? Bellezza, hai preso le tue medicine?
Faccio del mio meglio per ricordare. Sì, credo… di aver preso le medicine. Non me le dimentico, no, le mie medicine.
Ho freddo.
Ho freddo in questo loro Inferno.
Strano, per una abituata al Paradiso.
Sono strana, dicono.
Loro che pensano al Paradiso come a qualcosa di bianco e fresco, non sanno quanto questo Inferno possa essere gelido.
E’ buio, l’Inferno. Brucia di ghiaccio. Non anime arse per l’eternità, no, ma congelate da amori stanchi, sguardi indifferenti, parole non dette, oggetti presi e mai restituiti. Sentimenti presi, e mai restituiti. Bambini presi, e mai restituiti.
Ghiaccio che striscia nel silenzio. Nel vuoto di un ti amo mai detto, di un bacio mai dato, di un sorriso negato, di una passione abortita.
E’ freddo, il dolore.
Sono strana dicono. E sono bella, dicono.
Mi danno le medicine, hai forse dimenticato di prenderle, bellezza?
Le prendo, le medicine. Mi ricordo.
E lo vedo, il vostro Inferno ghiacciato, lo sento il freddo dei vostri cuori aridi. Dolore.
Ne stavo fuori. Tendevo la mano. E piangevo.
Ma non mi piaceva piangere, non mi è mai piaciuto.
Così mi sono avvicinata, a loro, a voi, non è possibile, mi dicevo.
Sognano il paradiso, vogliono il paradiso.
E non ci credevo, no, non ci credevo io, a questa cosa.
Invece sì, che è vera.
Sparano, loro.
Anche agli angeli.

Rossana Girotto

1 commento:

Paola P.A. ha detto...

Intenso e splendido racconto...