sabato 7 febbraio 2009

Il Carnevale della Storia secondo Mario Favini

La Storia alla rovescia
Di Mario Favini

Il Carnevale della Storia è gigantesco carrozzone colorato, nave per metà, e per metà carro armato, dotato di cannoni verdi e fucsia, che sparan foglie e fiori sulla folla.
A guidarlo c’è Nerone, incendiario imperatore, vestito da pompiere, al suo fianco sta Serse, re degli Spartani, che canta una dolce ninna nanna alla figlioletta infagottata. Tra drappi e ghirlande ci sono le attrici e le modelle, che s’abbuffano e si lordano di dolciumi e cioccolato, ingrassando a vista d’occhio. Con loro s’intrattengono notai ed avvocati, banchieri ed usurai, che spargono monete e banconote sul pubblico in delirio. Su panche scomode di legno siedono papi e cardinali, intenti ad imbustare anelli d’oro e pietre rare. I vescovi poi, seduti a terra, vi appongono francobollo ed indirizzo: Timbuctù e Kinshasa, Calcutta e Mogadiscio. I politici discutono di tagliarsi gli stipendi, mentre i petrolieri stanno tra la gente, distribuendo volantini ambientalisti stampati su carta riciclata. A un tavolo ci sono Marx ed Adam Smith, Roosevelt e Nixon detto l’Onestissimo. Giocano a canasta, sorvegliati dall’anarchico Bakunin, arbitro sbarbato ed integerrimo, fedele interprete d’ogni regolamento.
La scena più romantica la offrono Hitler e Mussolini: soli ed abbracciati tra le lenzuola d’organza di un letto a baldacchino si scambiano baci soavi, s’accarezzano femminei e lussuriosi. Il Duce è tutto ignudo, il Fuhrer veste un baby doll violetto e spiega al suo compagno il suo progetto: riempire la Germania di mille campi e mille serre, solo per coltivarci rose e viole.
E viene da pensare che sarebbe stato bello, se fosse stato sempre Carnevale.

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