sabato 21 febbraio 2009

Una Favola speciale di Rossana Girotto la Poetrice.

Vogliamo senza dubbio ringraziare la nostra attivissima collaboratrice Rossana Girotto che spesso ci regala bellissimi e suggestivi momenti di lettura. Questa favola è giunta finalista al concorso europeo TACTUS – letteratura tattile per non e ipo-vedenti – Bruxelles 2006. Il prototipo del libro tattile, testo di R.Girotto e disegni di Filippo Bruno, ha ricevuto la menzione speciale della commissione del Belgio.
Ecco il racconto che si intitola:

BUIO, CONIGLIETTO NERO.
E’ una bella mattina di primavera, il sole è caldo e le farfalle dalle ali di seta volano nell’aria tiepida. Nella sua tana nel tronco cavo di un albero, Lilli la Coniglia ha appena dato alla luce cinque coniglietti. Li lecca dolcemente uno ad uno e li tiene sotto la sua pelliccia morbida.
Sono cinque fagottini con gli occhi chiusi ma già vivaci. Mentre i fratellini succhiano il latte dalla mamma, uno di loro annusa l’aria muovendo velocemente il nasino.
“Mamma, non ci vedo!”. “E’ vero – risponde Lilli – tutti i conigli nascono ciechi e nudi. Tra qualche giorno ci vedrete, vi crescerà il pelo e potrete andare a giocare tra i prati”. “Che bello! Ma io sento un leggero rumore, e l’aria che si sposta dolcemente…” La mamma alzò gli occhi: “E’ una farfalla che vola proprio davanti all’ingresso di casa!” si stupì.
I giorni passarono e i coniglietti aprirono gli occhi. Avevano tutti la loro pelliccetta soffice, bianca e marrone, tranne uno che era tutto nero. “Mamma possiamo uscire a correre sul prato, adesso?” “Va bene” rispose la mamma.
Soltanto il coniglietto nero rimaneva fermo sulla soglia del tronco cavo. “Mamma…non ci vedo!” Lilli capì allora che quel suo cucciolino sarebbe rimasto cieco per sempre. I fratellini lo prendevano in giro “ Sei tutto nero, come la notte, e anche i tuoi occhi restano al buio! Buio! Buio! Ti chiameremo Buio!”. E così il coniglietto Buio restava vicino alla mamma mentre i suoi fratellini correvano per i prati tra le farfalle ed i fiori colorati. Lilli non si fidava ad allontanarlo perché non poteva vedere i pericoli. Ma Buio era coraggioso ed ogni giorno faceva qualche passo in più, lontano dalla madre. Sentiva l’erba fresca e soffice sotto le zampette, annusava l’aria intorno a sé e teneva le orecchie sempre belle dritte. Si accorse ben presto che poteva udire il battito d’ali delle farfalle e gli insetti che camminavano veloci nell’erba. Annusava i fiori e ne indovinava i colori. Il calore del sole sul suo pelo nero gli faceva sapere quando era mattina, sera e ora di pranzo. Poteva distinguere i fratellini e le sorelline dal loro odore. Sapeva quali erano le foglie più gustose. La mamma gli disse “Forse non servono gli occhi per vedere” e Buio si sentì molto felice. I fratellini però non lo facevano giocare con loro. “Potremmo andargli addosso e farlo cadere! E poi non riesce a correre, e si ferma sempre ad annusare e ad ascoltare tutto!” Buio stava sdraiato sul tronco ruvido a godersi il calore del sole. La mamma metteva in ordine la tana preparando la paglia secca, il fieno profumato e le foglie di acero rosso morbide morbide, per dormire comodamente. I coniglietti giocavano ad inseguirsi sul prato, al limitare del bosco. Troppo lontano, pensò Buio. Ma loro potevano vedere i pericoli…
A un certo punto le sue orecchie percepirono qualcosa. Un suono strano, che Buio non aveva mai udito. Non il volo delle farfalle, la voce delle formiche, lo strisciare del bruco, no… era una specie di musica, una vibrazione. “Attenti, attenti, tornate indietro! Presto, presto! Mamma, aiuto!” La mamma uscì, fiutò l’aria. “Cosa c’è piccolo mio?”
“Qualcosa di strano, qualcosa di brutto, là dai fratellini! Corri a fermarli, mamma, devono tornare indietro!”. La mamma richiamò i fratellini, che tornarono di corsa, impauriti. 
Poi, tutti insieme, guidati da Buio, andarono al limitare del bosco, lentamente. Eccola lì, la grande tagliola dei bracconieri, la trappola per conigli…Buio aveva udito la musica del vento che passava tra i cavi metallici e i denti aguzzi di quell’oggetto infernale.
Quando il sole fu tramontato, la mamma preparò una cena squisita per festeggiare: germogli di trifoglio e budino di carota selvatica! “ Evviva Buio, grazie Buio, tu ci hai salvati! Domani giocheremo a nascondino e tu ci insegnerai i trucchi per trovare le cose.”
Poi, tutti quanti strofinarono i musetti contro quello di Buio. “ E’ proprio vero – sussurrò la mamma prima di addormentarsi, dandogli una leccatina – non servono gli occhi per vederci bene”.

Rossana Girotto

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