sabato 14 marzo 2009

L'Appuntamento con Mario Favini e con la (sua) storia.

Il tema "Gratis" che anima la nostra serata ha ispirato il racconto di Mario Favini che vi riportiamo qui sotto.

Panem et circenses
Di Mario Favini

Il segreto, in fondo, è mostrarsi generoso. Mostrarsi generoso e non badare a spese. Esagerare, per superare ogni volta i propri predecessori. Non ci deve essere limite allo sfarzo, non bisogna frenare l’opulenza. Per la vittoria sui Daci, ad esempio, ho fatto arrivare undicimila belve tra leoni ed elefanti, tori e pantere. Ho fatto combattere quindicimila uomini e donne, e i festeggiamenti sono durati più di cento giorni. Poco importa se con quelle celebrazioni e quei tripudi mi sono giocato metà del tesoro conquistato. L’importante è che la gente resti a bocca aperta di fronte alle corse delle bighe, e alle battaglie navali che mettiamo in scena allagando il l’anfiteatro Flavio. L’importante è che la gente possa andare alle terme quando vuole e che possa sempre avere un tozzo di pane e un fiasco di vino. L’importante, più di ogni altra cosa, è che tutto questo sia gratis. Perché la gente è un animale stupido, di quelli che puoi governare col bastone o con la carota. Col bastone, però, c’è il rischio che ti si rivolti contro, e allora è molto meglio la carota, è molto meglio ubriacarla di sangue e di violenza, la gente. Ogni volta che saluto la folla dalle tribune imperiali il pubblico va in visibilio. Li sento acclamare il mio nome, il nome di Tiberio Imperatore, e vedo amore nei loro occhi. Vedo amore ed ignoranza, perché quel che importa, quando si tratta della folla, è che se ne stiano tutti quanti a bocca aperta di fronte alle corse e alle uccisioni, alle lotte e ai gladiatori, che nessuno si faccia troppe domande e, in fondo, che nessuno pensi più dello stretto necessario.

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