Il tema "Gratis" che anima la nostra serata ha ispirato il racconto di Mario Favini che vi riportiamo qui sotto.
Panem et circenses
Di Mario FaviniIl segreto, in fondo, è mostrarsi generoso. Mostrarsi generoso e non badare a spese. Esagerare, per superare ogni volta i propri predecessori. Non ci deve essere limite allo sfarzo, non bisogna frenare l’opulenza. Per la vittoria sui Daci, ad esempio, ho fatto arrivare undicimila belve tra leoni ed elefanti, tori e pantere. Ho fatto combattere quindicimila uomini e donne, e i festeggiamenti sono durati più di cento giorni. Poco importa se con quelle celebrazioni e quei tripudi mi sono giocato metà del tesoro conquistato. L’importante è che la gente resti a bocca aperta di fronte alle corse delle bighe, e alle battaglie navali che mettiamo in scena allagando il l’anfiteatro Flavio. L’importante è che la gente possa andare alle terme quando vuole e che possa sempre avere un tozzo di pane e un fiasco di vino. L’importante, più di ogni altra cosa, è che tutto questo sia gratis. Perché la gente è un animale stupido, di quelli che puoi governare col bastone o con la carota. Col bastone, però, c’è il rischio che ti si rivolti contro, e allora è molto meglio la carota, è molto meglio ubriacarla di sangue e di violenza, la gente. Ogni volta che saluto la folla dalle tribune imperiali il pubblico va in visibilio. Li sento acclamare il mio nome, il nome di Tiberio Imperatore, e vedo amore nei loro occhi. Vedo amore ed ignoranza, perché quel che importa, quando si tratta della folla, è che se ne stiano tutti quanti a bocca aperta di fronte alle corse e alle uccisioni, alle lotte e ai gladiatori, che nessuno si faccia troppe domande e, in fondo, che nessuno pensi più dello stretto necessario.
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