Il nuovo film di Pupi Avati
Il film comincia con una maturità al classico. Siamo negli anni ’30 e le leggi razziali e la censura tengono lontana l’America, il jazz e tutta la modernità dalla Bologna fascista e dai ragazzi della borghesia, dagli intellettuali. Carletto delle Piane, giovane professore sfigato, suona lo swing di nascosto, con un vecchio sassofono ricavato dal clacson di una FIAT Balilla. Un brutto giorno arriva Gianni Cavina, laido infermiere paraculo, e lo denuncia all’OVRA, la polizia fascista. Delle Piane finisce così in prigione e conosce un anarchico innamorato (l’amata è una svagata, magrissima e taciturna Vittoria Mezzogiorno): si tratta di Diego Abatantuono, con il quale stringe un rapporto di amicizia.
Trent’anni dopo, negli anni ’60, i protagonisti si rincontrano. Il giovane anarchico Abatantuono è diventato un giornalista di destra, ricchissimo, che lavora per un criminale milanese (ha sposato la ragazza, che è ora interpretata da un’obesa, logorroica, improbabile Katia Ricciarelli), mentre Gianni Cavina, sposato con una matura ereditiera interpretata da Anna Galiena, è passato dai fascisti al partito comunista e ha fatto carriera, è parlamentare. Soltanto Carletto delle Piane continua la sua magra esistenza di insegnante e di amante del jazz.
Si ritrovano tutti, quindi: giocano a carte e Cavina vince tutto, ma era d’accordo con Abatantuono. Allora Carletto delle Piane si vuole suicidare ma le mogli di Cavina e Abatantuono, venute a scoprire tutto, gliela danno in un triangolo da sogno erotico e lui muore d’infarto trombandole contemporaneamente. I suoi studenti, al funerale, lo ricordano con affetto cantando Saint Louis Blues a cappella.
Titoli di coda su “Mocambo” di Paolo Conte.
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