Diario di bordo di una Scala mobile
ancora lì e mi sto impiastricciando tutto il rullo motore. Ma la mia vita mi piace, tutto sommato. Capisco dalle suola delle scarpe di chi mi percorre, che tipo di giornata è. Oggi, per esempio, non piove. Quel poveraccio che, correndo per non perdere il suo treno, ha ficcato il suo piedone nella cacca di una cane, non se ne è accorto. Ma se ne accorgerà presto…tra i tanfi dello scompartimento ci sarà anche il suo!
Ore 13.48. Sono finite le lezioni del liceo classico qui di fronte. Orde di ragazzini con le
stringhe slacciate e scarponi borchiati, sciolti dal caldo afoso, mi percorrono freneticamente.
Quattro scalini alla volta, atterrano come caterpillar e spesso nel baccano e frastuono del
chiacchiericcio, non si accorgono quando la discesa è terminata, così…tonf! Caduto! E si dà il
via alle risate, fresche e fragorose.
Ore 16.22. E’ la volta delle mamme che hanno recuperato i loro pargoli all’asilo. Spero solo
non ce ne sia un altro con il cono gelato…Nooo! Questo se l’è fatta addosso, alla sua prima
uscita senza il pannolino!!! Ma perché proprio a me!
Ore 18.06. I colletti bianchi della banca qui fuori hanno terminato di contare banconote. Sono
tutti uguali questi tizi della tomaia di cuoio. Mentre le donne…bè, splendide! No, non quando
indossano la gonna! Ma per via di quei tacchi a spillo che mi fanno il solletico e che si
incastrano nelle mie fessure! Ridicole!
Ore 22.50. Finalmente ogni tanto mi riposo. Tutti a casa o in giro. Che pace!
Ore 00.00. Eccolo! Il mio amico della notte. E’ l’unico che mi percorre sempre con estrema
calma e…a piedi nudi. E’ come al solito carico di sacchetti stracolmi, vestito malamente. Ma lo
vedo arrivare e mi piace incoraggiarlo. «Sali a bordo, amico!» e lui mi spalanca un sorriso
quando comincio a rullare. Si fa trasportare e forse per qualche istante immagina di
viaggiare…altrove. Passa la notte con me, seduto ai miei piedi…! Già, proprio io che di piedi
me ne intendo! Domani è un altro giorno amico mio, speriamo migliore!
“La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili”. William Burroughs
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