sabato 10 ottobre 2009

Paolo Franchini e le parole del noir

Parola, nell’italiano più antico, si diceva “paràvola”, un termine che si fece “parabola” in poco tempo.

Stava a significare insegnamento (oppure discorso) e con l’avvento del cristianesimo venne "acquisita di diritto", possiamo dire, dai Vangeli.

Per “attenuazione del senso”, come indicano i libri, il termine giunse a significare motto (o anche detto) e, per "estensione articolata", sempre per come è scritto sui dizionari, significò “espressione di un concetto”.

Per differenziarla dal termine latino “verbum” venne adottata come “parola”, soprattutto per evitare il significato più sacro indicato dal Messia.

Parole è anche una piccola città dell’India, nel distretto del Kashmir, nonché un piccolo centro nel Maryland e un villaggio in Polonia. Quando si dice che il mondo è davvero piccolo, non si sbaglia quasi mai…

Parole è anche un termine francese usato nel poker: “je passe la parole”, cioè “cedo la parola”. Viene utilizzato dal giocatore che non se la sente di giocare o non lo vuole fare per primo.

Di parole nella musica se ne usano sempre parecchie, non solo per i testi, ma anche per il titolo dei brani: ad esempio Ligabue con Ho perso le parole, la Bertè con Musica e parole, Sergio Endrigo con Ma dico ancora parole d'amore, Alberto Fortis e Guccini con le loro rispettive Parole, Carmen Consoli con Parole di burro e, infine, la bellissima Parole, parole del grande Alberto Lupo portata al successo con Mina.

Guardando oltre i confini dello Stivale, un titolo fra tutti: quello della struggente More than words, pubblicata dagli americani Extreme nel 1990.

Per restare in tema di parole, prima di passare ai consigli di lettura noir, un’occhiata veloce alla classifica dei libri più venduti in Italia la scorsa settimana: al 3° posto “Venuto al mondo” di Margaret Mazzantini (Mondadori), al 2° “Zia Mame” di Patrick Dennis (Adelphi) e al 1° “Il vincitore è solo” di Paulo Coelho (Bompiani).

Qualche consiglio di lettura noir
Il cacciatore di parole (Howard Engel)Benny Cooperman, professione investigatore, si risveglia in ospedale colpito da amnesia intermittente. Non basta: anche un raro disturbo neurologico chiamato "alexia sine agraphia" lo affligge. In pratica, può scrivere, ma non sa più leggere. L’uomo non ricorda più nulla del proprio passato, ma capisce di dover ricomporre un mistero e risolvere un caso difficile, una faccenda legata alla propria guarigione. In un campus di Toronto, infatti, una professoressa è stata uccisa senza alcuna pietà. La storia corre veloce, ma il protagonista – complice la malattia – è abbastanza impacciato.
Euro 9,00 – Pagg. 248 – Biblioteca Universale Rizzoli
Lew Fonseca: Parole al vento (Stuart M. Kaminsky)Fonesca, ufficiale giudiziario in Florida nonché detective, deve occuparsi della ragazzina che aveva salvato in "Cattive intenzioni", uno dei romanzi precedenti firmati da Kaminsky. Incoraggiata da tutti a coltivare il suo innato talento letterario, la nostra Adele conosce uno scrittore di successo che adora la solitudine. Improvvisamente, come in ogni romanzo noir che si rispetti, i preziosi inediti del romanziere e la ragazza spariscono da un istante all’altro. Kaminsky sfida se stesso e il lettore facendo muovere con sapienza il suo eroe più umano, coraggioso e indifeso. A Stephen King, è giusto dirlo, questo libro è piaciuto un bel po’.
Euro 14,80 – Pagg. 277 - Alacrán
I libri che perdevano le parole (Tullio Dobner)Nella vita delle persone definite “normali” può sempre insinuarsi l'imprevedibile, quel "pizzico di follia" che stravolge le prospettive e conduce a esiti inaspettati e inquietanti. I personaggi di questi racconti si muovono in realtà molto diverse, ma ogni vicenda comincia in un preciso spazio: quello di una bottega o di un altro luogo aperto al pubblico (un caffè, una libreria, un emporio...). La partenza è simile e le mete che il lettore dovrà scoprire, di pagina in pagina, lo porteranno inevitabilmente a guardare nella "metà oscura" della cosiddetta normalità. Da leggere un po’ per volta, prima di chiudere gli occhi e spegnere l’abat-jour.
Euro 10,33 – Pagg. 160 - Sperling & Kupfer


Per concludere, tanti auguri di buon compleanno a Giuseppe Verdi che oggi, 10 ottobre, compie 196 anni.

Nessun commento: