Siamo in Onda è “ il salotto di PuntoRadio ”. E in un salotto che si rispetti, così pieno di calore e amicizia come il nostro, poteva mancare un camino?
E dove c’è un camino… ci deve essere anche uno spazzacamino: come potrebbero, altrimenti, entrare in casa e portarci i loro doni Babbo Natale e La Befana? E così, sabato 19 dicembre abbiamo avuto un ospite davvero particolare: Alberto lo Spazzacamino!
Alberto Pianalto, che vive in provincia di Udine, ci ha raccontato quello che è la sua professione, tra storia e tecnologia. Facciamo un riassunto per condividere quello che ci ha raccontato, e molte altre informazioni, con foto e video, le trovate sul suo sito: http://www.albertospazzacamino.com/
Lui ha iniziato a vent'anni, scegliendo un lavoro che a prima vista mette in luce subito i lati più sgradevoli, come sporcarsi di fuliggine e rischiare la vita lavorando sui tetti. Tutto è cominciato con suo padre Franco, costruttore, riparatore ed installatore di caminetti e spolert. Quando il papà decide di andare in pensione, Alberto preferisce tentare la strada dello "spazzacamino" : in effetti già da tempo eseguivano pulizie di canne fumarie per i clienti, quando il camino ormai intasato non funzionava più bene come prima. Cosi, poco a poco, quello che era più una cortesia e spesso una seccatura (senza una specifica attrezzatura è difficile tenere a bada la fuliggine) è diventata un mestiere. Oltre al padre che gli ha trasmesso l'esperienza e la passione per il lavoro ben fatto, importantissimo è stato l'incontro con l'A.N.FU.S. con la quale ha frequentato diversi corsi di aggiornamento, confrontandosi con altri spazzacamini provenienti da tutta Italia. Così questo mestiere con il suo lato romantico è diventato il suo lavoro da più di 15 anni.
Nell'immaginario collettivo sentendo la parola spazzacamino viene in mente il film di Mary Poppins, con la figura romantica di Bert (proprio il diminutivo di Albert!) il simpatico spazzacamino che vive la vita giorno per giorno.
Per molti lo spazzacamino è una persona non più giovane che senza troppo ingegno si adatta con un lavoro sporco e umile per arrivare alla fine di ogni giornata accontentandosi di aver avuto un pasto caldo e di poter dormire in una stalla. Ma neanche così si può semplificare, anche se già più aderente alla realtà, infatti la nascita, la scomparsa e la rinascita del mestiere dello spazzacamino in Italia è un fenomeno complesso che merita un racconto più dettagliato perche mette in luce certi aspetti del passato delle genti italiane che oggi non si vuole ricordare. Una delle prime testimonianze del mestiere di pulire i camini risale ai primi del 1600 con un premio conferito ad un ragazzo che incaricato di pulire una canna fumaria nel palazzo reale sbaglia camino finisce in un’altra stanza ed ascolta una conversazione che ha come oggetto l'assassinio del Re, sventando il complotto si guadagna un posto nella storia, era un ragazzo immigrato in un altro paese a fare un lavoro umile. Era un ragazzo italiano. l'Italia è stata per molti anni un paese d'immigrati, che vanno e che vengono, molti sono andati in Germania a fare proprio gli spazzacamini, lavoro che i tedeschi non volevano più fare. Un'altro immigrato italiano tale Pietro De Zanna nel 1779 inventa in Austria il prototipo del moderno calorifero, installandolo nel palazzo reale. La pulitura veniva fatta per lo più a mano arrampicandosi all'interno delle canne fumarie e grattando con un ferro ricurvo la fuliggine, molti erano bambini che giunti in cima dovevano gridare “spazzacamino!” o sventolare il braccio fuori dal comignolo a riprova che la pulitura era stata eseguita in tutta la lunghezza della canna.
Le condizioni generali erano al limite della sopravvivenza, sporchi affamati e impauriti saltuariamente ricevevano un pò di cibo o dei vestiti vecchi dai clienti impietositi. Grazie alle Società di Patronato nate con l'intento di porre rimedio alle disumane condizioni in cui venivano condotti questi bambini, dal 1870 circa ci fu un minimo di assistenza con indumenti e pasti caldi, cercarono d'insegnare a leggere e scrivere la domenica, alcune organizzazioni a Milano proposero anche delle regole a tutela dei più deboli offrendo assistenza sanitaria con un fondo malattia creato appositamente, ma per il rovescio della medaglia questi aiuti attirarono in città numerosi spazzacamini dalle periferie, il lavoro cominciò a scarseggiare e la concorrenza divenne ancora più feroce, così i diversi gruppi si ritrovarono a lottare per il dominio di questo o quel quartiere.
Qualche risultato più concreto lo ottennero le varie opere religiose talvolta ispirate proprio a favore dei piccoli spazzacamini, che si riproponevano di far studiare i bambini con corsi serali, e naturalmente educarli al catechismo.
In seguito alle numerose iniziative laiche e religiose, ai tentativi di cooperazione tra i vari spazzacamini, al miglioramento generale delle condizioni sociali dei lavoratori la situazione andò migliorando, ma il problema dello sfruttamento infantile scomparve effettivamente di pari passo alla diffusione sul territorio dei nuovi sistemi di riscaldamento, nafta gasolio e gas. Certo non fu un cambiamento repentino ma dal dopoguerra in poi la richiesta di pulitura dei camini diminuì, così che gli spazzacamini dovettero rivolgersi a nuovi mestieri, oppure spostarsi su lunghe distanze, cosa poco adatta ai bambini, molti divennero girovaghi solitari, alcuni ebbero fortuna, molti semplicemente si arrangiarono con altro.Fino agli anni settanta ancora qualche impresa di spazzacamino resistette, perché comunque le caldaie alimentate a carbone o combustibile liquido andavano pulite regolarmente, ma dopo il definitivo affermarsi del gas metano quasi tutti gli spazzacamini sparirono e il mestiere almeno in Italia sembrò scomparso.
Con lo sviluppo tecnologico dei moderni impianti di combustione della legna, lo spazzacamino è diventato sempre più un tecnico, si qualifica investendo il proprio denaro in corsi sulle normative europee ed italiane e sugli aspetti tecnici del suo lavoro, dotato di attrezzature sofisticate realizzate con materiali di recente innovazione, di micro telecamere appositamente costruite per infilarsi nei camini che con il tempo sono diventati sempre più piccoli,ha perso parte del lato romantico per acquistarne in professionalità .
Ormai è distante anni luce dal personaggio che alcuni ricordano, molti anni fa, d'aver visto girare per i paesi con una bicicletta mezza scassata con il pungitopo sul porta pacchi e le aste di legno legate alla canna.Tuttavia alcuni continuano a lavorare in divisa, anche se non è più necessario lo stemma per dividersi le zone delle città è molto comoda per riparasi dalla fuliggine ma soprattutto mantiene viva una tradizione, quella della figura romantica dello spazzacamino, che nata dalla miseria e dallo sfruttamento si prende oggi la sua rivincita in un mestiere diventato una professione della quale non se ne potrà più fare a meno.
E bravissimo il nostro Alberto, al quale noi simpaticoni non abbiamo risparmiato l'ovvia battuta: “scommettiamo che di questi tempi ci sarà qualcuno che infila un panettone nel camino e poi ti grida buttati, che è morbido!”
Grazie ad Alberto e a tutti gli spazzacamini d’ Italia!
E dove c’è un camino… ci deve essere anche uno spazzacamino: come potrebbero, altrimenti, entrare in casa e portarci i loro doni Babbo Natale e La Befana? E così, sabato 19 dicembre abbiamo avuto un ospite davvero particolare: Alberto lo Spazzacamino!
Alberto Pianalto, che vive in provincia di Udine, ci ha raccontato quello che è la sua professione, tra storia e tecnologia. Facciamo un riassunto per condividere quello che ci ha raccontato, e molte altre informazioni, con foto e video, le trovate sul suo sito: http://www.albertospazzacamino.com/
Lui ha iniziato a vent'anni, scegliendo un lavoro che a prima vista mette in luce subito i lati più sgradevoli, come sporcarsi di fuliggine e rischiare la vita lavorando sui tetti. Tutto è cominciato con suo padre Franco, costruttore, riparatore ed installatore di caminetti e spolert. Quando il papà decide di andare in pensione, Alberto preferisce tentare la strada dello "spazzacamino" : in effetti già da tempo eseguivano pulizie di canne fumarie per i clienti, quando il camino ormai intasato non funzionava più bene come prima. Cosi, poco a poco, quello che era più una cortesia e spesso una seccatura (senza una specifica attrezzatura è difficile tenere a bada la fuliggine) è diventata un mestiere. Oltre al padre che gli ha trasmesso l'esperienza e la passione per il lavoro ben fatto, importantissimo è stato l'incontro con l'A.N.FU.S. con la quale ha frequentato diversi corsi di aggiornamento, confrontandosi con altri spazzacamini provenienti da tutta Italia. Così questo mestiere con il suo lato romantico è diventato il suo lavoro da più di 15 anni.
Nell'immaginario collettivo sentendo la parola spazzacamino viene in mente il film di Mary Poppins, con la figura romantica di Bert (proprio il diminutivo di Albert!) il simpatico spazzacamino che vive la vita giorno per giorno.
Per molti lo spazzacamino è una persona non più giovane che senza troppo ingegno si adatta con un lavoro sporco e umile per arrivare alla fine di ogni giornata accontentandosi di aver avuto un pasto caldo e di poter dormire in una stalla. Ma neanche così si può semplificare, anche se già più aderente alla realtà, infatti la nascita, la scomparsa e la rinascita del mestiere dello spazzacamino in Italia è un fenomeno complesso che merita un racconto più dettagliato perche mette in luce certi aspetti del passato delle genti italiane che oggi non si vuole ricordare. Una delle prime testimonianze del mestiere di pulire i camini risale ai primi del 1600 con un premio conferito ad un ragazzo che incaricato di pulire una canna fumaria nel palazzo reale sbaglia camino finisce in un’altra stanza ed ascolta una conversazione che ha come oggetto l'assassinio del Re, sventando il complotto si guadagna un posto nella storia, era un ragazzo immigrato in un altro paese a fare un lavoro umile. Era un ragazzo italiano. l'Italia è stata per molti anni un paese d'immigrati, che vanno e che vengono, molti sono andati in Germania a fare proprio gli spazzacamini, lavoro che i tedeschi non volevano più fare. Un'altro immigrato italiano tale Pietro De Zanna nel 1779 inventa in Austria il prototipo del moderno calorifero, installandolo nel palazzo reale. La pulitura veniva fatta per lo più a mano arrampicandosi all'interno delle canne fumarie e grattando con un ferro ricurvo la fuliggine, molti erano bambini che giunti in cima dovevano gridare “spazzacamino!” o sventolare il braccio fuori dal comignolo a riprova che la pulitura era stata eseguita in tutta la lunghezza della canna.
Le condizioni generali erano al limite della sopravvivenza, sporchi affamati e impauriti saltuariamente ricevevano un pò di cibo o dei vestiti vecchi dai clienti impietositi. Grazie alle Società di Patronato nate con l'intento di porre rimedio alle disumane condizioni in cui venivano condotti questi bambini, dal 1870 circa ci fu un minimo di assistenza con indumenti e pasti caldi, cercarono d'insegnare a leggere e scrivere la domenica, alcune organizzazioni a Milano proposero anche delle regole a tutela dei più deboli offrendo assistenza sanitaria con un fondo malattia creato appositamente, ma per il rovescio della medaglia questi aiuti attirarono in città numerosi spazzacamini dalle periferie, il lavoro cominciò a scarseggiare e la concorrenza divenne ancora più feroce, così i diversi gruppi si ritrovarono a lottare per il dominio di questo o quel quartiere.
Qualche risultato più concreto lo ottennero le varie opere religiose talvolta ispirate proprio a favore dei piccoli spazzacamini, che si riproponevano di far studiare i bambini con corsi serali, e naturalmente educarli al catechismo.
In seguito alle numerose iniziative laiche e religiose, ai tentativi di cooperazione tra i vari spazzacamini, al miglioramento generale delle condizioni sociali dei lavoratori la situazione andò migliorando, ma il problema dello sfruttamento infantile scomparve effettivamente di pari passo alla diffusione sul territorio dei nuovi sistemi di riscaldamento, nafta gasolio e gas. Certo non fu un cambiamento repentino ma dal dopoguerra in poi la richiesta di pulitura dei camini diminuì, così che gli spazzacamini dovettero rivolgersi a nuovi mestieri, oppure spostarsi su lunghe distanze, cosa poco adatta ai bambini, molti divennero girovaghi solitari, alcuni ebbero fortuna, molti semplicemente si arrangiarono con altro.Fino agli anni settanta ancora qualche impresa di spazzacamino resistette, perché comunque le caldaie alimentate a carbone o combustibile liquido andavano pulite regolarmente, ma dopo il definitivo affermarsi del gas metano quasi tutti gli spazzacamini sparirono e il mestiere almeno in Italia sembrò scomparso.
Con lo sviluppo tecnologico dei moderni impianti di combustione della legna, lo spazzacamino è diventato sempre più un tecnico, si qualifica investendo il proprio denaro in corsi sulle normative europee ed italiane e sugli aspetti tecnici del suo lavoro, dotato di attrezzature sofisticate realizzate con materiali di recente innovazione, di micro telecamere appositamente costruite per infilarsi nei camini che con il tempo sono diventati sempre più piccoli,ha perso parte del lato romantico per acquistarne in professionalità .
Ormai è distante anni luce dal personaggio che alcuni ricordano, molti anni fa, d'aver visto girare per i paesi con una bicicletta mezza scassata con il pungitopo sul porta pacchi e le aste di legno legate alla canna.Tuttavia alcuni continuano a lavorare in divisa, anche se non è più necessario lo stemma per dividersi le zone delle città è molto comoda per riparasi dalla fuliggine ma soprattutto mantiene viva una tradizione, quella della figura romantica dello spazzacamino, che nata dalla miseria e dallo sfruttamento si prende oggi la sua rivincita in un mestiere diventato una professione della quale non se ne potrà più fare a meno.
E bravissimo il nostro Alberto, al quale noi simpaticoni non abbiamo risparmiato l'ovvia battuta: “scommettiamo che di questi tempi ci sarà qualcuno che infila un panettone nel camino e poi ti grida buttati, che è morbido!”
Grazie ad Alberto e a tutti gli spazzacamini d’ Italia!
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